Terminator – Destino oscuro: “erase and rewind”

Il successo musicale Erase and rewind dei Cardigans, che significa letteralmente “cancella e riavvolgi”, non avrebbe affatto sfigurato nella colonna sonora di Terminator – Destino oscuro.

Su sceneggiatura, tra gli altri, di James Cameron, che iniziò la saga nel 1984, al timone di regia Tim Miller riprende le file della storia esattamente dalla fine di Terminator 2 – Il giorno del giudizio; quindi dovete dimenticare sia i capitoli tre, quattro e cinque che la serie tv Terminator: The Sarah Connor chronicles. Di conseguenza, dimenticate Skynet e il nome di John Connor, in quanto la storia prende qui un’altra linea temporale (libertà decisamente concessa nei film di fantascienza, come testimonia anche Star Trek di J.J. Abrams) e ritroviamo Linda Hamilton nel ruolo di Sarah Connor, con tanto di volto segnato dalle rughe del tempo ma dotata, al tempo stesso, di una straordinaria forza. Il vero Terminator possiamo quasi dire che qui sia lei.

Veniamo immersi a Città del Messico per fare conoscenza con i nuovi protagonisti: Daniella Ramos (Natalia Reyes), semplice ragazza che lavora in una fabbrica di auto, e la umana potenziata Grace (Mackenzie Davis), venuta dal futuro per proteggerla da un nuovo Terminator modello Rev-9 (Gabriel Luna), che fonde la forza del T-800 con le capacità liquide del T-1000 rispettivamente visti nel primo e nel secondo film. Daniella è, praticamente, la nuova John Connor della questione, e il compito di Grace è di salvarla, trovandosi presto affiancata da Sarah, la quale riceve da anni informazioni sull’arrivo delle macchine dal futuro.

Un plot che ricalca de facto quello alla base del secondo Terminator, con lo scopo di concretizzare un capitolo finale (ma non è detto sia così) e riportare finalmente sullo schermo, oltre alla Hamilton, l’altro leggendario protagonista Arnold Schwarzenegger, che riprende in modo insolito il suo personaggio.

Sorvolando su evidenti forzature dello script, la CGI la fa padrone con scene che ricordano tanti altri film d’azione, ed è forse questo, paradossalmente, il difetto maggiore del film, sofferente di eccessivo uso di effetti digitali a cui il pubblico è ormai più che abituato, considerando che nel lontano 1991 fu proprio Terminator 2 – Il giorno del giudizio a portarli a conoscenza degli spettatori come sorprendente innovazione tecnologica cinematografica.

Ma il cast, fortunatamente, si rivela convincente e, probabilmente, fa scendere qualche lacrimuccia ai fan che videro il primo Terminator al cinema; mentre Miller, che proviene da Deadpool, riesce in ogni caso a coinvolgere lo spettatore, sia ricorrendo alla CGI che quando ne fa a meno.

A lasciare un po’ perplessi è il nuovo dell’intelligenza artificiale: Legion, probabile idea dell’altro autore dello script, David S. Goyer, che, oltre ad essere un regista, produttore e tante altre cose, è anche uno sceneggiatore di fumetti, quaindi avrà pensato una citazione da essi.

Sicuramente, Terminator – Destino oscuro è un tassello che scatenerà i fan della serie sul perchè si sia cancellata una linea temporale e se ne sia aperta un’altra, ma l’impressione è che James Cameron non intenda ancora abbandonare i personaggi che gli hanno spianato la strada di Hollywood … anche perché le battute estremamente divertenti lasciate allo storico T-800 e alla sempre affascinante Sarah valgono davvero il prezzo del biglietto per assistere a questo ottimo lungometraggio.

 

 

Roberto Leofrigio