Sweet girl: Jason Momoa come Liam Neeson

Sweet girl rappresenta il debutto dietro la macchina da presa per Brian Andrew Mendoza, anche produttore del film insieme al protagonista Jason Momoa.

Disponibile su Netflix, una storia di vendetta e cospirazione politica che nulla ha da invidiare alla saga Taken interpretata da Liam Neeson e iniziata con Io vi troverò.

La vicenda inscenata vede l’amorevole padre Ray Cooper (Momoa, appunto) che, dopo aver perso la moglie a causa di un cancro, giura vendetta contro la casa farmaceutica BioPrime, rea di aver ritirato il farmaco sperimentale che avrebbe potuto salvare la donna. Insieme alla figlia Rachel (Isabela Merced),  Ray si lancia nella sua crociata contro il Ceo della società farmaceutica e, dopo una minaccia telefonica in un show televisivo dove è ospite il prestigioso dottore, inizia ad agire concretamente.

Una storia dal fascino perverso e che funziona, in quanto potrebbe essere benissimo quella di tutti coloro che nel biennio 2020-2021 hanno visto i proprio cari perire a causa del Covid-19.

Jason Momoa dimostra ancora una volta la sua versatilità di attore, per la gioia dei tanti fan collezionati dai tempi della serie tv Il trono di spade. Sweet girl non ha molte pretese, vuole essere soltanto un buon thriller che miscela vendetta e trama da complotto. Tutto forse già visto, ma che non delude.

Al di là dell’apparente superficialità dell’operazione, l’attenta regia di Mendoza ha il merito di esplorare al meglio gli effetti del lutto che non viene risanato, tirando in ballo la scelta di una vendetta in modo freddo e calcolato dovuta al fatto che il protagonista comprende che le potenti case farmaceutiche salvano solo i ricchi e i potenti, non la gente comune.

Sono tanti i temi che vengono toccati, a partire dalla corruzione delle case farmaceutiche, che ricorda fin troppo l’attualità legata a vaccini e pandemia. E, grazie anche ad una valida colonna sonora e all’ottima fotografia, il risultato è un valido spettacolo d’intrattenimento.

 

 

Roberto Leofrigio