Eat Local – A cena coi vampiri: l’esordio alla regia di Jason Flemyng all’insegna dello humour inglese

Il giovane Sebastian Crockett (Billie Cook) è finalmente riuscito a guadagnarsi una notte d’amore con la bella Vanessa (Eve Myles). O, almeno, così crede. Ma, quando la donna lo porta in una fattoria persa nella buia campagna inglese, è facile rendersi conto del fatto che le cose in Eat Local – A cena coi vampiri non andranno esattamente come si crede, perché Sebastian è finito in mezzo a un gruppo di succhiasangue riunitisi per la consueta riunione cinquantennale.

L’ordine del giorno prevede di discutere in generale della situazione e di risolvere le questioni territoriali. Finché non si finisce per accusare uno dei vampiri di aver violato le regole nutrendosi di bambini. Perciò non resta che farlo fuori e riempire il suo posto con un altro candidato: Sebastian.

Uno dei partecipanti, però, non è d’accordo sul nome del successore e questo complica le cose, che precipitano definitivamente quando una squadra di cacciatori di vampiri decide che è arrivato il momento di eliminare per sempre i succhiasangue e irrompe nella fattoria. La serata si preannuncia, perciò, movimentata.

L’esordio alla regia per l’attore Jason Flemyng (Snatch – Lo strappo) è tutto all’insegna dello humour e di una visione non comune dei discendenti di Dracula, che il regista propone non tanto come forze soprannaturali del male, quanto come attori, poco caraterizzati, di una farsa che sa di riunione di condominio.

Nel caos, tra serio e faceto, risulta quasi difficile dividere il bene dal male, stabilire chi siano veramente buoni e chi i cattivi.

Ma questa rivisitazione dei signori della notte, spunto in partenza interessante, perde la sua forza calandosi in una trama a tratti scontata e decisamente poco accattivante. Le azioni procedono lente, a volte troppo, rendendo la visione poco scorrevole e meno avvincente. E nemmeno la comicità e la gag sparse qua e là riescono a risollevare completamente le sorti di una storia che promette aspettative che non mantiene fino in fondo e che non sa sfruttare appieno il potenziale che sembra racchiudere.

 

 

Valeria Gaetano