Addio Riccardo Garrone, re dei caratteristi (VIDEO). “Vacanze di Natale”, “Giovannona Coscialunga” e molto altro..

Ma quale San Pietro e San Pietro!?!? E’ triste pensare che per le nuove generazioni il grandissimo Riccardo Garrone, morto oggi a Milano all’età di 89 anni, sia identificato come il San Pietro degli spot della Lavazza, in cui offriva paradisiaci caffè ai vari Solenghi, Bonolis e Laurenti, Brignano. Garrone, grande attore romano, è stato invece uno dei caratteristi più importanti della storia del cinema italiano, con una carriera tra le più longeve durata ben 65 anni. 180 le sue interpretazioni tra film e fiction, oltre ad intense attività in teatro e come doppiatore.

Una carriera sterminata che spazia dai film di Federico Fellini (Il bidone nel ’55 e La dolce vita nel ’60) a quelli di Luigi Zampa (La romana nel ’54, Il vigile nel ’60, Bello, onesto, emigrato Australia sposerebbe compaesana illibata nel ‘71); da quelli di Mario Monicelli (Padri e figli e Il medico e lo stregone nel ’57, Toh, è morta la nonna! nel ’69) a quelli di Dino Risi (Belle ma povere nel ’57, Venezia, la luna e tu nel ’58, Il successo nel ’63, I complessi nel ’65); da quelli di Ettore Scola (Se permettete parliamo di donne nel ’64, La cena nel ’98) fino alle produzioni internazionali di registi come Joseph Losey (Eva nel ’62) ed Anthony Asquith (Una Rolls-Royce gialla nel ’64).

Garrone ha attraversato tutte le stagioni storiche della commedia all’italiana diventandone uno dei volti più conosciuti e partecipando, oltre a quelli già citati e a tantissime pellicole minori, anche a film come “Audace colpo dei soliti ignoti” (1959) di Nanny Loy, “Arriva Dorellik” (1967) di Steno, ben 5 film con Franchi e Ingrassia tra cui “I due pericoli pubblici” (1964) di Lucio Fulci, “Il fischio al naso” (1967) di Ugo Tognazzi, “Basta guardarla” (1970) di Luciano Salce, “Rugantino” (1973) di Pasquale Festa Campanile, “Amarsi un po’…” (1984) di Carlo Vanzina.

Tanti anche i ruoli in altri generi popolari, dai peplum come “Saffo – Venere di Lesbo” (1960) di Pietro Francisci agli horror come “5 tombe per un medium” (1965) di Massimo Pupillo e “Il medaglione insanguinato” (1975) di Massimo Dallamano; dai musicarelli come “I ragazzi di Bandiera Gialla” (1968) di Mariano Laurenti ai western del fratello Sergio Garrone come “Degueyo” (1966), “Se vuoi vivere… spara!” (1968) e “Una lunga fila di croci” (1969); dai decamerotici come “Decameron proibitissimo (Boccaccio mio statte zitto)” (1972) di Marino Girolami ai thriller come “Il baco da seta” (1974) di Mario Sequi; dai drammatici come “La ragazza con la valigia” (1961) di Valerio Zurlini fino agli erotici come “Paprika” (1991) di Tinto Brass.

Negli ultimi 25 anni ha partecipato prettamente a miniserie, fiction e serie tv come “Il vigile urbano” (1989-90) accanto a Lino Banfi, “Amico mio” (1993-94) con Massimo Dapporto, “Un medico in famiglia” (1998 e 2004) in cui era il marito di Milena Vukotic e “Anna e i cinque” (2008) con Sabrina Ferilli. Attivissimo anche nel doppiaggio dove lo ricordiamo come voce dell’orso Lotso di “Toy Story 3“, oltre ai vari cartoni tv come “Lady Oscar“, “Belle e Sebastien“, “Lamù, la ragazza dello spazio” fino ad arrivare ai “Simpson” dove, sulla scia degli spot Lavazza, ha dato voce proprio a San Pietro.

Tanto teatro nella carriera di Riccardo Garrone; aveva studiato all’Accademia d’arte drammatica “Silvio D’Amico” ed era entrato prima nella compagnia Gassman-Torrieri-Zareschi, poi in quella della coppia Morelli-Stoppa diretta da Luchino Visconti. Approdò poi alla compagnia del Teatro Parioli di Dino Verde, dove iniziò la sua carriera in ruoli brillanti che riprese poi al termine della stagione d’oro del cinema italiano, prima al Sistina (1984-87) e poi nella compagnia di commedie leggere di Antonella Steni (1987-91), con la quale recitò spesso anche negli anni successivi. Da segnalare la terza edizione del celebre spettacolo “Aggiungi un posto a tavola” di Garinei e Giovannini (1990) in cui Garrone fu la voce di Dio, mentre negli anni duemila recitò al fianco anche di Barbara D’Urso (!) in “Mal d’amore” (1999/2000) e Annalisa Minetti in “Beatrice e Isidoro” (2000/01), diretto da Franco Miseria e Maurizio Colombi.

Dopo questo lungo elenco di titoli e nomi, ho tenuto per il ricordo finale tre ruoli emblematici per i quali il grande pubblico ricorda Riccardo Garrone, e che già sono sicuro, avrete pensato «ma ti sei dimenticato….». No, non l’ho dimenticato, ed infatti parliamo proprio di “Giovannona Coscialunga“, “Fantozzi subisce ancora” e “Vacanze di Natale“! In “Giovannona Coscialunga disonorata con onore” (1973) diretto da Sergio Martino, Garrone interpreta Robertuzzo, il protettore dai congiuntivi problematici della prostituta Cocò (Edwige Fenech), che cercherà in tutti i modi di entrare nell’affare tra l’industriale La Noce (Gigi Ballista) e l’onorevole Pedicò (Vittorio Caprioli), oltre a recuperare Cocò “assunta” da Mario Albertini (Pippo Franco) per conto di La Noce con il compito di sedurre proprio l’onorevole.

In “Fantozzi subisce ancora” (1983) di Neri Parenti, Garrone prende il posto del defunto Giuseppe Anatrelli nel ruolo di Calboni, il collega di Fantozzi (Paolo Villaggio) che gli ha “soffiato” la signorina Silvani (Anna Mazzamauro), riuscendo addirittura a sposarla. Nel film c’è anche la famosa gita al mare dove il gruppo di impiegati si imbatterà nel mitico Franchino (Mario Pedone), orsone peloso e dalle ascelle puzzolentissime che umilierà ulteriormente  il povero ragionier Fantozzi, conquistando il cuore della Silvani.

In “Vacanze di Natale” (1983) di Carlo Vanzina, primo film della serie che sarà un marchio di fabbrica del duo Boldi-DeSica, Garrone veste i panni del facoltoso avvocato Giovanni Covelli, padre di Roberto (Christian De Sica) che arriva con la fidanzata americana Samantha (Karina Huff). Covelli senior con la moglie (Rossella Como) ed i figli in vacanza a Cortina, si troverà a passare un travagliato soggiorno che culminerà prima con il suo famoso brindisi «Anche questo Natale se lo semo levato dalle palle!», e poi con la scoperta del figlio Roberto a letto con il maestro di sci.

Quella di Riccardo Garrone rappresenta un’altra enorme perdita per il cinema popolare italiano dopo quelle di Giorgio Ariani ed Aldo Ralli, la scorsa settimana; lo ricorderemo come un grandissimo ed ironico attore che di sicuro resterà nel cuore sia degli amanti del cinema di genere, sia del popolo televisivo italiano.

 
 

Ivan Zingariello