Fiori di Cadillac: fuori c’è una bellezza che non capiamo

Fuori ci sono i fiori probabilmente… fuori c’è una bellezza che non stiamo capendo. Di nuovo tornati (o quasi) in quel lockdown che ha ispirato e reso possibile questo singolo dei salernitani Fiori di Cadillac. Si intitola “Ma che succede fuori” ed è un seguito randagio e isolato al loro ultimo disco “Fuori dalla storia”. Sempre altrove è questa geografia… ed è ricco di bellezza questo video, piccolo film, piccolo corto diretto da Alessio Consoli e prodotto da Cineska.it e Fiori di Cadillac stessi. Rivoluzione o resistenza, resilienza per chi guarda soltanto il finale, indifferenza per chi sta seduto di lontano. Certamente è un momento toccante di questa storia che ci sta tenendo davvero “fuori” dalla storia…

Noi spesso parliamo di bellezza… una bellezza che regna dietro l’evidenza estetica. Per i Fiori di Cadillac cos’è la bellezza?
Per noi Fiori di Cadillac la bellezza risiede nelle piccole cose: abitudini quotidiane che oggi sembrano essere lontane. Amiamo fare musica, guardare concerti, suonare in giro ed incontrare gente. Durante questo ultimo periodo ci siamo ritrovati ad essere soli, senza arte, senza amici. E’ stato difficile scambiarci idee e lavorare a distanza attraverso un computer. La bellezza per noi è scrivere una canzone e sentirla canticchiare da qualcuno, sapere che in qualche modo le emozioni che si pongono alla base delle nostre composizioni possano essere condivise, scendere da un palco ed abbracciarci forte per l’adrenalina.

Bellissimo questo video. Crudo quanto basta… belle anche le scelte di alternare audio originale e brano… ci raccontate la genesi?
A fine Maggio al termine della produzione del brano, abbiamo telefonato ad Alessio Consoli di Cineska.it, che con noi aveva precedentemente lavorato alla regia del video di Old Gennaio. Sotto la sua direzione abbiamo messo su un vero e proprio team di amici, ed ognuno ha dato il proprio contributo nel rappresentare al meglio il nostro pensiero ed ideale visivo. Ci siamo occupati di tutti gli aspetti riguardanti la produzione, la macchina, le location, gli oggetti, i costumi, il trucco, gli effetti di scena. Abbiamo “disegnato” una storia sui due protagonisti: Luigi e Benedetta, due ragazzi che, come noi, volevano reagire al silenzio assordante delle nostre città: scendono in strada e decidono di prender parte alla rivoluzione, lei quasi per gioco, lui deciso a cambiare le cose. La storia si evolve come un continuo flashback di azioni compiute, di violenze che non avrebbero mai voluto vivere, di paure ed adrenalina, di scontri fisici ed empatie, dolorose quanto necessarie.
Quella mostrata nel video è la nostra rivoluzione simbolica.

Secondo voi che bellezza c’è nella “rivoluzione”? Quanto è importante e quanto invece è l’ennesima piaga da evitare?
Ogni grande epoca storica è scandita da grandi rivoluzioni. Una rivoluzione è come il punto più alto di una curva, il punto più estremo di un’oscillazione, dove inevitabilmente qualcosa si rompe. La bellezza della rivoluzione risiede nel cambiamento; nel fatto che da quel punto in poi, necessariamente, le cose saranno diverse. Il cambiamento in sé è la vera bellezza. La rivoluzione diventa evoluzione quando questo cambiamento risulta positivo, quando grazie a quel punto di rottura, si genera un’energia capace di sovvertire lo stato delle cose, e portarle ad un punto diverso, migliore. Sarà l’inizio di una nuova curva.
La rivoluzione è importante, necessaria; una rivoluzione violenta e non fondata su sani ideali, è qualcosa da evitare.

Che poi ha senso parlare di rivoluzione qualsiasi cosa possa rappresentare questa parola?
Ha senso parlare di rivoluzione; bisogna parlarne. Bisogna fare una rivoluzione al giorno, sempre, anche nel rivoluzionare un modo sbagliato di comportarsi, migliorare un difetto, crescere, essere persone migliori.

A chiudere: cosa sta succedendo fuori?
Insorge la rivoluzione, o forse è solo il camion della spazzatura?