Bazzoli & D’Amato: un “Superpop” di bellezza antica

Giusto da L’Amor Mio Non Muore poteva arrivare un progetto simile, antico di anni ’60 e ’70, con ovvie reminiscenze di classicità ancora più lontane visto l’omaggio a Beethoven nella prima traccia di ingresso. Alberto Bazzoli & Gianni D’Amato, due menti visionarie, ma anche due anime composte dentro i rigori di un cliché che ormai quasi è perduto nel tempo. Esce in 45 Giri questo EP dal titolo “Superpop”, con due singoli come “Love me” e “Monaco”, figlia dei Procol Harum la prima e di Berry White la seconda. E poi una intro a Beethoven come dicevamo ma anche una coda orchestrale a chiudere il tutto intitolata “A.B.”. Di sicuro una produzione “folle” da intendersi come geniale e saggia… di sicuro una bellezza che ci fa giocare con i pensieri e le nostalgie. E su questa bellezza, di estetica e di contenuto, vogliamo indagare per quanto ci è concesso…

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Noi iniziamo sempre parlando di bellezza… e non riferendoci soltanto alla bellezza estetica. Dunque: secondo voi cosa significa la bellezza?
La bellezza è sicuramente ciò a cui bisognerebbe tendere sempre. È uno dei metri che usiamo per valutare quello che facciamo. Ognuno ha il suo rapporto con essa e riconosce la sua impersonificazione. Ci sono tante bellezze ma la bellezza vera è eterna, su questo possiamo stare a parlarne a lungo ma è così.

E quanto questa dialoga con l’estetica delle cose per completare un’opera?
Bè, la forma è contenuto. Ormai penso che arrivando a distruggere tutte le strutture e trovandoci poi con un pugno di mosche, l’abbiamo capito. L’occhio vuole la sua parte si dice.

Estetica e contenuto… ascoltando il vostro lavoro penso molto alla prima e poco alla seconda. Estetica e scena del pop… non è così?
Stai forse dicendo che non abbiamo contenuto? Gianni D’Amato ha una pistola! Occhio! Ahahaha, scherziamo. Diciamo che essendo questo un biglietto da visita, al primo appuntamento si va vestiti bene per fare colpo. Ecco ci siamo vestiti bene. Detto ció si in questo lavoro l’estetica puó apparire dominante rispetto al contenuto ma portate pazienza arriva tutto.

Eppure trovo in questo lavoro un’allegoria estrema, una provocazione se vogliamo…
Si un po’ ci piace provocare. Come ho detto ci interessa usare la forma ma abbinata un contenuto un più “spinto” di quello che ci si aspetterebbe dalla forma scelta. È un modo per trovare degli spazi di espressione rimanendo in ambito “Pop”, nel senso largo del termine.

Anche in questo lungo video… sfida anche le “regole” del marketing… non trovate?
Si sicuramente questa scelta, presa in corso d’opera, è sicuramente controcorrente. Abbiamo pensato che trattandosi di un Ep quasi narrativo e breve unire tutti i video in unico “short movie” fosse la scelta migliore per trasmettere al pubblico, che ci incontra per la prima volta, il nostro mondo. Chi ha la voglia di guardaselo tutto rimane appagato.

Per voi dunque, la bellezza sta anche nella provocazione della forma?
Anche certo. La bellezza non ha una forma facilmente individuabile, ma ce l’ha e ha anche un suo modo di comunicare e farsi riconoscere immediatamente. Noi abbiamo cercato di giocare sui confini di essa, rispettandoli per dare all’occhio la sua tranquillità ma spingendo nei contenuti.