Renato Zero stasera a Sanremo. Aneddoti, curiosità e video delle sue precedenti partecipazioni

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Chiusura col botto per la 66a edizione del Festival di Sanremo. Questa sera, poco dopo le 23 (ritardi di scaletta permettendo), sarà Renato Zero il superospite della serata finale. Si preannuncia una grande medley di successi per il re dei sorcini, oltre all’anteprima del suo nuovo e ormai imminente disco di inediti. Ma per Renato Zero non sarà una prima volta, infatti nella sua carriera ha calcato il palco dell’Ariston altre volte. Ripercorriamole insieme con aneddoti e curiosità.

Renato Sanremo

Renato Zero e Grace Jones a Sanremo 1991

Dopo anni di ostracismo da parte del Festival per via della sua ambiguità, Renato deve aspettare i suoi 40 anni per poter partecipare a Sanremo. Nell’estate del 1990 si imbarca nella sfortunata esperienza di “Stellarium“, in cui cerca di dare nuova vita al famoso “Bussoladomani” di Sergio Bernardini, il “tempio” della musica in Versilia. Poi, a fine settembre, annuncia a sorpresa il suo ritiro dalle scene, dichiarando che i concerti per i suoi 40 anni saranno le sue ultime esibizioni live. Ancora più a sorpresa Adriano Aragozzini, allora patron del Festival, lo include tra i Big in gara a Sanremo 1991. E così, giovedì 28 febbraio, Renato sale per la prima volta sul palco dell’Ariston, presentandosi in una versione sobria a cui il grande pubblico non era abituato. La canzone che presenta, “Spalle al muro” (scritta da Mariella Nava), spiazza il pubblico grazie al testo che parla di anzianità (tema poco battuto dalla musica italiana) e grazie alla misurata ma intensa interpretazione di Zero, applauditissimo dalla platea dell’Ariston. Da più parti viene indicato come potenziale vincitore, in lotta con Marco Masini e con il favoritissimo Riccardo Cocciante.

Venerdì 1 marzo introduce l’esibizione dell’elegantissima Grace Jones, che interpreta la versione in inglese di “Spalle al muro“, “Still life“, mentre sabato 2 Renato torna ad esibirsi per la serata finale del Festival. Al termine della canzone l’ovazione per lui è talmente forte e prolungata che la coppia di conduttori Occhipinti-Fenech è costretta ad interrompere la presentazione del successivo cantante, ma non solo: Renato è costretto a tornare sul palco per placare la calorosa platea. Gli basta dire “Vi amo.. Vi amo..” e dopo un abbraccio dei suoi si va avanti con la gara. Si esibisce nuovamente Grace Jones, stavolta in versione mascolina con basette e baffi disegnati, sigaretta ed abiti maschili e arriva quindi il momento della classifica finale; Marco Masini con “Perché lo fai” è 3° e Renato Zero viene annunciato come 2° classificato. Lui si presenta sul palco tra gli applausi insieme a Grace Jones e Mariella Nava, e si rivolge al pubblico, ringraziandolo per l’affetto: “Io volevo dirvi soltanto una cosa.. Avevo già vinto incontrandovi. Siete stati veramente molto grandi, molto generosi. Spero di avervi lasciato un ricordo di questi miei 25 anni che sono stati tumultuosi, vagabondi, un po’ insoliti. Vi ho strappato i figlioli, ve l’ho fatti un pochino scorrazzare.. sono qui fuori con i loro striscioni, con la loro entusiasmante realtà. Li ho sottratti per voi a un destino forse diverso, forse più crudele: non si drogano, sono sani, forse bevono un bicchiere di vino con me. Grazie di esistere!“. Poi, dopo aver ringraziato anche il maestro Geoff Westley e l’orchestra che lo ha accompagnato, Renato esegue nuovamente “Spalle al muro” ricevendo, stavolta, addirittura una lunga standing ovation. Decide così di scendere in platea per prendersi l’abbraccio del pubblico, prima di essere riportato a fatica sul palco e uscire di scena. Viene quindi chiamato il vincitore, Riccardo Cocciante, accolto dai fischi della platea e anche della sala stampa e, in un’atmosfera di surreale silenzio, ha luogo la premiazione.

Due anni dopo, Renato torna a Sanremo presentando “Ave Maria” (da lui scritta e musicata con il maestro Renato Serio), “preghiera amara e disperata di chi si sente pieno di dubbi“, come la introdurrà Pippo Baudo. Totale riserbo sul brano, tanto che viene impedito a “Sorrisi & Canzoni” di pubblicarne preventivamente il testo, come da tradizione per tutte le canzoni del Festival. E così, venerdì 26 febbraio 1993, Renato si presenta sul palco con capello liscio ed occhiali, interpretando con la consueta teatralità ed intensità lo struggente brano ed ottenendo una clamorosa standing ovation da parte del pubblico. Lui ringrazia “a nome degli esclusi e di chi non è arrivato fino a qui” e poi presenta il coro che lo ha accompagnato.

