PIEMONTE. LEGA NORD: ATTACCO A SEDE SAN SALVARIO. ANARCHICI CONTRO MANIFESTAZIONE #CHIAMPARINOACASA NON CI SPAVENTANO

“I soliti vandali sono tornati a colpire una delle nostre sedi, a poche ore dalla manifestazione che, domani, ci porterà in Piazza Solferino a chiedere che Chiamparino e la sua giunta vadano a casa. Forse un tentativo, l’ennesimo, di intimorirci, che non avrà alcun effetto”: con queste parole Stefano Allasia, deputato torinese della Lega Nord, Alessandro Benvenuto, consigliere regionale, e Fabrizio Ricca, capogruppo del Carroccio in Sala Rossa, denunciano il raid della scorsa notte contro la sede del Movimento in Largo Saluzzo, nel capoluogo piemontese.
“Grazie alla solidarietà dei cittadini – aggiunge Allasia -, siamo stati immediatamente avvisati dell’attacco in perfetto stile squadristico, che ha deturpato non solo la nostra sede, già ripulita e riaperta grazie al lavoro dei nostri militanti, ma anche le vie di San Salvario, centro della movida torinese. Una cinquantina di anarchici, dietro lo slogan #maiconsalvini, hanno manifestato, illegalmente, contro l’iniziativa della Lega Nord di domani, ma sono stati prontamente fermati dalle Forze dell’Ordine”.
“Un gesto, quello di ieri – sottolinea Ricca -, che descrive perfettamente le persone che se ne sono rese responsabili. Codardi che agiscono di notte e che scelgono sempre distruzione e violenza per farsi notare. L’unica, vera dimostrazione di odio e di intolleranza è proprio la loro. Siamo davanti ai nazisti del 2015″.
“Domani – conclude Benvenuto – la Lega sarà comunque in Piazza Solferino, forte delle proprie idee e con il sostegno dei cittadini stanchi di una politica, quella della sinistra piemontese, fatta di menzogne. La contro-manifestazione dei centri sociali in Piazza Castello non ci spaventa, né ci preoccupa, se non per il fatto che, probabilmente, verrà messo a ferro e fuoco il centro di una città, che con gli anarchici a ben poco a che vedere. Quegli individui per noi non sono manifestanti, ma solo delinquenti. E in quanto tali, dovrebbero stare in galera”.
Giorgia Rapello