GIOVEDI’ 7 MAGGIO AL TEATRO ARVALIA DEBUTTA “LA GUERRA DEGLI ASPARAGI” REGIA DI MARIA CONCETTA LIOTTA

LA GUERRA VISTA DAL PALCOSCENICO.

LA COMPAGNIA ENTER DAL 7 AL 10 MAGGIO  PORTA IN SCENA  AL TEATRO ARVALIA  “LA GUERRA DEGLI ASPARAGI” DI PIERRE LOUKI, CON LUCA MILESI E GIANLUCA DELLE FONTANE, REGIA DI MARIA CONCETTA LIOTTA 

La guerra vista dal palcoscenico sarà la protagonista assoluta dello spettacolo messo in scena dalla Compagnia Enter al Teatro Arvalia dal 7 al 10 maggio. Il testo di Pierre Louki “La guerra degli asparagi” approda sul palco dell’Arvalia, con Luca Milesi e Gianluca Delle Fontane e la regia di Maria Concetta Liotta. Canto e consulenze musicali di Claudia Costantini. Scenografie e costumi di Marianeve Leveque. Disegno luci di Luca Imola. Con la collaborazione artistica de “Il Palco e la Nota”.

Alquanto singolare l’immaginario del soldato protagonista della tagliente commedia sulla guerra di Pierre Louki, attore, paroliere e cantante francese. “Dov’è il nemico?” – si interroga il Generale senza guerra, protagonista anch’egli della piéce scritta nel 1990 – “Il nemico è ovunque non lo si veda, se non esistesse bisognerebbe inventarlo”. Eccolo il mondo dei due meravigliosi personaggi usciti dalla penna di Louki, meravigliosi perché protagonisti di una metafora applicabile a mille campi della vita. Uomini preparati ad affrontare un pericolo che non arriva mai lasciando malinconicamente vuote le loro esistenze, esseri umani alla perenne ricerca della quadratura dei conti all’interno di rapporti dominati dalla disciplina e dalla convenzione, in abito borghese come in abito militare.  Un generale ed un soldato in preda ad una crisi di inconsolabile voyeurismo spiano il mondo che li circonda da dietro un binocolo, trovandolo terribilmente impreparato per il gioco che loro amano di più, la guerra. Il flusso dei vacanzieri del weekend ad esempio rende impossibili le grandi manovre dal venerdì alla domenica: i campi di battaglia sono occupati dagli amanti del picnic, dalla loro mondezza, dalla loro mollezza. Pierre Louki si lascia intelligentemente ispirare dal linguaggio di Ionesco e dall’architettura scenica di Beckett, senza mai dare l’impressione di creare il doppione di qualcosa di già visto. Nel dialogo surreale fra il vecchio generale ormai incapace di fare l’ “Attenti !” e il giovane soldato innamorato del sedere di “Simona”, l’unica grazia che dal mondo dei civili arriva nel suo binocolo, non ce n’è per nessuno: per i pacifisti che non hanno compreso come la loro esistenza sia giustificata solo dalla guerra e per la bomba atomica, che ha tolto lavoro a troppa gente. “Caporale, grandi imprese ci attendono. Il nemico è alle porte. Il nostro scopo è impedirgli di entrare. Il problema più urgente è capire quante porte ci sono. Se sono più di due, dovremo farci in quattro. Ora, chi può farci in quattro meglio del nemico? Per avere una piccola probabilità di vincere, bisognerebbe innanzitutto farsi decimare. Ecco la mia strategia. Si ricordi il motto degli eroi antichi. “A destra travolti. A sinistra annientati. Il centro si ritira. All’attacco! E’ chiaro?” Più chiaro di così …

Monica Brizzi