Poker action in alta definizione con la Chuck Norris collection

Koch Media rende disponibile il cofanetto in alta definizione costituito da quattro dischi Chuck Norris collection, che, come è intuibile, intende rendere omaggio all’eroe dell’action su celluloide che nell’era dei social network, tra l’altro, è divenuto esilarante oggetto di notizie satiriche e parodie.

Quattro dischi contenenti ciascuno un titolo dell’epoca d’oro della carriera di colui che all’anagarafe è Carlos Ray Norris, ovvero quella rappresentata dalle produzioni della mitica Cannon Films degli israeliani Menahem Golan e Yoram Globus.

Titoli a cominciare da Rombo di tuono, che, datato 1984 e diretto dal Joseph Zito proveniente dagli horror Rosemary’s killer e Venerdì 13 – Capitolo finale, lo vede coinvolto in una vicenda bellica chiaramente influenzata dal successo dell’appena precedente Rambo con Sylvester Stallone, ma che sembra addirittura anticiparne il plot del sequel.

Un’avvio all’insegna dell’azione, infatti, apre circa un’ora e quaranta di visione in cui veste i panni di un ex agente della Marina in missione in Vietnam per liberare i prigionieri americani che sono ancora in ostaggio dei Vietcong all’interno di un campo segreto.

E, con un cast comprendente, tra gli altri, il James Hong di Grosso guaio a Chinatown e M. Emmet Walsh, sono in particolar modo scontri sull’acqua – infarciti in maniera opportuna di ralenti – a consumarsi nell’anticipare di un solo anno la seconda prova norrisiana al servizio di Zito: Invasion U.S.A..

Prova facente parte anche di questo prezioso cofanetto e che, probabilmente la migliore del poker proposto, consacra a tutti gli effetti il caro vecchio Chuck a icona del machismo reaganiano in fotogrammi, al pari del citato Stallone e di Arnold Schwarzenegger.

Del resto, nel ruolo di un agente speciale ritiratosi nelle paludi per cacciare caimani, richiamato in servizio dall’FBI è alle prese con una banda di agenti del KGB che, affiancati da criminali e dai Servizi segreti di Cuba, hanno cominciato a terrorizzare la Florida nell’intento di sovvertire l’assetto democratico nordamericano.

È quindi il desiderio di sicurezza e difesa tipico dell’indimenticabile decennio in cui il film venne sfornato ad emergere dal momento in cui il futuro Walker Texas Ranger del piccolo schermo comincia a far liberatoria strage di cattivi dopo che questi, capitanati da un Richard Lynch rientrante tra i villain per eccellenza dello schermo e pronto a sfoderare “Ho sempre odiato questi simboli borghesi”, hanno seminato morte e distruzione senza alcuna pietà. Dall’eliminazione di una coppietta sulla spiaggia (sequenza che testimonia a suo modo i trascorsi slasher di Zito) alla devastazione di case abitate durante i festeggiamenti natalizi. Ma senza dimenticare l’ironia sbruffona tipica dei giustizieri eighties (basterebbe citare le frasi che il protagonista pronuncia quando sventa attentati riportando direttamente l’esplosivo ai mittenti).

Un’ironia in un certo senso emergente anche dalle assurdità che condiscono il tesissimo Delta force, firmato nel 1986 proprio da Golan e precursore in un certo senso del secondo Die hard.

Perché, mentre davanti alla macchina da presa abbiamo notissimi volti quali Shelley Winters, l’hitchcockiano Martin Balsam, Hanna Schygulla, George Kennedy, Robert Vaughn e Susan Strasberg, Norris e Lee Marvin sono due ufficiali di un gruppo d’élite di forze speciali statunitensi spediti verso il Medio Oriente allo scopo di liberare i passeggeri di un aereo statunitense partito da Atene, presi in ostaggio da un gruppo di terroristi islamici di nazionalità palestinese.

Terroristi tra cui il Robert Foster di Jackie Brown, coinvolto in un’avventura senza tregua che, orchestrata tra l’aereo e l’infinità di inseguimenti e sparatorie a terra, gioca la propria carta vincente nel tirare in ballo una moto armata che sembra quasi uscita da un racconto di fantascienza.

Delineando una delle molte operazioni della Settima arte d’intrattenimento appartenenti ad un periodo storico lontano da quell’11 Settembre 2001 che avrebbe in un certo senso decretato la fine degli illusori sogni di pace ottenuta a suon di muscoli da utilizzare contro chi vuole farci del male.

Operazioni in cui rientra anche l’ultimo lungometraggio di questa collection: Delta force 2 di Aaron Norris, tramite il quale approdiamo al 1990 e ci distacchiamo in parte dall’alta spettacolarità del capitolo precedente per assistere ad una vendetta da parte dell’inarrestabile Chuck nei confronti di un pericoloso narcotrafficante dalle fattezze di Billy Drago (oltretutto presente in una piccola parte in Invasion U.S.A.).

Sebbene non risultino assenti attacchi in elicottero di taglio rambiano e, soprattutto nell’ultima mezz’ora, non machino colossali esplosioni.

Dunque, inserite uno dopo l’altro, nel lettore, i quattro blu-ray della Chuck Norris collection e… azione!

 

Francesco Lomuscio