Cinesexy le recensioni di Gordiano Lupi: “La dolce pelle di Angela”

4

 

La dolce pelle di Angela (1986)

di Andrea Bianchi

Regia: Andrea Bianchi (Andrew White). Soggetto: Andrea Bianchi. Sceneggiatura: Andrea Bianchi, Francesco Valitutti. Scenografia: Francesco Cuppini. Montaggio: Cesare Bianchini. Fotografia: Pasqualino Fanetti. Colore: L.V. di Luciano Vittori. Musiche: Ubaldo Continiello. Edizioni Musicali: Carlaub. Direttore di Produzione: Paolo Di Tosto. Produzione: Cineglobo. Interpreti: Michela Miti, Carlo Mucari, Anita Ekberg, Piero Gerlini, Maria Pia Parisi, Svetlana Starcova, Carmen Di Pietro, Helen Rambal, Pinuccio Ardia, Jane Keller, Maurizio Mauri, Guerrino Crivello, Roberto Pipino.

6

Michela Miti rischia di finire nel porno, dopo aver interpretato la maliziosa maestrina di Pierino, la sexy Biancaneve di Mario Bianchi, la fidanzatina di W la foca! e il divertente Vieni avanti cretino. Andrea Bianchi – regista di basso livello, noto per alcuni pessimi horror, un po’ di erotico e alcuni hard – la vuole protagonista assoluta (unica volta in carriera) de La dolce pelle di Angela, dove ricopre un ruolo davvero molto spinto. Andrea Bianchi è fratello di quel Mario Bianchi che aveva diretto la bella attrice nell’erotico-trash Biancaneve & Co.. Firma quasi sempre Andrew White, ma è italianissimo, scrive soggetto e sceneggiatura con l’aiuto di Francesco Valitutti. Michela Miti recita intense scene erotiche accanto a Carlo Murari e Gian Pier Germini, ma è notevole la partecipazione straordinaria di Anita Ekberg. Il film è pessimo, non poteva essere altrimenti, per gran parte girato in interni, si svolge in una casa di tolleranza gestita da una maîtresse come Anita Ekberg. Michela Miti è la prostituta più giovane e desiderabile, che ci finisce dentro per combinazione, dopo aver venduto il suo asinello e aver preso una carrozza diretta a Roma.

2

L’incontro con la Ekberg a bordo della carrozza sarà galeotto: Angela è ingenua quanto illibata, ma la proprietaria del bordello e le altre ragazze le faranno capire le gioie del sesso. Un film in costume, una via di mezzo tra un decamerotico fuori epoca e una pellicola di cappa e spada, irrisolto e girato piuttosto male, senza la minima cura formale. Angela è una ragazza in cerca di fortuna, finisce in un bordello romano, che s’innamora di un bandito che rapina la casa di tolleranza e alla fine sposa un vecchio nobile che muore durante la prima notte di nozze. Sarà la sua fortuna, perché potrà godere l’eredità insieme al suo innamorato. Non solo, insieme a lui e al servo della Ekberg (che si ritira dall’attività) gestirà una nuova casa di appuntamenti.

3

Il film si doveva intitolare Memorie di una ragazza di piacere e nel cast si leggono nomi di future sexy star come Carmen Di Pietro. Si può vedere in due versioni, una molto castigata (tagliatissima!) di appena 59’, l’altra di oltre 80’ con tutte le scene erotiche. Molti nudi integrali per Michela Miti, nel film più caldo della sua carriera, alcune sequenze la mostrano intenta a spiare le colleghe che amoreggiano, ricordiamo un bagno con le altre ragazze, diverse scene lesbo, molti rapporti in bordello e con il suo amante bandito (con cui perde la verginità).

1

La Miti è nel pieno del suo splendore, come non la rivedremo più, in un film che cita Paprika e Nove settimane e mezzo, ma anche molto erotico di Joe D’Amato (Lussuria, L’alcova…), pur tenendosi lontano da certi standard qualitativi. La musica di Ubaldo Continiello è la cosa più interessante di un prodotto che a livello di sceneggiatura si ricorda per inconsistenza, tra dialoghi doppiati malissimo, frasi come: “Gli uomini vanno e vengono. Fanno tutto in fretta e furia!” e consigli per usare la Bernarda nel migliore dei modi. Conclusione: “L’amore è nudo! E bello!”. Grande messaggio. Avrebbe avuto un senso soltanto se fosse stato un porno.

Gordiano Lupi