Mondospettacolo intervista il musicista Marco Garbi

La nostra inviata Nina Monica Scalabrin è andata ad intervistare Marco Garbi (musicista, chitarrista, compositore e autore).

Marco, ci spieghi un po’ chi sei e com’è nata la tua passione per la musica?

Sono solo il suono del mio passo. La passione per la musica è nata all’età di 2 anni, quando mio padre ascoltava musica rock anni 60’/70′ ed io ne sentivo l’essenza. Poi all’età di 6 anni presi in mano una chitarra…

Ci dicono che sei attualmente il miglior chitarrista d’Italia e, in generale, considerato uno dei migliori musicisti al mondo, c’è qualcuno che, inizialmente, ti ha supportato o ostacolato in questa avventura?

Si, inizialmente mio padre mi supportò perché, pur lui non essendo per niente un esperto di musica, aveva notato, come le altre persone d’altronde, la mia attitudine allo strumento musicale, quindi lui che strimpellava qualche accordo, suonava alcuni brani ed io con una chitarra improvvisavo assoli. Poi però la sua poca conoscenza musicale non gli permise di comprendere i miei avanzamenti evolutivi, erano al di là della sua comprensione. Ciò nonostante mi ha comunque supportato con il suo pseudo bambinesco entusiasmo. Per specificare, comunque, il supporto fu solo a titolo di orgoglio verso il figlio, non economico. Gli strumenti musicali e tutto il resto lì ho pagati mettendo via del denaro e poi lavorando. Ostacolato? A voglia (ride), o meglio ci hanno provato…ma alla fine si sono arresi. Gli invidiosi sono una delle categorie che preferisco: con le loro critiche stanno facendo complimenti

Quali sono i musicisti che hanno maggiormente influenzato il tuo percorso artistico?

In realtà nessuno in particolare, ovviamente ho le mie preferenze, ma una delle caratteristiche uniche della chitarra è che ogni persona ha un suo stile personale, a prescindere dal livello.

Che genere di musica ascolti?

Ascolto tutto ciò che suona bene. Le persone che si focalizzano su un unico genere, di musica non capiscono nulla.

Cosa ne pensi dell’attuale scena musicale? Con chi ti piacerebbe collaborare o duettare?

La scena attuale, in Italia soprattutto, ha perso molto in ambito di arte della musica. A livello mondiale invece sta evolvendo. Ma a breve evolverà anche nel ” bel Paese “… Duettare con cantanti liriche, è una delle cose che sto facendo. Collaborare beh quello non dipende solo con chi, ma soprattutto con cosa: è la melodia ciò che conta.

Quando un artista, secondo te, può essere definito tale? E qual è il momento giusto per spiccare il volo?

Un artista lo è quando ha la capacità naturale di creare. I musicisti che suonano tracce da spartiti, seppur a volte sufficientemente preparati tecnicamente, non sono in grado però di creare una loro traccia musicale. Se non qualcosa di insensato e musicalmente errato.

Questa è la differenza fra un esecutore e un artista.

Il momento giusto è quando senti che ciò che hai fatto e fai tocca le ” note ” giuste e fa la differenza fra ciò che già c’è con ciò che è evoluzione.

Cosa ne pensi dei social? Credi siano un’alternativa ai talent?

I social sono uno strumento potente di sponsorizzazione, e va benissimo sia così, se abbiamo la tecnologia è intelligente utilizzarla. Poi, come in tutte le cose, ognuno ne fa l’uso che ritiene più opportuno. No, non un’alternativa ai talent in quanto hanno strutture di esibizione differenti perlopiù su base di presenza spazio temporale.

Oltre ad essere un musicista sei un artista multi sfaccettato e un bellissimo ragazzo, quali sono i tuoi hobby ed interessi al di là della musica?

Ho molti hobby e varie passioni. Sono un atleta, un marzialista e body builder amatoriale. Le arti marziali sono una passione iniziata da bambino e che mi ha portato ad allenarmi per molti anni eseguendo delle training session di mia ideazione e molto dure. Ho vissuto per due anni con dei pesi attaccati alle caviglie e ai polsi. Una volta tolti, volavo.

Quali sono le tue aspettative per il futuro?

Sono una persona molto ambiziosa, e ho dei progetti e obbiettivi ben prefissati. Ma non spoilero nulla (ride).

Perché il pubblico dovrebbe seguirti e supportarti?

Perché le emozioni sono di pubblico dominio, e non ci sono tasse.  (sorride)

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Nina Monica Scalabrin