I Fratelli Cecchi ci parlano del loro nuovo album

I Fratelli Cecchi sono Gabriele Marco e Samuele Luca. Originari della provincia di Prato vengono folgorati dalla musica e dal teatro. Il 27 giugno è uscito “Guardando più in là”, il loro nuovo album e qui ci raccontano qualcosa di più.

FRATELLI CECCHI

Fratelli Cecchi parlateci di voi. Come siete arrivati alla musica?

Gabriele Marco Cecchi: Alla musica siamo arrivati subito. Anzi, direi che dalla musica siamo partiti, per approdare poi anche al teatro e al cinema. Io ero adolescente e, nella mia cameretta, scrivevo le prime canzoni da far sentire agli amici. Samuele era ancora un bambino quando cominciò a cantare e suonare tutti gli strumenti che vedeva. Poi anche lui, crescendo, ha cominciato a comporre canzoni. Comunque la nostra collaborazione musicale è stata collaudata nella Filarmonica G. Verdi di Poggio a Caiano, la banda del nostro paese, che ora dirigiamo insieme da molti anni.

Il nostro progetto cantautorale è nato nel 2016 quando pubblicammo su Youtube due videoclip: “Il suonatore senatore” e “l’Abbuffata”. Furono molto apprezzati. All’epoca ci chiamavamo Ceccao Meravigliao. Iniziammo anche a fare i primi concerti. Poi una sera, a San Casciano in Val di Pesa, ci chiesero dove erano le ballerine brasiliane. Erano venuti apposta e non stavano scherzando. Che risate! Beh, da allora ci siamo chiamati semplicemente Fratelli Cecchi, un nome che dice molto dell’autenticità con cui vogliamo presentarci.

Quali sono state secondo voi le tappe più significative della carriera?

Samuele Luca Cecchi: La prima tappa fondamentale del nostro progetto cantautorale è stata nel 2017, a Prato. Nel concerto eravamo accompagnati dalla Filarmonica Puccini diretta da Tiziana Gacci e la serata fu trasmessa da Toscana Tv. L’anno dopo iniziò la collaborazione con l’Ensemble Tacito Accordo: con questa formazione di clarinetti e percussioni abbiamo realizzato il nostro primo album “Tu me le fai girare a elica!”. Un’altra tappa fondamentale di quel periodo fu il concerto per il Festival delle Colline presso le Scuderie Medicee di Poggio a Caiano: fu lì che virammo decisamente sullo stile della musica d’autore. Seguì poi una lunga serie di date per noi molto importanti in prestigiose piazze della Toscana, come per esempio Piazza della Signoria a Firenze: memorabile quella del 11 agosto 2019 in occasione dell’anniversario della liberazione di Firenze dal nazifascismo.

Negli ultimi anni, oltre ai concerti, ci siamo dedicati alla realizzazione del nuovo album “Guardando più in là”, uscito il 27 giugno 2022. Ci sono almeno altre tre tappe fondamentali, tutte in questa ultima estate: il premio ottenuto al Prato Film Festival per la canzone “Nuvole viola”, il trionfale concerto al Giardino Banci Buonamici patrocinato dalla Provincia di Prato e l’emozionante live ad Artimino, organizzato dal Comune di Carmignano in memoria di un terribile eccidio nazista. Attualmente, nei concerti siamo accompagnati dalla violoncellista Francesca Fedi Perilli.

E’ uscito da poco il vostro nuovo album, come sono nate le varie canzoni?

Gabriele Marco Cecchi: Il nuovo album si intitola “Guardando più in là” ed è nato dalla volontà di raccogliere in un unico lavoro tutte le sfumature del nostro progetto cantautorale. Il CD contiene dieci canzoni, tutte scritte da noi. Sette sono arrangiate da Andrea Benassai. Le sonorità sono quelle del cantautorato italiano, tra il pop e la musica d’autore.

