Stasera in tv Nymphomaniac di Lars von Trier, in versione integrale

Stasera in tv su Cielo alle 23,30 Nymphomaniac, un film del 2013 scritto e diretto da Lars von Trier, composto da due volumi. Il montaggio è stato curato da Molly Marlene Stensgaard, che aveva già montato Melancholia. Il montaggio è durato dall’inverno del 2012 (dopo la fine delle riprese) fino all’estate del 2013. Von Trier non ha lavorato direttamente nel montaggio della versione corta. “Per lui era importante non essere confuso. È importante avere una visione chiara di entrambe le versioni. Non stiamo facendo uscire nei cinema nulla che non abbia visto e che non abbia approvato Von Trier”, ha dichiarato Louise Vesth, la produttrice. La prima versione, di 4 ore, è uscita in Danimarca il 25 Dicembre del 2013. Negli altri paesi è uscita nel mese di Aprile del 2014. In Italia il volume 1 è uscito il 3 Aprile, mentre il volume 2 il 24 Aprile 2014. La seconda versione più lunga, più esplicita, dura 5 ore e mezza ed è stata lanciata molti mesi dopo. Con Charlotte Gainsbourg, Stellan Skarsgård, Stacy Martin, Shia LaBeouf, Jamie Bell, Connie Nielsen, Mia Goth, Jens Albinus.

Trama
Una sera di un freddo inverno l’affascinante scapolo Seligman (Stellan Skarsgård) trova Joe (Charlotte Gainsbourg) riversa in un vicolo, dopo essere stata picchiata. Decide di portarla nel suo appartamento, dove le cura le ferite e comincia a farle domande sulla sua vita. Con attenzione, Seligman si ritrova ad ascoltare le parole di Joe, intenta a raccontare in otto differenti capitoli la sua parabola erotica, dalla nascita fino a quel momento. Sfaccettata e ricca di aneddoti, quella di Joe è un’esistenza fatta di incontri e incidenti, di episodi immorali e di desideri da accontentare, di conflitti e di richieste poco convenzionali.

“Il film è raffinatamente filosofico, più che Sade ricorda il salotto di Madame Geoffin in amabile conversazione con Diderot e l’abate Galiani, dentro una stanzetta spoglia con su una parete una Madonna, icona tipo il tarkoskiano Andrej Rublev. Perché, certo per il godimento estetico dello spettatore e per distrarlo dalla pedanteria dei lunghi dialoghi, la vera protagonista di questa prima parte, che sarebbe Charlotte di tempi eroticamente più appaganti, è la giovane inglese Stacy Martin: pure lei costantemente musona, però con un incantevole corpicino sempre nudo di tale grazia verginale che qualsiasi cosa si introduca in ogni anfratto, non risulta mai sporcacciona. Nymphomaniac è l’ultima parte della trilogia larsiana detta della Depressione, dopo Antichrist e Melancholia, e il regista ancora una volta sfrena la sua misoginia, con poesia, sarcasmo, tenerezza, presa in giro, violenza, disagio, scherno. Quanto al famoso porno, almeno nei due film di questa prima versione, si tratta di levigatezze girate con astuzia, rispetto a quel che si vede in qualsiasi sito, cui accedono ormai anche i piccini. Ma al cinema il sesso può ancora essere coinvolgente, perché alla fine Von Trier è grande e il suo film molto bello. La versione che si vedrà in Italia non ha subito censure ulteriori a quella vista negli altri paesi e approvata dall’autore. Quella intera, con inserimenti di veri pornoattori, sarà distribuita a maggio, in un’unica maratona di cinque ore. Un autentico gesto di sadismo, forse soporifero.”
(Natalia Aspesi, La Repubblica, 31 Marzo 2014)

“Lars Von Trier sembra quasi godere di essere diventato una persona non grata. L’attesa messianica e la furba campagna promozionale che hanno accompagnato la nascita di Nymphomaniac, il suo primo film post-cacciata dal tempio di Cannes, si sono, infatti, giocate tutte sulla celebrazione del suo mito trasgressivo, sull’esaltazione del suo recente status di (presunto) autore maledetto. Sin dai primi rumors che vedevano Von Trier in procinto di cimentarsi in un progetto-monstre puramente pornografico, molti hanno cominciato a fantasticare su quali nuove provocazioni il regista danese avrebbe regalato al suo pubblico, e su quali limiti cinematografici avrebbe superato. Nymphomaniac, invece, non è che un omaggio indulgente che Von Trier fa al proprio Cinema. La lunghissima confessione che la malmessa Joe (Charlotte Gainsbourg) fa al buon samaritano (Stellan Skarsgard) che l’ha raccolta in un vicolo, segue lentamente la dis-educazione sessuale di una giovane donna destinata (per propria ammissione) a diventare una ninfomane. Il film, come in un moderno Decameron, alterna una statica cornice narrativa dove la donna e il suo ospite discutono sul significato dei racconti, agli episodi passati di un’adolescenza estrema”.
(Luca Marchetti, Sentieri Selvaggi, 2 Aprile 2014)

 

 

Luca Biscontini