Bumblebee: il mio amico Maggiolone

Direttamente dalla saga Transformers, Bumblebee è il robot giallo che, fiammante Camaro ma in origine modestissimo Maggiolone, è ora protagonista di uno spin off tutto suo.

Il Michael Bay regista del franchise originale ricopre soltanto il ruolo di produttore in Bumblebee, diretto dal Travis Knight autore del lungometraggio d’animazione Kubo e la spada magica e ambientato nel 1987, in modo da agguantare i valori cari ai cartoon derivati negli anni Ottanta dai giocattoli Hasbro.

Su Cybertron infuria una guerra tra Autobots e Decepticons, e Optimus Prime, capo dei primi, decide di inviare su un lontano pianeta uno dei suoi soldati, il giovane Bumblebee, appunto, scagliandolo con un messaggio di salvezza verso la Terra.

La Terra dove, divenendo per l’occasione un Maggiolone giallo canarino, finisce per stringere una vera e propria amicizia con la giovane Charlie (la Haylee Steinfeld de Il grinta); mentre l’esercito, guidato dal temibile agente Burns (John Cena), gli dà la caccia e due vecchi nemici di Cybertron si mettono sulle sue tracce.

E Bumblebee si rivela un’opera che respira piena fascinazione per quello che c’è dietro all’operazione cinematografica di tutti questi Transformers, prendendo a piene mani dai citati anni Ottanta che li hanno resi celebri, con tanto di rimandi musicali.

Di buono, poi, vi è il fatto che a livello stilistico il film rispetta i canoni del cartoon all’origine, offrendoci in formato cinematografico i vari Optimus Prime (da noi Commander) e simili come li abbiamo conosciuti a suo tempo, in modo che possiamo distinguere finalmente su grande schermo i buoni dai cattivi (nei film di Bay, invece, erano tutti iconograficamente simili).

Però è anche vero che ci troviamo di fronte alla solita vicenda dell’alieno buono venuto dallo spazio, come già successe con E.T. – L’extraterrestre (non per nulla Steven Spielberg è produttore esecutivo) e dei valori che possono caratterizzare questa amicizia speciale, con una Steinfeld che rifà il verso (in meglio) alla Lindsay Lohan di Herbie il super Maggiolino, altra probabile fonte di ispirazione per questo lungometraggio.

Quindi, nulla di originale alla base, anche perché il robot protagonista viene mostrato come avvenne nel primo Transformers, salvo essere maggiormente sviluppato grazie alla creatività del regista Knight, il quale si diverte a sfruttare l’ironia (il riferimento a Breakfast club) e a fare ricorso a una colonna sonora comprendente pezzi dei Duran Duran,  Rick Astley e The smiths.

Alla fine, Bumblebee è uno spin off che riesce a rappresentare il degno compromesso lontano dall’esagerazione visiva di Bay.

Non che ciò possa essere inteso esclusivamente in qualità di bene, ma una riduzione di caos è ben accetta in questa piccola, seppur spettacolare, escursione dei Transformers.

 

Mirko Lomuscio