Banco del Mutuo Soccorso Live: intervista a Tony D’Alessio e Filippo Marcheggiani

Torna l’estate in musica e non potevano mancare il talento, il cuore e la grande storia del Banco del Mutuo Soccorso live.

La prodigiosa formazione di prog rock di fama mondiale tornerà, infatti, sui palcoscenici dopo il lungo periodo di fermo dovuto al Covid 19 e lo farà con quattro strepitose date: il 14 Agosto 2020 a Majano (Udine) Festival di Majano, il 23 Agosto 2020 a Casteo dei Volsci Frosinone Music Under The Rock Festival, il 4 Settembre 2020 a Salerno Arena del Mare e l’11 Ottobre 2020 ad Avezzano Teatro dei Marsi. Un’occasione unica ed entusiasmante per rivedere finalmente in azione la mitica formazione di Vittorio Nocenzi, tastiere, Filippo Marcheggiani, chitarra solista, Nicola Di Già, chitarra ritmica, Fabio Moresco, batteria, Tony D’Alessio, lead vocal e Marco Capozi, basso. Ne abbiamo parlato con Tony e con Filippo e ci siamo fatti raccontare da loro l’emozione di poter tornare, con le dovute norme di sicurezza, a tu per tu con il loro affezionatissimo pubblico…

 

Tony, le nuove date del Banco del Mutuo Soccorso testimoniano il ritorno live della band e sono il naturale proseguimento del tour iniziato prima della crisi da Covid 19…

Tony D’Alessio: Infatti le vediamo proprio così, con tutte le ovvie limitazioni del caso, i distanziamenti e via dicendo. Noi abbiamo il dovere di ripartire prima di tutto, quindi ben venga chi tenta di tornare piano piano e gradualmente alla normalità.

 

Quali sono state le tue reazioni quando hai saputo che saresti tornato sul palcoscenico dopo un periodo in cui sembrava proprio che non ci fosse più modo di fare concerti?

Tony D’Alessio: Con il trauma del lockdown improvviso e del suo prolungamento ti giuro che io, fino all’ultimo momento, ho avuto difficoltà a crederci. Ci speravo che si riprendesse con la nostra vita sui palcoscenici, ma, ovviamente, delle difficoltà ci sono ancora. Nei teatri ancora non abbiamo certezza di poter riprendere a suonare finchè non si chiarisce tecnicamente la questione del virus e tutto il resto.

 

Il Banco per sua stessa natura è una band di aggregazione, basta pensare ai fan che venivano invitati a salire con voi sul palcoscenico…

Tony D’Alessio: Ma anche tu stessa hai visto quanto mi piace stare vicino al pubblico, abbracciare i nostri fan… Il fatto è che non so fino a che punto ci potremo permettere ora un comportamento del genere. Ma, in ogni caso, almeno sarà bello vedersi e potersi salutare con le dovute misure di sicurezza, è già meglio che non poter proprio tornare alla musica e ai nostri palcoscenici. Anche a media distanza cercheremo di metterci tutto il calore e la fisicità possibile.

 

Un calore e una fisicità che, oltre al tuo talento vocale, ovviamente, sono i tuoi punti di forza. Quindi per te non dovrebbe essere affatto difficile questo tipo di comunicazione un po’ diversa dal solito…

Tony D’Alessio: Devo dire che da questo punto di vista io mi sento un po’ un “nodino alla gola”, il fatto di non potermi tuffare in mezzo alle persone che mi vogliono bene mi dispiace. Ma cerco di stringere i denti perchè voglio provare a tornare prima possibile a quello che è sempre stato.

 

Quale è il pezzo che, durante lo scorso tour, eseguendolo dal vivo, ti ha dato maggiore soddisfazione?

Tony D’Alessio: Dall’album Transiberiana sicuramente Eterna Transiberiana, è un momento che ci ha stiputo per le emozioni che siamo riusciti a regalarci l’un l’altro. Ci si guarda e si prova amore mentre lo eseguiamo. Per quanto riguarda i pezzi storici dipende da quello che mi passa per la testa in un determinato momento. Mi piacciono tutti moltissimo, ma un momento evocativo, e lo è sempre, è il finale di R.I.P.. Poi un’altra fase in cui provo dei brividi lungo la schiena è mentre eseguo La ricerca della posizione eretta, nella parte dopo lo strumentale quando si parla del momento in cui l’uomo si alza in piedi e trova la sua direzione e la sua umanità. È un’emozione che ho sempre dentro molto forte. Spero che al pubblico arrivi, perlomeno posso dire che ai miei compagni di gruppo arriva.

 

Al di là dell’attività live, il fatto di essere un po’ fermi vi ha stuzzicato e vi ha fatto venire l’idea di pubblicare un nuovo album?

