Morto suicida l’attore e regista Memè Perlini, re del teatro d’avanguardia

Memè Perlini

Morto suicida Memè Perlini, attore e regista tra i protagonisti del teatro di avanguardia degli anni ’70 e ’80.

L’attore e regista teatrale Memè Perlini è morto stanotte a Roma all’età di 69 anni, gettandosi dal balcone del quinti piano della sua abitazione in via Principe Eugenio n.32, nel quartiere Esquilino, dove viveva da solo, con l’assistenza di una badante. Il corpo di Perlini è stato ritrovato stamattina nel cortile condominiale, mentre a nulla è servito l’arrivo dell’ambulanza con i paramedici che hanno solo potuto constatarne il decesso. La polizia indaga sulla vicenda, ma l’ipotesi ormai certa è quella del suicidio, visto che sul corpo non sono stati riscontrati segni di violenza e l’appartamento era chiuso dall’interno. Sul balconcino dell’abitazione le pantofole, che Perlini si è sfilato prima del tragico gesto, mentre al momento non sono state rinvenute lettere in cui si annunciasse la volontà di farla finita.

Memè Perlini soffriva però da tempo di una forte depressione, come dichiarato dall’amico Ulisse Benedetti già direttore del teatro Beat72 e del Tordinona: «Soffriva di una depressione grave, ma era in cura. Aveva la scrivania ingombra di farmaci». Nonostante il supporto morale fornito dagli amici, Perlini non riusciva però a liberarsi del suo male, tanto da non lavorare più negli ultimi tempi, come sottolineato da Benedetti: «Abbiamo tentato in tanti modi di farlo interessare a nuovi progetti, purtroppo senza successo», che poi aggiunge «La data dei funerali non è stata ancora fissata perché si attende l’arrivo a Roma della sorella di Perlini con il nipote. Saranno loro a decidere cosa fare» e conclude con il doveroso omaggio «Con Memè se ne va un altro importante protagonista del teatro italiano».

Memè Perlini
Memè Perlini

Nato in una famiglia di girovaghi proprietari di giostre da luna park che battevano la Bassa padana (origini che si rifletteranno sulla sua formazione artistica), sostenitore del surrealismo e dell’arte concettuale, è considerato fra gli esponenti più rappresentativi dell’avanguardia teatrale italiana di scuola romana. Come autore teatrale ha scritto una cinquantina di testi, rappresentati in tutto il mondo.  Come appassionato di pittura ha avuto, in ambito teatrale, esperienze di scenografia. Ha studiato all’Accademia di Belle Arti iniziando a Roma l’attività professionale proprio come illustratore e poi scenografo al Teatro dei Folli. Amico ed allievo di Lindsay Kemp, debuttò in teatro con Giancarlo Nanni ed è stato poi cofondatore nel 1973 del Teatro La Maschera, iniziando un lungo sodalizio personale e artistico con lo scenografo, attore e regista Antonello Agliori, scomparso nel 2013, con cui ha dato vita a spettacoli come Locus Solus, Eliogabalo, La cavalcata sul lago di Costanza, Il risveglio di primavera. La sua prima regia teatrale fu la pièce Pirandello chi?, mentre tra gli altri suoi lavori figura anche La lupa, tratto da Giovanni Verga e rappresentato nel 1992.

Ha debuttato nel cinema in Le castagne sono buone (1970) di Pietro Germi, interpretando anche Peon in Giù la testa (1971) di Sergio Leone, Hitler in Quando c’era lui… caro lei! (1978) con Paolo Villaggio e Aristide in La famiglia (1987) di Ettore Scola. Una ventina i titoli interpretati, dai decamerotici di inizio anni ’70 a film d’autore nel decennio successivo come Voltati Eugenio (1980) di Luigi Comencini e Notte italiana (1987) di Carlo Mazzacurati.

 Cinque le sue regie cinematografiche tra cui due film inseriti nella sezione Un Certain Regard del Festival di Cannes: Grand Hotel des Palmes (1977) e Cartoline italiane (1987).

 

Ivan Zingariello