Recensione: The Circle, Emma Watson, Tom Hanks e fine della privacy

The Circle

In The Circle, la privacy mondiale è messa a dura prova dalle nuove tecnologie sviluppate dall’azienda diretta da Tom Hanks. La giovane impiegata Emma Watson si troverà a provare sulla sua pelle tutte le implicazioni che nasceranno quando si diventa “trasparenti” con tutto il mondo.

Un nuovo lavoro

Mae Holland (Emma Watson) è una ragazza con un monotono lavoro in un call center, un padre affetto da sclerosi, una madre che cerca di fare il possibile e un giovane vicino, Mercer (Ellar Coltrane) totalmente anti tecnologico . Un giorno l’amica Annie (Karen Gillan) le procura un colloquio con la società tecnologica più importante del mondo. The Circle infatti è popolare quanto Facebook ed innovativo come Apple. Mae viene subito assunta con mansioni apparentemente simili al precedente lavoro, ma in un ambiente molto diverso, puntando ad ottenere il massimo livello di soddisfazione possibile dei clienti a cui risponde via telefono. The Circle è però una specie di campus dove i dipendenti, in larga parte giovani, godono di comfort, benefit e attività ricreative che, specialmente nel settore tecnologico, diventano una carta vincente nel gratificare i lavoratori ed incentivarli a dare di più. Così tra feste, giochi e divertimenti vari, Mae fa sempre meno ritorno a casa dai genitori (Glenn Headley e Bill Paxton), con il padre in costante peggioramento.

Un esperimento sociale

L’azienda segue la vita privata di tutti i suoi dipendenti, anche grazie all’espansione costante del social network interno, e tutti sembrano sapere tutto della vita degli altri, anche se i responsabili ribadiscono che il tutto è assolutamente volontario e solo come fonte di divertimento. Il collega Ty (John Boyega) cerca però di metterla in guardia dalla deriva che sta prendendo tutto il progetto. Mentre la sua privacy diminuisce giorno dopo giorno, alla settimanale riunione di tutti i dipendenti, che ogni venerdì vedono il co-fondatore dell’azienda Eamon Bailey (Tom Hanks) pontificare dal palco sugli sviluppi e illustrare i loro nuovi gioielli tecnologici (praticamente uno Steve Jobs 2.0), viene presentata la nuova micro telecamera See Change, grande quanto una pallina da ping pong, che può essere collocata ovunque e trasmettere a tutto il mondo, lanciata come un modo per motivare le persone a comportarsi sempre in modo trasparente e responsabile. Quando però Mae, inizialmente preoccupata per la privacy sua e degli altri, viene salvata da una spiacevole situazione proprio grazie a questa telecamerina, la ragazza accetta di fare da cavia diventando la prima persona ad indossarla da quando si sveglia a quando va a dormire, mostrando al mondo ogni istante della sua giornata e delle sue attività lavorative e ricreative. Questo fa impennare la sua popolarità, ma presto il rovescio della medaglia si presenterà molto doloroso.

Privacy addio e personaggi “da rivedere”

The Circle è tratto dal romanzo omonimo di Dave Eggers. Il regista James Ponsoldt descrive la storia di un futuro forse neanche così lontano in cui un’azienda domina i media digitali, la raccolta di dati e i servizi di sorveglianza. Nel film si notano alcune somiglianze tra questo tipo di narrazione cinematografica e la bellissima serie tv Black mirror. La differenza essenziale tra i due è che The Circle scorre abbastanza veloce, ma risente di uno script non eccelso, mentre l’inquietante serie di Netflix si sviluppa lentamente ma con una sceneggiatura ottimamente scritta alle spalle. Con un cast notevole, la musica di Danny Elfman e un montaggio accattivante, il film sembrerebbe all’inizio avere tutte le carte in regola per sfondare. Purtroppo però i personaggi sono quello che sono e non vengono adeguatamente sviluppati, mentre i sottotemi sono abbastanza frammentati e tutto ciò non permette al film di decollare come dovrebbe, lasciando alla fine della visione l’idea di diversi vuoti. L’esame del compromesso tra l’ascesa della tecnologia e il declino della vita privata è importante, ma per farlo servirebbero effettivamente personaggi che si comportino come persone reali. Qui invece ci troviamo di fronte ad una specie di inconsapevole setta in cui nessuno sembra ancora capire o preoccuparsi delle evidenti e gravi implicazioni che The Circle sta insinuando nella sua vita. La stessa Mae, che pur sembra esprimere preoccupazione per piega che sta prendendo la vicenda, diventa spesso e volentieri contraddittoria con i suoi comportamenti, mentre i dialoghi lasciano onestamente un po’ a desiderare.

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L’ultimo Bill Paxton

Peccato invece per il film l’occasione sprecata, nonostante un godibile Tom Hanks in versione guru alla Steve Jobs, mentre Emma Watson si sforza di nascondere il suo accento inglese e si consola con l’ottimo risultato mondiale ottenuto da La bella e la bestia (oltre un miliardo di dollari). Menzione per l’ottimo Bill Paxton, qui al suo ultimo ruolo prima della morte prematura, nei panni del sofferente e coraggioso padre di Mae, affetto da sclerosi. La questione della privacy resta un tema importante, qui esasperato all’ennesima potenza per dimostrare quanto non ci rendiamo conto di ciò che sta piano piano accadendo sotto i nostri occhi e che rischiamo presto di essere controllati sempre e comunque ed ovunque, con tutte le implicazioni del caso.

The Circle di James Ponsoldt con Emma Watson, Tom Hanks, John Boyega, Ellar Coltrane, Karen Gillan, Glenn Headley e Bill Paxton è in sala dal 27 aprile, distribuito da Good Films e Adler Entertainment

Voto: 5

 

Ivan Zingariello