Chiamata dar Maestro: Calvagna omaggia Califano ai tempi del Coronavirus

A sette anni dalla scomparsa del cantautore romano originario di Tripoli Franco Califano, avvenuta il 30 Marzo 2013, in pieno periodo di Coronavirus Stefano Calvagna trova il modo di omaggiarlo attraverso Chiamata dar Maestro.

Non c’è nulla da fare: a pochi mesi dall’uscita in sala del suo ultimo lungometraggio, Baby gang, il prolifico e instancabile cineasta romano non viene fermato neppure dalla quarantena e, complice un telefono cellulare usato come camera di ripresa dal figlio tredicenne Niccolò, mette in piedi in men che non si dica uno short di sette minuti del quale è anche unico protagonista.

“Ho sognato Franco Califano tre notti fa”, dichiara Calvagna, “Era abbronzato, indossava una camicia rosa e mi ha detto ‘Stai tranquillo Ste’, passa tutto, mo finisce tutto’. Mi sono svegliato alle 4.20 e la mia mano sembrava andare per conto suo, come se fosse guidata da qualcuno”.

In cinque minuti l’autore de L’uomo spezzato ha chiuso il foglio A4 e, in seguito, ha telefonato a Gianfranco Butinar – che interpretò proprio il Califfo nel suo biopic Non escludo il ritorno – chiedendogli di replicare la voce del maestro cui dobbiamo Minuetto La nevicata del ’56  per inserirla nella telefonata che caratterizza la prima parte del corto.

Telefonata attraverso cui emerge proprio tutto il dramma dell’attualità, tra economia ferma, popolo che non sa come reagire alla minaccia del virus e bare trasportate dall’esercito; ma mai senza rinunciare ad accenni d’ironia, tipici sia di Calvagna che di Califano, e con rime poetiche in dialoghi.

Senza aggiungere altro, Chiamata dar Maestro potete visionarlo qui di seguito.

 

 

Francesco Lomuscio