Intervista alla band de Il Vaso Di Pandora con il loro nuovo singolo “Medea”

Medea” è il nuovo e attesissimo singolo della rock band italiana de Il Vaso Di Pandora, sui principali stores digitali e dal 5 gennaio sulle radio italiane in promozione nazionale. Arrangiamenti curati nei minimi dettagli che evidenziano la grande maturità artistica raggiunta dalla band che evolve in firma stilistica ormai riconoscibile già dal primo ascolto.

Ciao ragazzi, presentatevi ai nostri lettori.

Ciao a tutti noi siamo Il Vaso di Pandora, una band facente parte della scena alternative rock di Bologna e costituita da quattro elementi; Antonella alla voce, Francesco alla batteria, Mario al basso e Gabriele alla chitarra e facciamo

Perché il titolo “Medea”? Cosa si nasconde dietro la canzone?

Il titolo richiama la protagonista del brano, appunto Medea, uno dei personaggi più discussi della mitologia greca che in questo caso altro non è che madre terra, la quale decide di ribellarsi alle brutture subite dall’uomo iniziando un gioco sadico con quest’ultimo. Ed ecco che parte una lettura alternativa degli avvenimenti degli ultimissimi anni.

Hanno un filo conduttore i brani che avete pubblicato negli anni?

Beh, si, anche se la cosa non è stata scelta a tavolino; prevalentemente vengono sviscerati vizi e virtù della società e del singolo, c’è molta introspezione, una costante analisi delle emozioni, spesso appaiono personaggi con un nome proprio ed inizia un dialogo con essi; negli anni abbiamo parlato con mezza mitologia greca e anche qualche pittore…

Un sound che trasuda originalità e personalità, ma anche con molti riferimenti ai grandi del passato, quando la musica rappresentava ancora l’apice dell’espressione umana evolvendo e condizionando l’intera società. Quali i riferimenti artistici che hanno aiutato l’ispirazione nella vostra musica?

Essendo quattro persone con gusti musicali che ovviamente e per fortuna non coincidono perfettamente, le influenze sono variegate e si mescolano creando qualcosa di diverso, ma sempre fedele a se stesso. Diciamo che dagli anni 60 ai primi 10 del 2000, soffermandoci forse di più nel periodo tra i primi 90 e appunto la scorsa decade troviamo gruppi e singoli artisti che dal rock in tutte le sue diramazioni, ma anche al pop ci hanno dato un bel po’ di ciccia sulla quale lavorare.

Quali sono gli obiettivi da voler raggiungere? Cosa vi aspettate da questo percorso artistico e discografico?

I sogni di quando si era bambini restano lì e anche se si è adulti, una vocina ti dice sempre chissà… In realtà il nostro obbiettivo resta quello di riuscire ancora a divertirci con la musica e farla bene, o almeno come la intendiamo noi. Con il tempo abbiamo imparato a non aspettarci cose, ma fare il nostro e vedere come va.

Artisticamente parlando, rifareste tutto oppure avete dei rimpianti? L’ultima parola a voi!

Certo che sì, ma fanno parte di un percorso di crescita che senza errori non sarebbe stato tale, tutto serve per andare avanti ed evolversi.