In viaggio con Profumo di Bergamotto- Edizioni Magister – di Maria Giuseppina Pagnotta

“Profumo di Bergamotto”, Edizioni Magister, l’ultima fatica letteraria della scrittrice e sceneggiatrice Maria Giuseppina Pagnotta, vincitrice di svariati premi internazionali, ha visto la luce a dicembre 2019, un decennio dopo essere stato scritto e aver vinto come inedito svariati premi letterari internazionali.

E’ stato presentato per la prima volta alla Fiera del Libro di Roma l’8 dicembre 2019, dove ha riscosso numerosi consensi.

La copertina, come per i precedenti romanzi, è una delle opere pittoriche della stessa autrice, che vive la sua arte in vari ambiti a trecentosessanta gradi, affermando che non esiste un confine nell’arte, che ritiene essere il suo respiro più grande di eternità.

Il romanzo, una saga familiare ispirata a una storia vera, è una sorta di trilogia con tre momenti storici in cui si sviluppa, partendo dagli albori del 900, inizi del 20° secolo, dipanandosi per tutto il corso del secolo, fino ad arrivare ai nostri giorni.

Al suo interno vi sono descrizioni accurate, non solo relative alla ricerca storica, per la quale l’autrice si è avvalsa dell’ausilio dell’Archivio della Marina Militare Italiana, ma anche quello che si intravede nella copertina: le pennellate, la capacità di dipingere dei quadri anche di argomenti della quotidianità, che attraverso la sua penna, divengono altre sfumature, dove si intravede l’arte che spazia al di fuori della letteratura, arricchendosi di tratti anche poetici, quasi una sceneggiatura di un film.

Lo scenario del racconto ambientato prevalentemente al sud Italia, intessuto alle due Grandi guerre mondiali, si apre con la partenza del giovane Peppino, imbarcato ai primi del novecento su di un cacciatorpediniere che diviene eroe di guerra nell’ambito della spedizione in Oriente su una delle navi della Regia Marina, durante la Prima guerra mondiale e che nella vita, si rivelerà anche un geniale inventore della prima pressa di oleifici e della prima trebbiatrice meccanica moderna del 900, che faranno la sua fortuna, ma ne venderà i brevetti, restando nell’ombra.

Peppino vive continuamente la dicotomia tra mare e terra. Da una parte si sente realizzato quando si trova tra i suoi nostalgici ricordi di mare, tra le onde su di un cacciatorpediniere, sotto un cielo stellato, o in un mare in burrasca, dall’altro vive intensamente anche la sua geniale creatività di inventore sulla terra ferma. Il racconto diviene una malia che attrae verso il mare, un richiamo forte, con uno sciabordio di fondo perpetuo che continua per tutto il libro e che accompagna fino alla fine il lettore, in modo nostalgico materno e avvolgente.

Sullo sfondo, la bella storia d’amore con Mariuccia, sua musa ispiratrice.

Attraverso le avventurose e inedite vicende dei protagonisti, passando per la Prima e Seconda guerra mondiale, l’arrivo degli alleati fuggendo ai tedeschi e alla paura della scampata morte vissuta dalla famiglia di Peppino e dai suoi figli, si giunge fino ai nostri giorni, dove una sua nipote si troverà ingiustamente a essere condannata per una annosa questione ereditaria, trovandosi a lottare contro la mala giustizia italiana, alla ricerca della vera giustizia, che pare non essere di questo mondo.

La stessa autrice afferma: “In questa ultima parte del romanzo, ho voluto dar voce a tutti coloro che hanno subito ingiuste condanne a opera della mala giustizia italiana, ma che tacciono la propria sofferenza e l’ingiustizia subita, per paura di essere condannati due volte: dalla giustizia e dall’opinione pubblica”.

Per superare questa ingiusta condanna, ancora una volta i protagonisti si rifugeranno nei valori dimenticati, desueti, tra cui la famiglia, la fede, ma anche nei ricordi di ingiallite fotografie di famiglia e soprattutto nella natura, nel mare, stereotipi, che si rincorrono nel libro, alla ricerca della pace interiore, una sorta di catarsi, una armonia mista a rassegnazione, speranza, contaminata da lutti, sofferenze, perdite che si susseguono, malgrado le quali, si riesce a trovare un filo rosso di fede, legato anche al titolo del romanzo, di un profumo evocativo.

Vessillo di tutto il racconto, una profumata piantina, pegno d’amore del protagonista alla sua amata prima di partire per la Prima guerra, che verrà tramandata di generazione in generazione alle donne della famiglia.

Questo profumo quasi tangibile fra le pagine del libro, prima quello iniziale della pianta di citratella e poi il profumo al bergamotto molto simile al profumo speziato della citratella usato da uno degli ultimi protagonisti, il cui spirito, in modo trascendentale, resterà palpitante dopo il suo passaggio verso l’Altrove, accomuna e accompagna tutti i protagonisti fino all’epilogo finale ed è proprio odorando questo profumo che si arriverà all’ultima protagonista.

La voce femminile sarà quella attorno alla quale ruoterà tutto il romanzo.

Saranno proprio le donne che terranno salda l’unità familiare. Le donne che riusciranno a indirizzare il corso degli eventi verso determinati avvenimenti e nel tempo, saranno le vere protagoniste del romanzo, da una parte vivendo una realtà valoriale di principi sani: attaccamento alla famiglia, costruzione del focolare e dall’altra attraverso doti tra cui la profezia, che hanno tutte le donne della famiglia, sognando avvenimenti che materialmente si verificheranno. Un dono ambivalente che le protagoniste vivranno con angoscia, come una condanna, perché il dono, anche in questo caso, riviene da antichi principi letterari di portatrici di sventura, un sesto senso al pari di una stregoneria, ma che lentamente impareranno a gestire, insieme alla loro forza, alla loro femminilità e a tutti gli eventi di fronte ai quali si troveranno, divenendo quasi un elogio di saga al femminile, dove anche l’autrice e la dedicataria sono donne.

