Lucia Menapace si racconta!

Lucia Menapace, attrice di teatro e di cinema, principalmente di teatro, sono trent’anni che calchi i palcoscenici anche con spettacoli molto particolari ideati da te. Ci racconti brevemente la tua carriera?

Ho iniziato studiando con Rina Centa, un attrice di teatro, cinema e televisione che è stata una dei pilastri del Teatro del Novecento e da lì ho maturato varie esperienze, sia di teatro contemporaneo, classico e tantissimo lavoro anche in poesia, e recital. Ho partecipato a tantissimi eventi culturali, ma è rimasta poi fondamentalmente la passione per il teatro, con delle esperienze marginali cinematografiche, però soprattutto di teatro, che ancora continuo a vivere e diversificare (se Dio vuole) molto molto più che un tempo.

 

Tu hai avuto la possibilità in questi anni, di esibirti in tutta Italia, ecco quella dell’attrice è sicuramente una carriera impegnativa e anche di sacrificio, quali consigli daresti ai giovani che vogliono avvicinarsi a questo mondo e che vorrebbero farne una professione?

Sì, sono d’accordo su quello che hai appena detto, nel senso che poi alla fine è difficile ad oggi, anche un tempo ma soprattutto ad oggi farne una professione, un lavoro che possa garantire la continuità e soprattutto la solidità, quindi è fondamentale avere una grande forza di volontà, l’essere caparbi e insistere, è fondamentale avere una formazione, perché spesso mi trovo a vedere o comunque a convivere in situazioni dove non c’è professionalità e si pensa soprattutto al fatto di esibirsi per una mera voglia personale di apparire. Ecco, credo che soprattutto per chi vuole fare teatro, cinema o come per i musicisti sia fondamentale studiare e sapere che cosa vuol dire stare su un palco, avere la formazione, prima di tutto come attore. Avere quindi la capacità e l’esperienza da dividere e condividere con colleghi e professionisti che siano in grado comunque di apportare (al di là dello studio) un valore aggiunto.

Sicuramente impegno e sacrificio portano comunque i loro risultati, tu per esempio attualmente stai portando in tournée lo spettacolo “Le Serve di Genet” che è uno spettacolo che è stato selezionato come finalista per un importante premio di teatro ce ne vuoi parlare?

“Le Serve di Genet” è un progetto di una compagnia toscana di Forte dei Marmi del Teatro dell’Accadente, voglio citare i colleghi a partire dalla fondatrice della compagnia: “Gabriella Ghilarducci”, il regista che ha seguito questo spettacolo e l’ha preparato “Luca Brozzo”, la collega e terza attrice oltre a me e Gabriella che è “Patrizia Bucciarelli”. Ecco questo spettacolo è un lavoro impegnativo che sta avendo un certo riscontro, abbiamo già replicato varie volte ed è stato selezionato come dicevi tu per il Pagani Festival in provincia di Salerno, è una soddisfazione, perché comunque avere già la possibilità di partecipare ed essere in finale è già una cosa fantastica, tra i tanti partecipanti (oltre una cinquantina) l’essere nella rosa dei 12 finalisti è già comunque un grandissimo risultato per noi, anche per il sacrificio che ha richiesto la preparazione di questo spettacolo.

Invece a livello cinematografico hai recentemente scritto ed interpretato un cortometraggio di cui si sta già tanto parlando, raccontami un po’.

Sono molto felice di aver realizzato questo cortometraggio intitolato “La Scarpetta”. Cortometraggio sullo spreco alimentare, realizzato con il supporto di Paola Settimini, editrice, regista e produttrice di cortometraggi e documentari di grande riconoscimento, sono felice di averlo realizzato con Paola, perché mi ha appoggiato e ha creduto da subito in questo progetto, questo soggetto e questa sceneggiatura che avevo preparato già da un anno. Spero che ci sia veramente un bel riscontro, è stato un lavoro collettivo di grande partecipazione, di attori professionisti e non che hanno dato un apporto veramente significativo. E’ un lavoro del quale ne sono molto fiera e orgogliosa e anche perché appunto oltre ad interpretarlo nasce da me, ma senza il supporto di tutti, soprattutto di Paola Settimini non credo che l’avremmo mai realizzato.

Lucia Menapace, la nostra chiacchierata termina qui, complimenti per la tua carriera e arrivederci alla prossima intervista.

Grazie Alex, un saluto a te, a tutti i lettori di Mondospettacolo e naturalmente a Paola Settimini che sono sicura avrà letto la nostra intervista.

Alex Napoleone Wilson

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