QUARTA SUONA BEETHOVEN

Quarta interpreta Beethoven: come suggerisce il titolo, il concerto tenuto il 6 febbraio dall’Orchestra Sinfonica Rossini a Pesaro é stato dedicato al grande compositore e pianista tedesco (Bonn, 1770- Vienna, 1827).

Sapevo già che sarebbe stata una bellissima serata: non avrebbe potuto essere altrimenti, dato che l’interprete principale (solista e direttore)  era Massimo Quarta, considerato uno dei valenti violinisti della sua generazione, dopo aver vinto nel 1991 il 1° premio al Concorso internazionale di violino “N. Paganini”: unico italiano dopo Salvatore Accardo (uno dei suoi maestri) che ne era risultato vincitore nel 1958.

La scelta di Quarta (che suona un violino G.B. Guadagnini del 1765) é caduta sul Concerto per violino e orchestra in Re maggiore, op. 61, composto da Beethoven  nel 1806. Splendido.

L’opera – che figura nel repertorio dei maggiori violinisti del mondo- rappresenta una delle pagine più alte del genio musicale del grande Compositore, sia per la sua intrinseca bellezza  che  per i  dialoghi di carattere intimo che intercorrono tra il violino solista e l’orchestra nel corso  dei tre movimenti (Allegro ma non troppo, Larghetto, Rondò Allegro).

Il Concerto (che rappresenta la principale composizione di questo genere del Compositore) risale alla fine del 1806 ed é quindi contemporanea alla  Quarta Sinfonia, ai tre Quartetti dell’opera 59, al Quarto Concerto per pianoforte. È estremamente probabile che sia stato composto per esaudire la richiesta di un solista di prestigio, il violinista Franz Clement (ventiseienne all’epoca della composizione, nonché direttore al Theater an der Wien) che aveva fra l’altro diretto la prima esecuzione della Terza Sinfonia (1805).

Pare che Beethoven avesse redatto la partitura in un lasso di tempo assai breve – come sembra confermare lo stato piuttosto disordinato ed incompleto dell’autografo – e l’ avrebbe terminata con appena due giorni di anticipo sulla prima esecuzione. Questa avvenne al Theater an der Wien il 23 dicembre 1806.  In tale occasione il Musicista dovette tollerare uno dei tanti arbìtri di Clement che decise di suonare i primi due tempi dell’opera nella prima parte della serata, continuare con un’esibizione virtuosistica (una sua Sonata per violino, interpretata su una sola corda e con lo strumento imbracciato al contrario)  e presentare infine il terzo tempo. A brani, questa musica non piacque molto. Anche in seguito  circolò a stento e tra mille diffidenze, finché Henri Vieuxtemps nel 1833 e Johann Joachim nel 1844 (a Londra sotto la direzione di Mendelssohn)  la portarono al successo che dura tuttora.

Nella seconda parte della serata il M° Quarta (n. Bournemouth 1965) -che associa ad un’importante attività concertistica (Philharmonie di Berlino,  Salle Pleyel e Théâtre du Châtelet di Parigi, Metropolitan Art Space di Tokyo) alla docenza di violino presso il Conservatorio di Lugano- ha diretto la Sinfonica Rossini nella Sinfonia n.5 op.67, scritta dal musicista tedesco tra il  1807 e l’inizio del 1808 ed eseguita il 22 dicembre 1808  al Theater an der Wien.

Si tratta del lavoro sinfonico di Beethoven che ebbe la gestazione più lunga e travagliata (si pensi che i primi abbozzi nascquero quando l’autore stava ancora lavorando alla Sinfonia n.3, mentre la conclusione del lavoro si intreccia con la composizione della Sinfonia n.6).

La Quinta Sinfonia – considerata  “il paradigma del sinfonismo beethoveniano nel senso che pochi altri capolavori presentano tutte le caratteristiche, le idiosincrasie del linguaggio di Beethoven con altrettanta chiarezza teorematica di percorso”- ha molto influenzato la cultura pop: le quattro note introduttive appaiono in numerose opere, generalmente indicando un momento di tensione. I riferimenti cinematografici sono molteplici: Omicidio! (1939), Mani di velluto (1979), Fantasia 2000 (2000), tanto per citarne alcuni.

L’attacco della Sinfonia fu anche usato dalle trasmissioni in italiano della famosa Radio Londra durante la seconda guerra mondiale, in quanto nel Codice Morse,  tre punti ed una linea formano l’iniziale V di Victory. Probabilmente, anche per questo motivo  venne utilizzata durante il film V per Vendetta (2005) diretto da James McTeigue e tratto dal romanzo grafico V for Vendetta, scritto da Alan Moore, prodotto e adattato per il grande schermo dai fratelli Wachowski. La  Sinfonia fu anche riarrangiata in versione disco per il film La febbre del sabato sera.

Paola Cecchini