Doppio passo: il calcio come metafora della vita

doppio passo 1

Doppio passo, l’esordio alla regia di Lorenzo Borghini, non è solo un film sul calcio, ma racconta la storia di una scelta azzardata capace di far precipitare un uomo in un pericoloso vortice di problemi.

Claudio è lo storico capitano della Carrarese Calcio, un trascinatore, sia nella vita calcistica che in quella familiare. Tutto sembra andare per il meglio: la squadra raggiunge la promozione in serie B e, insieme alla moglie, apre finalmente il ristorante che ha sempre desiderato per stabilizzare il futuro economico della famiglia.

doppio passo 2

La tanto agognata serie B, però, si rivela una condanna: a Claudio non viene rinnovato il contratto per la sua età. Sarà l’inizio della caduta, come atleta e come uomo, in un vortice di eventi che metterà in crisi le sue certezze e il suo stesso rigore morale.

Se calcio ha le sue stelle, i suoi Messi e Cristiano Ronaldo, il cinema, attraverso Doppio passo, coraggioso esperimento narrativo, ha scoperto due nuovi “fenomeni”, ossia i due interpreti principali: Giulio Beranek e Giordano De Plano, capaci di catturare l’attenzione anche senza proferir parola, attraverso i loro silenzi, i loro sguardi e la loro mimica. Caratteristica che richiama i grandi attori holliwoodiani del passato, esattamente come Cristiano Ronaldo e Messi richiamano le gesta di Maradona e Pelé.

doppio passo 3

Il cinema è un mezzo capace di raccontare e, spesso, spiegare la vita, con le sue verità, le sue menzogne, le sue altezze e le sue bassezze. Il calcio è, a sua volta, ormai, parte delle vite di molti. Spesso parte integrante. Un mondo complesso, frastagliato, fatto di ricchezza e miseria, economica e morale che sia. Forti emozioni e tanto, tantissimo non detto che, certamente con difficoltà, traspare da quei novanta minuti domenicali. Soprattutto, il calcio è fatto di persone, di interpreti, esattamente come un film.

Doppio passo non è infatti uno sport movie che parla di calcio giocato, bensì una rappresentazione profonda, utilizzando la metafora sportiva, dell’animo umano. Un romanzo di formazione che dimostra quanto maturità e stabilità, la Serie A della vita, non siano un dato anagrafico ma il risultato di un lungo processo di introspezione.

 

 

Dario Bettati