The conjuring – Per ordine del Diavolo: l’evocazione parte 3

Con momento dell’arrivo dell’esorcista in evidente omaggio cinefilo – perfino nella costruzione dell’immagine – all’omonimo capolavoro dell’horror diretto nel 1973 da William Friedkin, apre attraverso un movimentatissimo prologo The conjuring – Per ordine del Diavolo, destinato a riportare sullo schermo i coniugi Ed e Lorraine Warren.

Coniugi che, interpretati da Patrick Wilson e Vera Farmiga, avevamo visto l’ultima volta in Annabelle 3 di Gary Dauberman e conosciuto ne L’evocazione – The conjuring, a firma dello stesso James Wan poi dedicatosi al sequel The conjuring – Il caso Enfield.

Quindi, prima chiamati ad aiutare una famiglia terrorizzata da una presenza maligna nascosta nella sua isolata fattoria, poi una madre single alle prese con la propria abitazione londinese infestata, sotto la regia del Michael Chaves responsabile del pessimo La Llorona – Le lacrime del male si trovano ancora una volta ad avere a che fare con una situazione che, come quelle al centro dei due lungometraggi precedenti, attinge da fatti realmente accaduti.

Situazione che, partendo con la lotta per l’anima di un ragazzo, sembra aver segnato nella storia degli Stati Uniti il primo caso in cui un sospetto assassino avrebbe reclamato la sua possessione demoniaca come difesa.

Ambientato nel 1981, infatti, The conjuring – Per ordine del Diavolo tira in ballo il giovane Arne Cheyenne Johnson alias Ruairi O’Connor, il quale dichiara di essere posseduto da un demone dopo che si è ritrovato un’accusa di omicidio.

E da qui, come da tradizione del filone cinematografico orchestrato tra demoni infestanti ed esorcismi, la oltre ora e cinquanta di visione si evolve privilegiando lenti ritmi di narrazione, occasionalmente accompagnata da una colonna sonora di vecchie hit spazianti da Suspicious minds di Elvis Presley a Brand new day di Van Morrison.

Senza contare la Call me dei Blondie, che finisce per fare proprio da commento ad una delle sequenze maggiormente indirizzate ad incutere paura nello spettatore.

Al servizio di un insieme che, tra clima di follia generato da momenti come quello della doccia di sangue ed evoluzione della vicenda tempestata di circostanze a volte poco piacevoli (l’escursione in mezzo ai ratti), altre di tensione (Lorraine che rischia di cadere da una rupe), risulta fortunatamente superiore rispetto al sopra menzionato esordio del regista.

Tanto che, pur non riuscendo ad eguagliare i due capitoli di Wan, qui comunque produttore, The conjuring – Per ordine del Diavolo non lascia probabilmente delusi i fan del filone dell’orrore in questione in cui, con immancabili jump scare a dominare il tutto, come nelle ghost story di metà XX secolo è soprattutto il sonoro, ancor prima degli effetti visivi, a garantire spaventi… fino alla spettacolare fase conclusiva a base di immagini demoniache e riti esorcistici.

 

  

Francesco Lomuscio