In dvd Ravanello pallido, la prima commedia da protagonista di Luciana Littizzetto

Oggi personaggio del piccolo e grande schermo dalla comicità irriverente, tra la fine degli anni Novanta e i primi del 2000 Luciana Littizzetto muoveva i suoi primi passi da comica travolgente sia in televisione che al cinema, giocando spesso e volentieri sulla sua presenza poco fascinosa, come fosse una sorta di “brutto anatroccolo”. La si ricorda volentieri come demenziale Lolita dalla parlata facile nella trasmissione tv Mai dire gol  e in Tre uomini e una gamba, al fianco di Aldo, Giovanni e Giacomo, promessa sposa di quest’ultimo nonché figlia di uno sboccato Carlo Croccolo.

Nel 2001, però, la Littizzetto diventa protagonista assoluta di un lungometraggio cinematografico, ponendo per la prima volta al centro dell’attenzione la sua esuberante parlata secca e non convenzionale in Ravanello pallido, dimostrandosi volto da tenere d’occhio per i successivi anni. Una pellicola che è riuscita a sfruttare a dovere gli ingedienti vincenti della comica torinese, cucendo su misura per lei una storia dai toni agrodolci, sfottendo innanzitutto la voglia di apparire del superficiale inizio XXI secolo.

Lei è Gemma, donna che, nonostante la poca appariscenza, tutti i giorni si trova ad avere a che fare con soggetti femminili dall’innata bellezza, in quanto lavora come segretaria per un talent manager di nome Claudio Pignatti (Massimo Venturiello). Un personaggio, quest’ultimo, che, in fin dei conti, col suo lavoro non riesce a concludere nulla.

Un giorno, però, coinvolge Gemma in qualcosa di grosso, sfruttandola per un affare che potrebbe salvare la baracca dai debiti e dal fallimento: trasformarla in una donna dal fascino innato. Un’impresa ardua, e la giovane segretaria si ritrova sotto la luce dei riflettori, con capelli “ravanello pallido”, senza essere mai stata pronta per situazioni del genere e senza riuscire a gestire una degna storia d’amore col proprio fidanzato, il passivo Mummia (Neri Marcorè).

Seguendo una tradizione tutta italiana che vuole delle poco appariscenti comiche di successo protagoniste di opere mirate a scherzare sul loro aspetto fisico (ricordiamo almeno Franca Valeri nel mitico Il segno di Venere, oppure Carla Signoris nel dimenticato La bruttina stagionata), Ravanello pallido sfoggia una fresca Littizzetto in modo da inscenare la maniera di far ridere abbinata al caso, affidandosi a battute secche e sguardi sociologici ben dosati, mai oltremisura.

Dietro la macchina da presa, l’esordiente Gianni Costantino, inoltre, innalza un titolo che denuncia lo sfrenato star system dominato esclusivamente da bellezze finte e successo immediato, mai duraturo, sfruttando al proprio cospetto una sequela di caratterizzazioni secondarie di grande effetto (il manager truffaldino interpretato da Venturiello), con contorno di interpreti dal volto riconoscibilissimo (Marcorè, anch’egli all’epoca reduce da un successo tutto televisivo) e dalla forte tradizione cinematografica (nel cast due colonne come Renato Scarpa e Gianfranco Barra); senza disdegnare l’apporto di figure del tubo catodico dal sicuro impatto (nei panni di un reporter possiamo trovare lo showman Enrico Papi).

Sceneggiatura ad opera della Littizzetto stessa affiancata dall’esperto in commedie di successo Fabio Bonifacci (Benvenuti al Nord, Benvenuto presidente!, Metti la nonna in freezer).

Edito in dvd da Mustang Entertainment (www.cgentertainment.it), Ravanello pallido offre inoltre il trailer e un nove minuti di backstage nella sezione extra.

 

 

Mirko Lomuscio