Parco Lambro – PARCO LAMBRO

Partiamo dal nome, un nome importante per un avvenimento italiano importante, cosa vi ha spinti a scegliere quel nome per la band?

É stata un’idea di Clarissa, la sassofonista, e ci è piaciuta senz’altro perché credo abbia un bel suono e che sia un nome curioso. Per un motivo o per l’altro, anche chi non conosce la storia dei festival del Parco Lambro è portato a chiedersi “ma perché si chiamano così?”. A noi piace comunque evocare l’idea di un caos creativo, un tumulto di energie in contraddizione tra esse che generano Suono.

Dovendo etichettare il vostro genere musicale, dove vi ponete?

Come punto di partenza abbiamo il progressive, la musica che si suonava al Parco Lambro appunto, ma l’idea di “genere musicale” non ci piace molto, è un concetto vecchio ed è più utile per vendere che per creare e noi sicuramente ci concentriamo più su questo secondo aspetto. Il progressive rock per noi è stato un punto di partenza, ma l’unico riferimento che seguiamo in fase compositiva è la musica stessa, non quindi dei cliché legati al rock piuttosto che al punk, all’elettronica o altro.

Il vostro prodotto, che reputo molto interessante, prevede anche dei testi nei prossimi lavori?

Nei brani che stiamo scrivendo per il nuovo disco voce e testo hanno più spazio, ma sempre in modo funzionale al racconto musicale. Nel primo disco c’è un piccolo nucleo di voce in mezzo ai cinquantacinque minuti di musica dell’album, diciamo un respiro nell’occhio del ciclone. Questa idea quindi l’abbiamo già usata, ora cerchiamo soluzioni diverse e la voce avrà un altro ruolo nel nuovo disco.

Gli incontri tra i componenti della band avvengono in due zone d’Italia, colpa di chi?

Si, sebbene il vero Parco Lambro, terra e radici, sia a Milano noi ‘esistiamo’ in carne e ossa tra Bologna e il Friuli. Colpa? No, è stata una fortuna. È vero che l’organizzazione è un po’ più farraginosa, ma la musica e i musicisti si spostano, viaggiano e fa bene abituarsi a non tenere i piedi troppo per terra! A volte per trovare gli ingredienti giusti bisogna cercarli in posti diversi.

Pensate che l’Italia stia troppo stretta al vostro genere musicale?

Forse l’Italia è un po’ stretta per tutti i generi. In ogni caso ci piacerebbe moltissimo far viaggiare la nostra musica il più possibile, e noi insieme ad essa!

Questo album sembra un’opera a più composizioni, ma con un unico filo conduttore, come descrivete questa vostra opera?

A lavoro ultimato è emerso il numero 5 come elemento centrale e filo conduttore del disco. Una coincidenza numerologica a cui abbiamo voluto dare rilievo sin dalla copertina, il pentagono transdimensionale creato dal nostro grafico Emthau. Il primo brano, #5, è come un punto esclamativo posto all’inizio di un discorso che si articola in altre quattro composizioni che si sciolgono l’una nell’altra. Nelle nostre intenzioni il disco dovrebbe essere vissuto come un tutt’uno, usato come un mezzo per allontanarsi dalla realtà e planare come un Ibis sul panorama musicale offerto dal tumulto energetico terrigno del Parco Lambro.

In quale epoca storica vorrebbero vivere i Parco Lambro?

Beh, ci è capitata questa e direi che va benissimo. Del resto non ci è dato di scegliere. È vero che il nostro nome rimanda a un passato che è sempre meno prossimo, ma piuttosto che tornare indietro, vorremo che quel che ci piace e ci interessa di quel periodo storico potesse ritornare al presente e insieme a noi verso il futuro.

Avete altri elementi durante i vostri concerti o siete sempre e comunque un quintetto?

Rimaniamo in cinque. Anche il disco sostanzialmente è registrato dal vivo, senza sovrincisioni. Se dovessimo aggiungere un elemento al gruppo aggiungeremmo un’orchestra, ma diciamo che per ora ci accontentiamo così.

Dove è possibile trovare il vostro album?

Si trova online su tutti gli store online tra cui Deezer, iTunes, Spotify, Apple music e fisicamente siamo distribuiti da Discover. In più sul sito delle nostre etichette (musicforce.it e www.toks.world) potete trovare tutti i link che servono. Oppure potete cercarci di persona, stalkerarci, scovarci e intercettarci tra Bologna e Udine!

Chi o cosa vi ha spinti a pubblicare un lavoro discografico?

Quando un progetto con cui si crea musica originale esiste da un po’ si arriva sempre a un punto in cui i frutti sono maturi. Fare un disco serve a fare in modo che quella musica non vada a male e non si perda. In più è sempre un’avventura stimolante, un modo per mettere un punto alla fine di un racconto e far sì che quell’idea, quella musica venga digerita da chi l’ha creata e che possa diffondersi in giro per il mondo. Sicuramente è un modo per condividere con tutti un progetto e della musica in cui crediamo e a cui noi siamo molto affezionati.

I vostri progetti futuri prevedono collaborazioni con altri artisti?

Per ora no, aspettando i giorni in cui avremo un’orchestra…

Aggiungete qualcosa che non vi è stato chiesto, ma che vorreste dire…

Se ancora non avete ascoltato il Parco Lambro, aspettando un’occasione per venirci a sentire dal vivo, vi lasciamo un importante consiglio per l’ascolto del nostro disco che per scherzo è diventato una specie di motto: “Vestitevi comodi!”

 

http://www.musicforce.it/catalogo-produzioni/1245-parco-lambro