ROMAFF10: SERATA DI DOCUMENTARI, TRA MONOGAMIA E IL PRIMO SERIAL KILLER SVEDESE

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Serata all’insegna dei documentari alla Festa del Cinema di Roma, con le proiezioni di “Monogamish” e “The confessions of Thomas Quick“.

Iniziamo con “Monogamish“, scritto e diretto da Tao Ruspoli.

Dopo aver divorziato, il filmaker indipendente Tao Ruspoli inizia un percorso in cui esplora la natura del desiderio e del matrimonio. Intervistando le più disparate categorie di persone, dagli psicologi fino alle prostitute, si interroga su origini e sviluppo dell’istituzione del matrimonio e su eventuali strade alternative alla monogamia occidentale. Tao indaga in primis sulla propria famiglia di origine (italiana), scoprendo delle incredibili verità e domandandosi quanto realmente valga oggi un matrimonio e i valori della famiglia tradizionale, a esso indissolubilmente legati. C’è poi da considerare che oltre 1 milione di americani divorziano ogni anno e che le conseguenze ricadono spesso sui figli, con la metà dei giovani statunitensi che vede divorziare i propri genitori. Inoltre si riscontra una crescente incidenza dell’infedeltà, ma anche della voglia di sperimentare nuove formule che superano quelle convenzionali, con modelli di famiglie alternative e ipotesi di poligamia o relazioni aperte.

Monogamish regista

Il regista Tao Ruspoli

Interessante prodotto dell’italoamericano Tao Ruspoli, pronipote della storica famiglia fiorentina, che scava nelle strambe situazioni familiari di tantissime persone, coprendo un po’ tutte le categorie e raccogliendo testimonianze anche al limite dell’assurdo. Sicuramente piacerà a tutti coloro che si interessano di sessualità e dintorni.

VOTO: 6.5

Monogamish

Una scena del documentario

 

Proseguiamo con “The confessions of Thomas Quick” di Brian Hill.

Svezia 1980. L’undicenne Johan Asplund esce di casa per andare a scuola e sparisce nel nulla. Tredici anni dopo, nel corso di una seduta di terapia presso la clinica Säter, un paziente di nome Thomas Quick dichiara al suo terapeuta di aver rapito, violentato e ucciso Johan. Da quel momento Thomas inizia a confessare un omicidio dopo l’altro, arrivando a sostenere di aver assassinato ben 39 tra uomini, donne e bambini. In Svezia scoppia così il caso del primo serial killer nazionale, un vero mix di sadismo, pedofilia, psicopatia, perversione e addirittura cannibalismo. Condannato in tutti i processi, nel 2001 rivela a sorpresa che in realtà il suo vero nome è Sture Bergwall e si chiude in un lungo silenzio durato anni. Ma i suoi segreti non sono ancora finiti e sta per arrivare la verità più sconvolgente di tutte…

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Il vero Sture Bergwall / Thomas Quick

Brian Hill dirige un documentario abbastanza nella media, ma che trova il suo interesse nel racconto in prima persona di Sture Bergwall, prestatosi a ripercorrere la sua incredibile storia davanti alle telecamere. Il risultato è comunque affascinante, perché una vicenda come questa è davvero unica nel suo genere.

VOTO: 7-

Quick 3

Il Thomas Quick anni ’90 nelle ricostruzioni

A tra poco per il riepilogo di questa lunga ed estenuante giornata.

 

Ivan Zingariello

 

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