Il giorno successivo è già tempo di finale e Renato viene dato per favorito, seguito da Amedeo Minghi e da Enrico Ruggeri (dato per favorito prima del Festival). Dopo la sua esibizione si arriva a fine serata con la lettura della classifica finale che vede Minghi, solo 9°, già fuori dai giochi e il 6° posto di Mietta. Restano quindi in cinque, con la sfida tra Zero e Ruggeri, mentre i Matia Bazar, De André jr. e il duo Casale-Di Michele non sembrano in grado di competere per la vittoria finale. Ma ecco lo psicodramma: Pippo Baudo annuncia il 5° posto di “Ave Maria” e partono dalla platea bordate di fischi che costringono l’imbarazzato Baudo a sospendere la lettura della classifica. Ma non è tutto. Anche nel momento dell’esibizione delle terze classificate, Casale-Di Michele (che nel frattempo erano andate a cena, non immaginando di finire sul podio), la platea inneggia a Renato con Baudo che a fatica riesce a placare gli animi. Vince Enrico Ruggeri con “Mistero“, mentre Cristiano De André, arrivato 2°, spara a zero su.. Zero: “Mi ha imbarazzato ascoltare ‘Ave Maria’ di Renato Zero. Credo che l’uomo, e non l’artista, abbia strumentalizzato un argomento sacro per emergere. Non mi sembra sincero, lo trovo sgradevole“. Dal canto suo anche Renato non è da meno e mezz’ora dopo la fine del Festival dichiara ai giornalisti che lo hanno raggiunto al ristorante: “La spocchia di Enrico Ruggeri e la finta tranquillità di Amedeo Minghi mi fanno schifo! E i giornalisti non mi hanno capito – dice stizzito – e non ha capito il pubblico che ha ascoltato le critiche faziose di certa stampa. La quale mi ha incollato sul petto l’etichetta di mistificatore. Purtroppo certi cantanti, come sempre vincitori annunciati, non hanno fatto altro che recitare una parte già scritta“. Ogni riferimento a Ruggeri.. non è affatto casuale! Nel frattempo i sorcini fuori dall’Ariston inveiscono urlando “Venduti!” e invocando persino l’intervento di Antonio Di Pietro, all’epoca magistrato in pieno periodo “Mani pulite”. Dopo il Festival, di cui anche questa volta è vincitore morale, Renato partirà nel suo tour teatrale “ZerOpera“, che segue la pubblicazione del disco “Quando non sei più di nessuno” e si butterà a capofitto sulla questione “Fonòpoli”.

E proprio per promuovere il suo progetto su uno spazio da destinare alla musica, l’anno successivo Renato torna come co-conduttore del Dopofestival, accanto agli amici Mara Venier e Roberto D’Agostino. Con loro sale anche sul palco dell’Ariston per consegnare il neonato “Premio per il miglior arrangiamento” (da lui stesso promosso) al maestro Beppe Vessicchio I giardini d’Alhambra” dei Baraonna. Nel 1996 Renato partecipa a Sanremo in veste di autore con il brano “Letti“, che rappresenta il ritorno di un altro personaggio a lungo ostracizzato a causa della sua omosessualità: Umberto Bindi. Il cantautore genovese si esibisce in coppia con i New Trolls, ma purtroppo il risultato è l’ultimo posto della classifica finale.

Passano quasi 10 anni e alla fine del 2005 l’organizzazione del Festival propone un premio alla carriera per Renato che gentilmente rifiuta, non sentendosi ancora così vecchio (a 55 anni) per ricevere quel tipo di riconoscimento. E così al Festival 2006, condotto dall’amico e sorcino Giorgio Panariello, Renato non partecipa. L’anno dopo, invece, oltre a sponsorizzare nella gara dei Giovani la “nipotina” Jasmine (figlia della compianta Stefania Rotolo), che lui stesso produce e per la quale scrive “La vita subito“, Renato è autore anche del brano di Al BanoNel perdono” (in entrambi i casi il co-autore è Vincenzo Incenzo). Diversi i risultati, con Jasmine che arriva a metà classifica tra i Giovani, mentre il buon Carrisi sfiora la vittoria del Festival, arrivando 2° dietro Simone Cristicchi e la sua “Ti regalerò una rosa“. Ma Renato non si limita a scrivere e il 2 marzo 2007 torna sul palco come superospite per un medley in omaggio alla musica italiana (Ciao amore ciao / Ritornerai / Era d’estate), seguito ancora una volta da una standing ovation. E dopo il ricordo di tanti illustri amici scomparsi che, indicando il cielo, “stanno lì, e per fortuna lì non esistono graduatorie e se la godono perché sono tutti primi“, si esibisce in un secondo, emozionante medley di suoi brani (Il carrozzone / L’impossibile vivere / Ave Maria / Nei giardini che nessuno sa / Il cielo / Il carrozzone). L’emozione è tanta anche per lui che, dopo l’attacco in ritardo su “Ave Maria“, incespica anche su “Nei giardini che nessuno sa“… ma sono dettagli di poco conto. Alla fine dell’applauditissima performance, Renato si presta anche a sorteggiare l’ordine di esibizione dei Giovani, non portando particolare fortuna a Jasmine, estratta per ultima. Lui la prende con filosofia (ed ironia), ricordandole che “siccome tu sei una nipotina di Renato.. Renato è Zero e canta per ultimo per via del cognome e tu te devi adegua’, cocco“. Poi ringrazia Pippo Baudo e se ne va tra gli applausi.

Infine, dopo varie voci che negli ultimi anni puntualmente lo davano per sicuro ospite del Festival, stasera poco dopo le 23 Renato salirà nuovamente sul palco dell’Ariston, ancora in veste di superospite, per regalare un doppio medley dei suoi successi e presentare il suo nuovo album di inediti, che uscirà a breve, del quale canterà il brano “Gli anni miei raccontano“. Appuntamento quindi su Rai 1 HD (canale 501) per questa ennesima, storica partecipazione di Renato Zero al Festival di Sanremo (LEGGI QUI tutto il resoconto).

 

Ivan Zingariello