The Dolly’s Legend per mondospettacolo

Benvenuto Frank, per cominciare ti chiedo una panoramica sui tuoi The Dolly’s Legend per introdurli ai nostri lettori!

Ciao ragazzi! Sono Frank, cantante e chitarrista della TDL Band. Il progetto è nato nel 2007 come una sfida personale: suonare Folk chitarra-voce-armonica da solo. Mano a mano le cose si sono evolute e parallelamente, nel 2015, è nata la Band. Come genere di riferimento mi piace tenere buona la definizione di Grunge/Blues: due generi che adoro e si sentirà… insieme alla nostra firma di sound ovviamente, che in una Band non deve mai mancare.

Partiamo subito poi con la novità: Lighthouse! Il vostro nuovo singolo e video, ti va di parlarcene?

Lighthouse è la mia dedica a Chris Cornell. In realtà tutto il disco è dedicato a lui ma Lighthouse è proprio per lui. Ovunque sia spero che la ascolti e che gli piaccia. È stato uno di quei casi in cui ho cominciato a scrivere la canzone con la chitarra in mano e in cinque minuti era finita, mancava solo quella per finire il nostro ultimo album Wolves’ Songs, anche se avrei preferito non scriverla mai… ma i fatti purtroppo sono stati questi.

Adesso invece piccolo “back in the days” per parlare assieme di Wolves’ Songs.

Wolves’ Songs è stato un album prodotto in tempi lunghi perché ho cercato di registrarlo e mixarlo nel miglior modo possibile. Alla fine penso che comunque ogni minuto speso sia stato speso bene. Il disco è composto da dieci canzoni che potete trovare su tutte le maggiori piattaforme online ed è distribuito dalla Soundflower Records. La particolarità più gradevole che mi hanno fatto notare è che è metà acustico, anche se suonato con chitarre e basso elettrici, e metà full band così da dare quello stacco che serve per rendere l’ascolto meno monotono. Riascoltandolo ancora oggi sono soddisfatto perché non cambierei una virgola da nessuna parte e, soprattutto, mi piace tantissimo come l’hanno interpretato i ragazzi della band: Claudio alla batteria, Nataly al basso e Steve alla chitarra solista.

un disco fortunato, quanti e quali sono stati i singoli estratti?

Tre singoli e un lyric video, tutti visibili sulla nostra pagina YouTube (https://www.youtube.com/channel/UCI76g5AqaE8Jfp2wo_3GKZA?). Il primo singolo è stato No News Today, il secondo Fake Free Man e poi l’ultimo singolo è, appunto, Lighthouse. Fra Fake e Lighthouse c’è stato il lyric video di Hidin’, ci tenevo a fare qualcosa su questa canzone per la collaborazione molto ben riuscita di mQx dei Pluvian, che saluto!

Voi siete una band molto attiva a livello di tour. Ti chiedo una riflessione sul mondo dei live (vostro ed in generale) pre e post Coronavirus.

Il mondo e il problema dei live sembra paradossalmente saltato fuori dopo il Coronavirus. Prima non c’era una gran attenzione a questo aspetto della musica, c’erano Spotify, YouTube e via dicendo per ascoltare musica: i live sembravano quasi un “disturbo” nei piccoli locali. Ovviamente sto parlando degli ultimi anni non fraintendetemi, fino ad anche solo una dozzina di anni fa si suonava tranquillamente e c’era posto per tutti. Adesso non so, sinceramente, a parte che abbiamo altri progetti in corso al momento, vorrei ricominciare i live in una situazione normale, vedremo cosa succede e soprattutto quando la situazione diventerà di nuovo normale. Dalle poche notizie che leggo sembra che si siano riaperti i palchi praticamente solo alle tribute e cover band, non è un bel messaggio per tutte le Band che, come noi, propongono qualcosa di nuovo. Bello o brutto ma inedito e di nostra fattura.

Se non erro siete a lavoro su qualcosa di nuovo… qualche indiscrezione?

Esatto, l’album nuovo è pronto per essere registrato e sarà un lavoro molto diverso da Wolves’ Songs, voglio puntare molto di più sulla spontaneità invece che studiare minimamente i dettagli. Le canzoni sono pronte, dobbiamo solo organizzare un paio di cose e saremo abili alla registrazione: l’obiettivo è di farlo uscire entro fine anno e faremo di tutto perché ciò accada.

Come formazione siete più votati alla tecnica o all’emotività?

Assolutamente all’emotività. La tecnica ti permette di fare tante cose in più dettate dall’emotività ma la tecnica fine a sé stessa non ha senso. Oggi si pensa che la musica sia competizione, idea inculcata nella testa della gente a causa dei talent show, quindi si guarda sempre chi è più bravo di chi e altre faccende del genere: questo non è solo inutile ma dannoso. Personalmente ho imparato tantissimo, molto di più rispetto ad altri metodi, ad andare ai live di altre band e captare sempre particolari nuovi, con una mentalità di competizione ciò non sarebbe stato possibile.

Per concludere qualcosa di più personale: il concerto a cui hai partecipato come spettatore che ti ha più emozionato e perche!

Senza dubbio Chris Cornell nel 2007 all’Alcatraz di Milano perché è stata una sorpresa. Dopo gli Audioslave non avevo bene idea di che tipo di set Chris ci avrebbe proposto: poi si è presentato con due chitarristi, bassista e batterista (validissimi) per riproporre in due ore e mezza i brani storici ma anche quelli più “sconosciuti” del suo repertorio fra Soundgarden, Audioslave, Temple of the Dog e solista. Era in forma strepitosa, un gran concerto, tant’è che sono andato a risentirlo a Dublino il mese dopo. Tornando alla tua domanda segue a ruota il concerto di Springsteen a San Siro del 2012.

Grazie della compagnia Frank! Lascia il tuo saluto all’insegna del Rock per nostri affezionati!

Grazie mille ragazzi per aver letto questa intervista! Seguiteci su Facebook (www.facebook.com/tehdollyslegend) e ascoltate i nostri lavori! Per il resto… Fate i bravi e Rock&Roll!