Almost blue: riscoprendo in dvd l’esordio thriller di Alex Infascelli

Verso la fine del millennio scorso, al termine degli anni Novanta, si pensò di rialzare le sorti del cinema di genere italiano con qualche titolo che avrebbe portato nuovo lustro a quel senso dell’intrattenimento nostrano, basato su elementi come brividi forti e raccapriccio.

Nel 2000 un paio di produzioni tentarono tale gesto, tutte e due a cura di Vittorio Cecchi Gori ed entrambi opere prime di autori prossimi ad una carriera di tutto rispetto. Una fu Zora la vampira dei Manetti bros, ironica storia del conte Dracula aggiornata e riveduta nella Roma di allora (con Micaela Ramazzotti nel ruolo strillato sul titolo); l’altra, invece fu Almost blue di Alex Infascelli, thriller dagli spunti argentiani, tratto da un romanzo di Carlo Lucarelli.

La storia di quest’ultimo è quella di una serie di omicidi che avvengono in una Bologna oscura, dark, tutti per mano del micidiale Alessio (Rolando Ravello), uomo spinto da tale impulso assassino con lo scopo di appropriarsi delle identità delle sue vittime.

Ad indagare vi è l’ispettore della UACV (Unità Analisi Crimini Violenti) Grazia Negro (Lorenza Indovina), approdata direttamente da Roma per poter risolvere questa faccenda,  seguendo una traccia intrisa di elementi e dettagli che la portano verso una serie di sconvolgenti verità.

La aiuta in nell’indagine il giovane non vedente Simone (Claudio Santamaria), chiuso nella sua camera ad ascoltare ogni tipo di suono che lo stimoli a capire il mondo esteriore. Lui è un genio dell’elettronica e attribuisce un colore a qualsiasi voce che ascolta, almeno stando alle sensazioni che riceve. Un metodo di ricerca che si rivela fondamentale per la cattura dello spietato serial killer, prima che colpisca di nuovo.

Uno degli ultimi esempi di cinema di genere italiano mainstream, Almost blue è un continuo elogio al thriller simil Seven, intento a mostrare come anche in Italia sia possibile ricreare atmosfere degne del più malsano e meritevole lungometraggio di David Fincher (fotografia livida a cura del bravo Arnaldo Catinari).

Biglietto da visita dell’allora giovane speranza Infascelli (una lunga dinastia cinematografica alle sue spalle), il film ha anche il pregio di aver aperto la strada ad una serie di interpreti che sono oggi nomi di prestigio del nostro panorama; oltre alla Indovina nei panni della protagonista e dei citati Santamaria e Ravello, infatti, vi sono anche Marco Giallini, Andrea Di Stefano, Regina Orioli e Cesare Bocci.

Insomma un’opera apripista per eccellenza, che ha fatto la fortuna di qualsiasi personaggio vi abbia preso parte e che trasuda desiderio di differenziarsi, con quei giochi visivi e sonori atipici per il cinema italiano e molto vicini al modo internazionale di concepire intrattenimento.

Su sceneggiatura a cura del regista stesso assieme a Luca Infascelli e a Sergio Donati, storico sceneggiatore anche al servizio di Sergio Leone (C’era una volta il West, Giù la testa). Almost blue vinse il David di Donatello e il Nastro D’argento per la miglior opera prima.

Edito in dvd da CG Entertainment (www.cgentertainment.it), con trailer, un making of di cinque minuti, biografia e filmografia del regista, della Indovina, di Ravello e di Di Stefano nella sezione extra.

 

 

Mirko Lomuscio