Mustang Entertainment a tutto sesso con Càlamo e Amami

Mustang Entertainment (www.cgtv.it) prosegue inesorabile il proprio lodevolissimo lavoro di riscoperta della cinematografia di genere tricolore recuperando dal dimenticatoio due titoli che in maniera diversa affrontano la tematica del sesso.

Rende infatti disponibili su supporto dvd Càlamo e Amami, il primo risalente ai gloriosi anni Settanta e il secondo all’ultimo decennio del XX secolo.

 

Càlamo (1976)

L’avatiano Lino Capolicchio veste i panni di Riccardo, giovane seminarista che, morbosamente legato alla sorellastra Stefania, ovvero Valeria Moriconi, durante una vacanza in famiglia incontra un gruppo di hippy che sembrano vivere alla giornata e dei quali fa parte la bellissima Marina alias Paola Montenero. Invaghitosi della ragazza, quindi, decide di partire insieme alla combriccola alla ricerca della libertà e della pienezza dell’esistere, trovandosi man mano a fare i conti con la dura realtà.

Perché è un crudo e amaro sguardo sul crollo delle illusioni quello che l’allora esordiente Massimo Pirri – poi autore di Italia: Ultimo atto? e Meglio baciare un cobra – concretizza nel contrapporre la vocazione sacerdotale alla rivoluzione sociale e sessuale ispirandosi dichiaratamente al cinema di Luis Buñuel.

Del resto, compagno all’epoca proprio della citata Montenero, è di un cineasta rivelatosi poi sempre controcorrente che stiamo parlando; qui impegnato a coinvolgere in una sceneggiatura piuttosto complessa un cast comprendente, tra gli altri, anche l’Aldo Reggiani de Il gatto a nove code e una Paola Senatore chiaramente destinata a regalare diversi dei nudi femminili dispensati dalla pellicola.

Tra lunghe sequenze musicate e visionarietà tipica del periodo in cui l’operazione venne concepita, un atipico stracult intriso di erotismo accompagnato in questo caso dal trailer quale contenuto speciale.

 

Amami (1992)

Tullio, interpretato da Novello Novelli, è un vedovo che tutte le sere guarda la televisione per vedere la figlia Anna diventare attrice… senza immaginare, però, a differenza di tutto il suo paese che sa e tace, che la ragazza svolga in realtà la professione su set pornografici.

Da qui, su sceneggiatura scritta da Giovanni Veronesi insieme al regista stesso Bruno Colella, in questo caso debuttante dietro la macchina da presa e in seguito regista, tra gli altri, di  Voglio stare sotto al letto e Ladri di barzellette, la oltre ora e mezza che prende forma – a suo tempo annunciata con il titolo Papà non arrossire – si colloca dalle parti della piacevole commedia toscana, con tanto di un Carlo Monni barista e brevi apparizioni per i Massimo Ceccherini e Alessandro Paci degli esordi.

Soltanto alcuni dei nomi coinvolti all’interno di un cast che, oltre ad un Carlo Buccirosso d’inizio carriera, include Nadia Rinaldi, Flavio Bucci, Victor Cavallo, la caratterista Franca Scagnetti, il verdoniano Stefano Natale, i musicisti Edoardo Bennato e Tony Esposito rispettivamente calati nei panni di un attore hard e di un casellante autostradale e, non ultimo, lo stesso Colella in un ruolo dai connotati proto-Riccardo Schicchi.

Sebbene sia chiaro come Amami, volto a raccontare i vizi pubblici e le virtù private di una pornostar perbene e destinato ad evolversi con la partecipazione del protagonista ad un film biografico riguardante proprio la figlia, non possa fare a meno di destare curiosità a causa del fatto che ad incarnare quest’ultima sia la vera star delle luci rosse Moana Pozzi – che si cimenta anche in un servizio fotografico svestita ispirato a quello storico di Marilyn Monroe – in una delle partecipazioni che hanno anticipato la sua prematura scomparsa.

 

Francesco Lomuscio