IL CINEMA DI JOHN CARPENTER : FUGA DA LOS ANGELES

Incredibilmente, proprio nel 1997, Carpenter ci ha regalato un curioso sequel del suo celebre film. E per contrasto lo ha ambientato a Los Angeles.
La situazione del precedente film è anche peggiorata: Los Angeles è stata devastata dal “Big One”, il megaterremoto che l’ha letteralmente strappata dalla California e ne ha fatto un’isola. E questo ha dato la possibilità di farne un altro supercarcere ancora peggiore di quello di New York, dove deportare non solo i criminali ma anche tutti coloro che non rispettano la rigida morale di facciata come prostitute, omosessuali, tossicomani (anche solo fumatori) e altri.
Il presidente degli USA (Cliff Robertson) è ancora peggiore di quello visto in precedenza: ipocrita, moralista e viscido, è riuscito a farsi nominare presidente a vita. Ma è talmente odioso che persino sua figlia (A.J. Langer) si è ribellata a lui ed è fuggita, rifugiandosi proprio nel carcere di Los Angeles… e portando in dono al terrorista Cuervo Jones (una specie di Che Guevara da fumetto interpretato da George Corraface) un preziosissimo (e pericolosissimo) telecomando che, con un codice ben preciso (666) disattiverebbe ogni forma di energia sul pianeta…


Ma il capo della polizia Malloy (Stacy Keach) ha l’idea giusta: manco a farlo apposta, è stato nuovamente catturato Jena Plissken…
Jena è ancora più disincantato e disilluso di prima, ma poco da fare: se vuole vivere deve collaborare. E per incastrarlo gli è stato iniettato un potente virus (prima ancora di fargli la proposta, in quanto la precedente esperienza lo ha reso ancora più diffidente se ce ne fosse stato bisogno) che lo ucciderà in poche ore (molte meno che nella precedente avventura).


E così Jena si trova ad affrontare una nuova discesa agli inferi… anche stavolta troverà numerosi alleati più o meno affidabili: l’ambiguo Eddie (Steve Buscemi), l’eccentrico surfista Pipeline (Peter Fonda), la dolce Talisma (Valeria Golino) e il trans Hershe (Pam Grier), un suo ex complice che ha cambiato sesso…
Anche questa volta Jena riesce a portare a termine la sua missione, e anche questa volta sarà lui a decidere, avuta salva la vita, se sia veramente il caso di fare un favore all’odioso presidente USA…


Come “Fuga da New York” era ben dosato e sempre iper-realistico, così “Fuga da Los Angeles” è pieno di eccessi e situazioni grottesche e improbabili, che hanno fatto storcere il naso a molti cultori del precedente film. Lo si potrebbe definire un sequel-remake-parodia: sequel in quanto ambientato 16 anni dopo (con Kurt Russell rimasto incredibilmente uguale a prima), remake perché di fatto la trama è quasi identica nei suoi episodi-chiave, e parodia per la decisa virata verso il grottesco.
Anche questa volta John Carpenter firma la colonna sonora insieme a Shirley Walker, rielaborando e attualizzando il classico tema principale del primo film.

Giuseppe Massari