Molly’s game: La regina del Poker raccontata dal re delle sceneggiature

Molly’s game ha per protagonista Jessica Chastain e vede alla regia e allo script il re degli sceneggiatori Aaron Sorkin, autore inesauribile che ricordiamo, in particolare, per serie tv quali West wing News room, oltre che per i lungometraggi cinematografici The social network di David Fincher e Steve Jobs di Danny Boyle.

Quindi, il debutto alla regia per lo sceneggiatore che ha fatto di dialoghi e parole quello che sono gli effetti speciali nei recenti film d’azione non poteva certo deludere, anzi.

La storia dell’ex campionessa di sci con padre iper competitivo (Kevin Costner) che, dopo un brutto incidente, vede interrotta la sua carriera e anche il rapporto con il genitore, il quale, per una serie di circostanze, la porta a diventare una delle più quotate organizzatrici di bische milionarie per gli amanti del poker.

Un tema caro a Hollywood quello del gioco e, in particolare, del poker, che questa volta affrontato senza errori; ma, ovviamente, ciò che interessa a Sorkin (e anche allo spettatore)  è come la protagonista (una sempre più brava Chastain) arrivi a trovarsi al centro  di questo sogno americano al contrario, che la pone poi confrontarsi contro il governo degli Stati Uniti  difesa da un avvocato (Idris Elba) poco convinto dalla sua storia. Ed è Partendo dalla fine che Sorkin costruisce la storia attraverso una lunga serie di flashback e voce fuori campo, portandoci nel mondo di Molly.

Un testo teatrale perfettamente reso a livello cinematografico.  Sorkin usa tutto quello che serve insieme ai suoi attori, con l’aggiunta di una sceneggiatura di ferro, dialoghi serrati  e una storia che tiene incollato lo spettatore proprio come se si trovasse ad un tavolo da poker.

Due ore e venti  la durata, e verrebbe da pensare la stessa di un film della Marvel, ma con la differenza che alla fine, in questo caso, ricordate tutta la storia e avete una gran voglia di farvi una partita a poker, consigliando senza esitazioni questo film ai vostri amici.

Ultima nota: l’interpretazione di Michael Cera nella parte del giocatore X, un cattivo perfetto, che gioca a poker non per il gusto di giocare ma solo per quello di distruggere le vite degli altri (qualsiasi riferimento al fondatore di Facebook è puramente casuale). Ma nel film di Sorkin troverete tanto , forse tutto del sempre citato sogno americano, questa volta tramite un tavolo da poker.

Se fate parte dei quel pubblico che vede solo quattro film all’anno, questo è uno di quelli che vi occorrono per fare poker, mentre, per tutti gli altri, si tratta solamente di una scala reale da giocare con la visione della pellicola.

 

Roberto Leofrigio