Tony D’Alessio: Sì, non si è mai smesso di pensare a questo. Quando il corpo non può viaggiare, la mente deve farlo. E un’idea che non puoi fermare, come quella del Banco, deve proseguire anche teoricamente, con la scrittura e la composizione. Quindi il prossimo passo sarà il cd sull’Olando.

 

Come prendi il tempo che passa?

Tony D’Alessio: Non ho mai avuto difficoltà ad accettare le mie fasi della vita. Non ho mai desiderato di essere più giovane o più vecchio. Forse da bambino desideravo essere più grande, ma giusto per raggiungere gli obiettivi di tutti gli esseri umani, ovvero la libertà, la conquista della possibilità di scegliere il proprio destino.

 

Filippo, finalmente finisce anche per voi la “clausura” e si ritorna sul palcoscenico. Quali sono le tue impressioni?

Filippo Marcheggiani: Io non vedo l’ora! Ho proprio una sorta di prurito alla mani, mi manca veramente il palcoscenico come ad una persona potrebbe mancare casa. Ripartiamo da un posto bellissimo, da una regione che ha sempre ospitato grandissima musica. Il Friuli è sempre stato vetrina di grandissimi concerti. Io qualche anno fa vidi il concerto dei Foo Fighters a Villa Manin Codroipo. Partii apposta da Roma per quell’evento. Un concerto meraviglioso in un posto meraviglioso perchè, lo ripeto, il Friuli è una regione molto sensibile e molto attenta alla grande musica. Si sono prodigati quest’anno per presentare dei concetti di grande qualità, nonostante non potessero avere quei grandi nomi che, come sempre, animano le loro estati musicali. Per il resto è una grande attesa, contiamo i minuti che ci separano dal salire sul palcoscenico.

 

Tu sei particolarmente apprezzato on stage per i tuoi assolo di chitarra, una rivelazione del Banco 2.0. Stai per caso preparando qualcosa di particolare per questi concerti che potremmo definire “liberatori”?

Filippo Marcheggiani: Mi hai letto nel pensiero… Certo che ci sarà una sorpresa. Questo è stato un periodo che abbiamo sfruttato per studiare, di tempo ce n’è stato fin troppo, quindi mi sono potutto permettere di preparare delle cose che mi piacevano per il live e di perfezionarne altre che mi piacevano di meno. Ci sarà una grandissima sorpresa al bis della quale, però, non posso svelare altro. Qualcosa che ho preparato durante il lockdown e che finalmente potrò presentare sul palcoscenico.

 

A proposito di studio, ti abbiamo visto sui social alle prese con dei pezzi un po’ diversi da quelli del Banco, brani di metal prog nei quali vai davvero alla grande. Ti ha aiutato anche il periodo di lockdown ad esprimerti con materiale un po’ diverso da comunicare tramite social?

Filippo Marcheggiani: Dal punto di vista musicale è stato un ritorno al passato, nel senso che io ho sempre avuto una grandissima passione per i Dream Theater che non ho mai nascosto. Aldo Pancotti, il Presidente Responsabile del nostro Fans Club, mi prendeva sempre in giro perchè suonavo con la maglietta dei Dream Theater, così, una volta prese una maglietta di Darwin e mi disse: “Dalla a John Petrucci così, magari, qualche volta la indossa e ci ricambia il favore”. Io così feci e la portai a John a Milano, in una serata del 1997 dicendogli testualmente: visto che io porto sempre la maglietta dei Dream Theater, qualche volta potresti ricambiare la cortesia? Lui si fece una risata. Insomma, i Dream Theater sono stati un passione ritrovata ed ho trovato il tempo per studiare delle parti che per me sono pittosto complicate e che sono sempre una sfida. Il lockdown in questo è stato un vantaggio. Poi ho avuto la possibilità di suonare con vecchi e nuovi amici. Ad esempio Alessandro Campone, che è un vocal coach straordinario di Roma ed è il mio insegnante di canto da cinque anni, con Beppe Sarno che ormai è milanese di adozione ma avellinese, un amico di vecchia data con il quale non avevamo mai avuto modo di collaborare. Finalmente abbiamo trovato la scusa per farci una suonata, anche se virtualmente, insieme. Mi dispiace non aver pubblicato un paio di cose originali che avevo scritto durante il lockdown e che, però, sono rimaste lì perchè poi, quando si è ripreso con la vita di tutti i giorni, non ho avuto più il tempo di ultimare. Purtroppo, adesso questa maledetta comunicazione social ti impone di fare dei video, ad esempio il novanta percento del tempo riguardante il pezzo che ho eseguito dei Dream Theater l’ho speso dietro al video. Però va bene, è stato comunque un momento di crescita. Sto diventando un buon videomaker ed è una cosa positiva, non si sa mai nella vita…

 

Susanna Marinelli