Stasera in tv Interceptor – Il guerriero della strada di George Miller

Stasera in tv su Iris alle 21 Interceptor – Il guerriero della strada, un film del 1981 diretto da George Miller e interpretato da Mel Gibson, secondo film della serie di Mad Max, ambientata in un futuro distopico post-apocalittico. È il sequel di Interceptor (1979). Il film fu un successo commerciale e vinse il Saturn Award per il miglior film internazionale, venendo nominato in altre sei categorie del premio. Il guerriero della strada diventò un film di culto e si formarono numerosi fan club che organizzano tutt’oggi incontri ed attività a tema. È considerato uno dei migliori film d’azione di sempre, ed anche uno dei migliori sequel mai realizzati. Con Mel Gibson, Bruce Spense, Michael Preston, Max Phipps, Vernon Wells, Kjell Nilsson, Emil Minty, Virginia Hey, William Zappa.

Trama
Mad Max, l’intrepido guerriero di “Interceptor” è di nuovo sulla strada. Nell’aspro deserto, reso ancora più inospitale dalla natura contaminata dal disastro atomico, si gioca la partita mortale della vita e della morte. L’unica moneta corrente è il petrolio, oramai agli sgoccioli: Mad Max scova un deposito del prezioso liquido assediato dalla tribù dei feroci Umungus, e ingaggia con questi una durissima battaglia.

Il sequel del primo Mad Max è stato apprezzato dalla critica mondiale per la sua potenza visiva e per l’azione espressa al suo interno. Il film inaugura il ritorno al medioevo barbarico nel filone fantascientifico; le sequenze girate e le trovate che lo arricchiscono sono entrate nell’immaginario collettivo, tanto che molti personaggi si sono successivamente rifatti al Guerriero della Strada in molteplici maniere (in primis, il look) e tutt’oggi, citando la pellicola, questa riporta alla memoria l’inventiva che George Miller seppe sfruttare nello sviluppo del film.

Interceptor – Il guerriero della strada si rifà a molti elementi della letteratura e del cinema contemporaneo e del passato, dai pistoleri solitari di Sergio Leone agli indiani selvaggi di John Ford, la paranoia di una catastrofe atomica parodiata da Stanley Kubrick ne Il dottor Stranamore e l’abbandono di ogni forma societaria costituita profetizzata da H.G. Wells ne La macchina del tempo, ma l’ossatura della trama attinge principalmente all’Iliade, da cui sono ripresi tutti i personaggi principali (Achille e Patroclo – Wez ed il suo compagno, Agamennone – Lord Humungus, Ulisse – Capitano Gyro, stranamente dalla parte dei Troiani/difensori e coinvolto suo malgrado nel rovescio del trucco del cavallo di Troia). La confluenza di diversi generi mescolata alla potenza narrativa dell’archetipo stanno certamente alla base del successo del Guerriero della strada, che si distaccava totalmente anche dal film precedente cercando di sviluppare la storia di Max in un ambiente ancora più connotato che nel primo film.

La trama mette molto l’accento su quella che qualcuno ha definito l’anima nera di Max, ossia quel lato contraddittorio che aveva spinto il protagonista a compiere la carneficina del primo film, e che nel secondo si mostra più come una totale indifferenza nei confronti dei concetti di bene e male, giusto e sbagliato, dato che il personaggio aiuta effettivamente i buoni, ma solo per trarne profitto. Inoltre, il protagonista nell’arco del film pronuncia pochissime battute, regala solo un paio di sorrisi abbozzati e sembra non provare rimorso in nessuna situazione, come se ormai dovesse solo tirare a campare e alimentare il proprio veicolo.

Lo stile alla Clint Eastwood adottato da Gibson è in sintonia con lo scenario del deserto australiano, che offre al film forse il miglior sfondo possibile per un’ambientazione post atomica. Le terre perdute sembrano realmente terra di nessuno, e per sconfinati chilometri si vede solo sabbia e argilla, creando un senso di abbandono e di scarso senso dell’orientamento tali da far pensare allo spettatore che forse oltre non c’è niente, e quest’elemento porrà le fondamenta per Mad Max – Oltre la sfera del tuono, dove verrà rivelata la causa della catastrofe e i protagonisti sorvoleranno una Sydney spettrale oscurata da tempeste di sabbia.

 

 

Luca Biscontini