City of lies – L’ora della verità: due casi irrisolti per il detective Poole

Sull’ondata dell’anti-trumpismo, sono molti i lungometraggi a tema prodotti nell’ultimo anno. Basti pensare, ad esempio, che soltanto alla Festa del Cinema di Roma 2018 ne sono stati presentati ben tre: The hate U give di George Tillman Jr., If Beale Street could talk di Barry Jenkins e Monsters and men di Reinaldo Marcus Green).

Comun denominatore di tutti i presenti lavori è la discriminazione dei neri in America e l’ingiustificata violenza contro di essi, meschinamente negata dalle stesse autorità.

Di fianco a questi tre titoli, però, ve ne è un altro che, a sua volta, prende spunto da eventi realmente accaduti. Stiamo parlando di City of lies – L’ora della verità, diretto da Brad Furman e che prende spunto dagli omicidi mai risolti dei rapper Tupac Shakur e The Notorious B.I.G., avvenuti alla fine degli anni Novanta.

Russel Poole (Johnny Depp), dunque, è un ex detective che ha dedicato gran parte della sua carriera al presente caso. Egli, vent’anni dopo le misteriose uccisioni, riceve la visita di Jackson (Forest Whitaker), un reporter che ha visto il suo unico momento di gloria grazie a un suo servizio sul duplice omicidio. Ha inizio, così, una nuova indagine atta a smascherare perfino la stessa polizia di Los Angeles.

Come è avvenuto anche per i precedenti lavori citati, nel momento in cui si trattano argomenti del genere (siano essi ispirati a fatti realmente accaduti o storie di pura finzione), il rischio di scadere in una pericolosa retorica è sempre altissimo.

Malgrado, dunque, numerose imperfezioni che vedono il loro picco nei frequenti cali di ritmo concentrati principalmente nella parte centrale, il film di Brad Furman ha dalla sua il fatto di essere riuscito a evitare in maniera sapiente tale retorica, concentrandosi su una messa in scena principalmente cronachistica dei fatti, con focus soprattutto sui due personaggi principali (i particolarmente convincenti Depp e Whitaker), sulle loro tensioni interiori e sul loro personale coinvolgimento emotivo.

Quindi, sebbene parecchi elementi, nel complesso, convincano poco lo spettatore, City of lies – L’ora della verità si rivela tutto sommato dignitoso. Rischiando soltanto di finire probabilmente nel dimenticatoio già pochi mesi dopo la sua permanenza nelle sale.

 

 

 

 

Marina Pavido