Il primo Natale: non ci resta che pregare

Giusto in tempo per le feste natalizie, spunta nelle sale Il primo Natale, nuova opera firmata dal duo comico di matrice televisiva Ficarra e Picone, da anni attivi anche sul grande schermo, ponendosi sia davanti che dietro la macchina da presa, grazie a successi di botteghino quali Andiamo a quel paese e L’ora legale.

Stavolta i due siciliani decidono di portare un pizzico di fantasia, effettuando un viaggio indietro nel tempo come fecero già, in un certo senso, Massimo Troisi e Roberto Benigni nel loro celebre Non ci resta che piangere.

Tutto comincia nel 2019, con Salvo (Ficarra) ladro pasticcione che incrocia sulla propria strada il prete Valentino (Picone), impegnato nell’allestimento di un presepe vivente, per poi ritrovarsi insieme a lui nella Palestina dell’anno Zero, arrecando fastidio al sanguinario Re Erode (Massimo Popolizio) nel periodo dell’imminente nascita di Gesù.

Quindi, ormai coinvolti nella faccenda, Salvo e Valentino si trovano a dover fare in modo che la storia si ripeta, senza che nulla e nessuno possa ostacolare anche il loro piano di tornare a casa, chiedendo aiuto a persone che mai avrebbero creduto di incontrare.

Sebbene l’idea di unire i viaggi nel tempo alla comicità si sia fatta strada anche recentemente nel panorama cinematografico italiano (pensate a Non ci resta che il crimine di Massimiliano Bruno), grazie a Il primo Natale la rodata formula viene proposta nella maniera sicula di far ridere del noto duo di attori con risultati che, sinceramente, lasciano sbalorditi.

Infatti, se da una parte abbiamo un prodotto che nel lato comico tocca vette che vanno al di sopra nella media, dall’altra ci troviamo dinanzi ad un’operazione italiana che, nella ricostruzione storica e scenografica, non manifesta alcuna trascuratezza di dettagli, rivelando come Ficarra e Picone dietro la macchina da presa non siano da meno rispetto agli stessi quando si propongono davanti agli obiettivi.

Costumi, scenografie, addirittura la scelta dei volti di contorno (va citata la presenza di un magnetico Popolizio, più quelle di Roberta Mattei e Giacomo Mattia) non forniscono la minima stonatura in questa delizioso lungometraggio, lasciando sì che lo spettatore, oltre a farsi coinvolgere dalla divertente storia (tra gli sceneggiatori lo stesso Nicola Guaglianone che ha messo mano anche allo script del citato Non ci resta che il crimine), possa godere di un prodotto italiano di fattura notevole, VFX compresi.

Con Il primo Natale, insomma, si raggiungono esiti cinematografici inaspettati, almeno stando nei suoi standard da commedia, e, cosa ancora più assurda è la maniera in cui l’opera, nel complesso, oltre a richiamare il già accennato Non ci resta che piangere sia accostabile, per determinate analogie narrative, a L’armata delle tenebre di Sam Raimi.

Dire che con questa loro ultima escursione cinematografica Ficarra e Picone siano stati capaci di colpire nel segno è dire poco, sperando che la carriera di entrambi possa proseguire su questa strada… soprattutto dietro la macchina da presa, senza nulla togliere alla loro verve comica.

 

 

Mirko Lomuscio