Le canzoni sono nate dalla vita vera, da esperienze dirette.

E’ un nostro obiettivo raccontare con autenticità esperienze vissute e sentite nel profondo. Per esempio la canzone “Guardando più in là” è dedicata a Elisa Marseglia, un’amica scomparsa nel 2019 dopo aver combattuto, con il suo bellissimo sorriso, le barriere della disabilità. Tra l’altro a lei è intitolato un appartamento per disabili gestito dalla cooperativa Humanitas. Ci sono tre canzoni dedicate ai mestieri del cinema (“Il direttore della fotografia”, “Il regista” e “L’operatore di ripresa”) legate alle nostre esperienze come sceneggiatori e compositori di musiche da film.

C’è anche un brano che si distingue per un uso poetico del vernacolo pratese (“Il primo approccio non si scorda mai”) che ha il sapore della nostra terra. Altre due tracce parlano d’amore (“L’impero è crollato” e “Quell’occhiata da sotto la frangia”); due parlano di inclusione, di amicizia, di libertà dagli schemi della nostra società (“Tutto il vento del mondo” e “La scintilla dell’amore”) e sono nate da un progetto in collaborazione con alcune cooperative e centri diurni per disabili di Prato: Cui, New Naif, Margherita, Kepos. Infine, c’è “Nuvole viola”, premiata al Prato Film Festival, che è diventata l’inno delle manifestazioni che, in occasione della Giornata contro la Violenza sulle donne, ogni anno organizza il Comune di Poggio a Caiano con la collaborazione del Centro Antiviolenza La Nara di Prato.
Ecco da dove nascono le nostre canzoni. Nascono dalla nostra esperienza di vita. Noi non percorriamo le autostrade dei talent show. Noi abbiamo scelto di percorrere i sentieri più faticosi, ma anche più fecondi, dell’impegno nel territorio. E questo fare rete, questo confondersi con le problematiche del tessuto sociale significa fare resistenza culturale. Il nostro pubblico lo sa. In un mondo dello spettacolo fatto di personaggi posticci e costruiti a tavolino, ci percepisce come autentici e ci segue con tanto affetto anche per questo.

Il brano che vi sta dando più soddisfazione?

Gabriele Marco Cecchi: “Nuvole viola”. Il premio ricevuto al Prato Film Festival è stata un’emozione unica. Nessuno lo poteva sapere, ovviamente, ma quando siamo stati premiati nella splendida cornice del Castello dell’Imperatore a Prato, tra il pubblico c’erano alcune donne che io avevo ascoltato mentre stavo scrivendo il testo di questo brano. Donne che hanno subito sulla loro pelle quello che la canzone racconta ma che, come la protagonista della stessa canzone, hanno avuto la forza di riappropriarsi della propria libertà e della propria autodeterminazione. Ricevere quel premio, in quel contesto, è stato un inno alla vita.

Avete un tour in programma?

Samuele Luca Cecchi: Stiamo definendo le date dei concerti della stagione invernale. Sul palco ci presentermo piano, voce e violoncello. La violoncellista Francesca Fedi Perilli si è unita al nostro progetto con tutta la sua professionalità e la sua simpatia. Sembra che sia sempre stata con noi.

Come sono i vostri spettacoli?

Gabriele Marco Cecchi: Sono spettacoli in cui l’elemento teatrale è molto presente nella modalità che ha Samuele di interpretare le canzoni. La sua potente e versatile vocalità ricorda gli chansonnier francesi (Brel, Ferré, Aznavour in particolare) e si unisce alla capacità di interpretare di volta in volta i protagonisti delle nostre canzoni come fossero personaggi di un film. Qualcuno ha scritto che le nostre canzoni sembrano sceneggiature. E’ uno dei complimenti più belli che abbiamo ricevuto. In effetti, noi vogliamo proprio che ogni canzone racconti una storia come se fosse un cortometraggio, proprio come nella tradizione della canzone d’autore.