Mr. Bricks & the Rubble: la bellezza del rock’n’roll americano

Esordio firmato dalla Bobo Records con la direzione di Antonello Boezio e la collaborazione di Massimo Stano, Annamaria Demeo, Alceste Ayroldi e la distribuzione digitale della casa discografica Fragola dischi di Donato Maiuri, progetto peraltro accolto anche da Puglia Sounds-TPP nell’ambito del programma “Puglia Sounds Records 2019 REGIONE PUGLIA – FSC 2014/2020 – Patto per la Puglia – Investiamo nel vostro futuro”. Parliamo di quella bellezza che è il rock’n’roll americano di antiche radici fin dentro le più gustose contaminazione di stile. Primo disco per i Mr. Bricks & the Rubble, un trio che sembra celebrare strade parallele ai loro rispettivi progetti ampiamente accolti e conosciuti dalla critica discografica italiana e internazionale. Voce e chitarra firmate da Dario Mattoni, leader dei Rekkiabbilly, la batteria di Nicola De Liso che abbiamo incontrato parlando dei Folkabbestia e il contrabbassista Dado Penta che vanta, tra le tante, anche una collaborazione con The Bumps e i Magic Sun. Si intitola “Busy” ed è un bel concentrato di melodie accattivanti e di semplicità trascinante, dentro la più moderna didattica dei suoni che il rock’n’roll ha sdoganato in ambito internazionale. La bellezza passa per le radici e le radici, a loro volta, si concedono il lusso di una rilettura 2.0 come direbbero molti…

Noi spesso parliamo di bellezza e non solo quella sfacciata da esibire… per voi cos’è la bellezza?
La bellezza, ovviamente vista dal punto di vista musicale è quella che si prova quando trova un giro giusto, o una melodia giusta. E’ quella che poi si mette in pratica in studio e si “incide” su un disco. E’ quel silenzio di mezzo secondo che si sente quando è appena terminato un brano suonato dal vivo, e poi parte l’applauso sentito, sincero. La bellezza è riascoltare il proprio lavoro centinaia di volte e sorridere soddisfatti.

Tra estetica da mostrare e la bellezza di un messaggio, cosa preferite? Cioè in altre parole quanto la bellezza è protagonista nella vostra scrittura?
Sull’estetica da mostrare abbiamo poche carte da giocare, quindi ci dobbiamo rifare sulla bellezza del messaggio! Dato che la bellezza è soggettiva, abbiamo cercato di fare del nostro meglio per renderla bella alle nostre orecchie, ed è stato un processo naturale, armonioso. Siamo tre musicisti che parlano la stessa lingua (dal punto di vista musicale) e abbiamo in effetti particolarmente a cuore la questione armonica, i suoni e gli arrangiamenti. Oggi fare un disco bello è particolarmente difficile, data l’infinita quantità di musica che approda sui mercati e dato l’esaurimento degli stili, che si rincorrono e si ripropongono nella sola speranza di ritrovare ogni decennio un pubblico nuovo, che si lasci impressionare. A questo punto entra in gioco la bellezza, che permette di prescindere dal genere e si fa strada tra gli impianti hi-fi stereo, così come tra gli altoparlanti cotti di un automobile o la filodiffusione dei centri commerciali. Inutile nascondere che anche noi ci siamo fatti questo viaggio mentale durante la composizione dell’album, sperando che potesse risultare davvero bello come lo è per noi.

Il pubblico opera una sintesi violenta definendo “Busy” un disco di Rock’n’Roll… secondo me… aiutateci a scendere nello specifico. E i richiami al “pop” non sono mica pochi…
Anche i Pink Floyd si definivano rock’n’roll! E poi comunque molti brani di “Busy” hanno il rullante sul 2 e sul 4, ma questo non basta per fare un disco rock’n’roll.
Fa da conduttore in questo nostro primo lavoro, ma sicuramente non ci siamo posti troppi paletti in fase di scrittura, anzi abbiamo ad un certo punto cercato di dare un’ultima mano, una specie di “trasparente” che potesse uniformare l’eterogeneo.
E poi comunque il rock’n’roll che conosciamo e che all’epoca era visto come il fratello trasgressivo del pop, in realtà ci andava abbastanza d’accordo con suo fratello maggiore. Molti album non avrebbero mai avuto quell’eco se non fosse stato per quella sistematina in studio che ha reso tutto più fluido.

Ci sono momenti più didattici del genere come “Shave your legs” e momenti più “trasgressivi” come “Voodo Spell”. Due fronti opposti in uno stesso disco. Perché? Come si collegano?
Duke Ellington diceva che la musica si divide due sole categorie, la musica bella e la musica brutta. Noi abbiamo cercato di mettere insieme tutti gli stili che vanno sotto alla grande ala del rock’n’roll o comunque della musica che ascoltiamo e molto spesso sono stati gli stessi brani a suggerirci delle sonorità. Voodoo Spell non è lì per caso, è l’ultimo brano del disco e vuole lasciar pensare che nel prossimo disco si possa partire da lì in poi.

A chiudere: chi è Mr. Bricks e chi sono i The Rubble?
Forse avete sentito parlare di noi per avventure come: Rekkiabilly, Folkabbestia, the Bumps.
Dario Mattoni aka Mr. Bricks, voce, chitarra e autore di questi brani, insieme a Dado Penta, contrabbasso e arrangiamenti, e poi Nicola De Liso, con batteria e arrangiamenti.