Il romanzo, infatti, è dedicato a Jolanda, una delle protagoniste e madre dell’autrice, che un anno prima di lasciarla, le chiese di scrivere la storia della sua vita.

Di qui si evince davvero quanto il vissuto di un autore entri profondamente nelle storie e trasudi in tutto il racconto e nelle parole della stessa autrice che ne parla in modo emozionale, perché come afferma lei stessa “Si arriva al cuore, solo attraverso il cuore” e in questo lavoro i sentimenti si avvertono a pelle, lasciando un solco profondo in chi lo legge.

Profumo di Bergamotto è una storia in crescendo, coraggiosa, che inizia in punta di piedi, per dipanarsi fra ricordi di vicende lievi e altre più drammatiche, dove si percepisce forte il senso di appartenenza, l’amore per la propria terra, mentre si scoprono piccoli cimeli, storie e frammenti di ricordi impolverati dagli anni e stipati nella soffitta della mente dei protagonisti del racconto, simili a preziosi tesori che si disvelano in una lettura pulsante di emozioni.

L’unica vera eredità che resterà ai protagonisti, saranno una manciata di ricordi e di ingiallite fotografie d’epoca, tra cui il cacciatorpediniere dove era imbarcato Peppino (in quarta di copertina), che riprenderanno vita tra le pagine del libro.

Un intreccio narrativo pregno di valori dimenticati e di sentimenti di condivisione: amore, fede, onestà, giustizia, tolleranza, amore per la patria e per la propria terra.

Tutti sentimenti profondi che fanno battere il cuore.

Un lavoro permeato da un retrogusto romantico, leggero e scorrevole, dove anche la natura interagisce con i personaggi in modo catartico, quasi personificata, come la campagna, i gabbiani e soprattutto il mare, a cui i protagonisti sentono di appartenere in modo viscerale.

Il racconto è filtrato dal cuore dei protagonisti, con vere gocce di struggente poesia fino all’ultimo rigo, in cui passioni e natura si fondono interagendo con i personaggi, in un paesaggio carezzato dalla saggezza di un universo palpitante, che a tratti pare quasi prendere vita insieme a impavidi gabbiani pronti a sfidare quel mare sempre presente, con la forza energizzante e benefica delle sue maree, con quell’amore che non abbandona e non tradisce mai, anche se nella furia degli elementi, ma raccoglie lo spirito, lo solleva, elevandolo e lenendo ogni ferita, accendendo nuove speranze per un viaggio dei protagonisti al centro del cuore, che riprende respiro attraverso la narrazione dei ricordi…

Ci si chiede, quindi, perché leggere un romanzo, questo romanzo, in un’epoca in cui abbiamo perso le coordinate valoriali?

In primo luogo un evento vissuto in modo trionfale come la Grande guerra, in questo romanzo assume tutti altri connotati, proprio perché la storia dei protagonisti si intreccia ad aneddoti inediti, ma reali, innestandosi in uno spaccato più grande.

In tal modo, la grande storia è filtrata attraverso la piccola storia, quella minima di Peppino e Mariuccia e delle loro generazioni che si avvicendano fino ai nostri giorni, barcamenandosi fra vicissitudini, dando un senso diverso alle cose, che divengono interfaccia di qualcosa di molto più grande anche a livello nazionale, o mondiale, che in questo romanzo assume tutt’altra connotazione.

L’altro motivo sta nella lievità e scorrevolezza del lavoro, veloce, accattivante, ricco di vicende inedite, gocce di poesia, momenti struggenti vissuti dai personaggi, alcuni mutuati dalla realtà, altri dipinti in maniera grottesca, ma veraci.

E ancora, che il romanzo è ambientato prevalentemente al sud, con tutte le sue contraddizioni e retaggi.

Profumo di Bergamotto è un libro nato per emozionare e nutrirsi delle emozioni di chi intraprenderà questo viaggio nel cuore dei protagonisti e nel proprio cuore. Un viaggio ricco di colori, profumi, suggestioni e amare verità, che viaggia su cento anni di storia delle nostre radici, un lavoro forte e coraggioso che non si fa dimenticare dal lettore, di cui la stessa autrice auspica possa divenire un film, avendo già le caratteristiche di una sceneggiatura.

E’ un romanzo per chi ha vissuto in un certo qual modo come protagonista quegli avvenimenti, ma è anche una narrativa didattica per le nuove generazioni, per gli studenti che scoprirebbero la nostra storia attraverso sfumature diverse, sentendosi essi stessi partecipi. Uno spaccato del Sud che emerge attraverso i grandi eventi storici, vissuti  attraverso i personaggi che conducono la propria esistenza con umile eroismo.

Uno dei tantissimi momenti intensi del romanzo, dove emerge questo forte connubio dei personaggi che si sentono goccia di quel loro mare:

 

  • Gli anni in marina gli avevano dato molto, ma lui su quella Regia Nave che ora giaceva radiata e demolita da qualche parte come un guerriero stanco, vi aveva lasciato il cuore.

Come il mare, che con le sue ansimanti onde in modo orgasmico amoreggia con la scogliera accarezzandola fino a farla sua, così, lui sentiva di appartenere sin nelle viscere a quell’oceano di acqua che lentamente aveva levigato il suo animo, fino a possederlo.

La storia va aiutata a uscire dai confini, anche attraverso un romanzo e Profumo di Bergamotto, ne ha tutti i requisiti.

La Redazione

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