Doppio blu-ray con director’s cut per L’alba dei morti viventi

Midnight Factory, collana di Koch Media dedicata al cinema horror, mette a segno un altro colpo rendendo disponibile in limited edition blu-ray a doppio disco – con booklet all’interno nella confezione – L’alba dei morti viventi, che segnò nel 2004 l’esordio alla regia per Zack Snyder, divenuto poi uno dei registi più gettonati dei cinecomic DC (suoi sono L’uomo d’acciaio, Batman v Superman: Dawn of justice e Justice League).

Doppio blu-ray in quanto il primo, comprendente una sezione extra rappresentata da sette minuti riguardanti gli stunt, cinque di anatomia delle teste che esplodono nel film, undici di scene eliminate – visionabili anche con commento audio di Snyder e del produttore Eric Newman – e quasi otto di sguardo al trucco dei morti viventi suggeriti dal titolo, dispensa la versione vista nelle sale cinematografiche di questa rilettura di Zombi, diretto nel 1978 dal compianto maestro dei cadaveri a passeggio George A. Romero.

Lo Zombi in cui, in aria di critica al capitalismo, alcuni sopravvissuti ad un’epidemia che ha trasformato tutti i comuni mortali in salme ambulanti ghiotte di carne umana si asserragliavano in un supermercato. Proprio come accade all’infermiera Ana, dalle fattezze della Sarah Polley poi autrice del dramma Away from her – Lontano da lei, che, costretta a fuggire dalla propria casa una volta avvertito il flagello abbattutosi sull’umanità, si rifugia, appunto, in un centro commerciale abbandonato fuori città insieme all’agente di polizia Kenneth, al venditore di articoli elettronici Michael, al duro da strada Andre e a sua moglie incinta, ovvero il Ving Rhames di Pulp fiction, Jake Weber, Mekhi Phifer e Inna Korobkina.

Una situazione dilatata per l’intera ora e quaranta di visione che promette bene fin dal prologo: azione, splatter ed effetti speciali in abbondanza, soprattutto di trucco, ad opera del premio Oscar David LeRoy Andreson e, una volta tanto, senza il continuo uso della fin troppo abusata computer grafica. Perché, complice probabilmente la provenienza di Snyder dall’universo dei videoclip, L’alba dei morti viventi gode di un ritmo narrativo senza tregua a suon di sequenze a base di violenza e movimento orchestrate tra ralenti, notevole ricerca tecnica e montaggio altamente frammentato; mentre, pur concedendo spazio alla psicologia dei diversi personaggi, la sceneggiatura a firma di James Gunn – regista di Slither e Guardiani della Galassia – punta in particolar modo all’intrattenimento gore, sguazzando felicemente in mezzo a colpi di fucile in pieno cranio e motoseghe pronte a smembrare corpi.

E, dotati dell’istinto cieco dello squalo, il cui unico scopo è sentire l’odore del sangue, gli zombi in questione si presentano agili e corridori, un po’ come gli infetti di Incubo sulla città contaminata di Umberto Lenzi e Zombi 3 di Lucio Fulci; risultando, di conseguenza, ancor più spaventosi rispetto a quelli catatonici cui il più delle volte la Settima arte ci ha abituati e manifestando, al contempo, un’iconografia che poco li fa distaccare dai Demoni di Lamberto Bava, a testimonianza di intuibili rimandi al genere su celluloide made in Italy.

Per non parlare di un presunto omaggio a Cannibal holocaust di Ruggero Deodato posto durante lo scorrimento dei titoli di coda di un’operazione che, in fin dei conti, prende da Zombi soltanto l’idea di partenza, introducendo un epilogo decisamente più pessimista e, senza rivisitarne nessuna delle sequenze storiche, rivelandosi molto meno pretenziosa.
Tanto che l’attacco al consumismo, compreso un “L’America risolve sempre i suoi problemi”, appare meno accentuato e arricchito occasionalmente di ulteriori bersagli, come nel momento in cui i protagonisti si divertono a giocare al tiro a segno sparando ai morti viventi che presentano somiglianze con volti celebri del cinema.

Man mano che, da Tom Savini nei panni di uno sceriffo a Scott Reiniger in quelli di un generale, non mancano le apparizioni di coloro che presero parte al capostipite romeriano, incluso il mitico Ken Foree che pronuncia in abito talare proprio la frase di lanciò di quel super classico: “Quando non ci sarà più posto all’inferno, i morti cammineranno sulla Terra”.

Ma lo spettacolo non finisce qui, perché i filmati inediti Edizione straordinaria: interrompiamo il programma! e Il nastro perduto accompagnano nel secondo disco di questa imperdibile edizione in alta definizione de L’alba dei morti viventi la versione director’s cut del lungometraggio, più lunga di quasi dieci minuti (oltre che più sanguinolenta) e ulteriormente corredata di commento audio dei già citati Snyder e Newman.

 

 

Francesco Lomuscio