Beta Libre: l’evasione dalla forma e dal politicamente corretto

Romantica Benedetta Gaggioli, decisa ed effervescente Beta Libre. La trasgressione del bello e delle maschere passa anche dentro la consapevolezza. Ci regala un suono post-moderno, apocalittico a tratti, urbano, digitale si ma denso di cliché atavici. “Winter circle” sembra uscito da una distopia… eppure dentro ci ho trovato un’umanità puntuale e affamata. Sono le chiacchierate che amo…

Noi partiamo sempre parlando di bellezza cercando anche di andare oltre all’estetica. Per Beta Libre cos’è davvero la bellezza?
Bellezza per me è il blu cangiante del mare, l’insetto che mi si posa addosso, i sorrisi accoglienti e caldi, le morbide rughe della nonna, un fiore selvatico che spunta tra le rocce, le smagliature che si diramano lungo le mie gambe, le cicatrici che parlano di ciò che abbiamo vissuto. Bellezza è imperfezione e unicità. È la natura nelle sue infinite sfumature. È guardare il mondo con gli occhi dei bambini, con la loro curiosità e il loro entusiasmo. Perché un frammento di bellezza si può trovare ovunque, in ogni istante, anche in quello all’apparenza più trascurabile o doloroso… ma dobbiamo imparare a coglierlo, a fare attenzione, a connetterci con noi stessi e con l’abbondanza che ci circonda, e credo che il lavoro dell’artista sia proprio questo.

In questo disco in qualche modo cerchi comunque di dare una messaggio di trasgressione e di eros o sbaglio? In quale direzione vuoi condurci o in quale senti di star muovendo il tutto?
Più che di trasgressione parlo di libertà, che spesso implica anche una certa dose di ribellione a quello che ci viene imposto e insegnato fin dall’infanzia. La direzione è l’autenticità, avere il coraggio di esplorare i nostri desideri e bisogni per poi riuscire a condividerli e a viverli appieno. Credo che l’energia creativa sia in un certo senso collegata e simile all’energia erotica. Vengono dallo stesso luogo e ci spingono avanti, ci stimolano a fare, creare, interagire.

Che rapporto hai con il corpo? “Decadence” sembra che in qualche modo voglia depurarlo dalle maschere dell’estetica di massa… della perfezione…
Amo il mio corpo perchè mi permette di essere tutto ciò che sono e di fare tutto ciò che faccio. È il tramite delle mie esperienze, ciò che mi permette di percepire sensazioni ma anche le emozioni nel profondo. E mi piace la nudità perché implica intimità, esporsi senza vergogna, consapevoli del fatto che siamo tutti imperfetti, fragili, simili e diversi al tempo stesso. Credo sia meraviglioso poter mostrare le proprie debolezze, le proprie difficoltà, essere nudi e vulnerabili, con tutte le proprie contraddizioni e il cuore aperto. Allo stesso tempo mi piace giocare con l’estetica e con i ruoli, quindi travestirmi, indossare maschere, giocare ad essere altro per poi tornare ad essere l’animale selvaggio che sono. In “Decadence” per sopravvivere interpreto un ruolo, cerco di adattarmi ad una certa visione, di aderire ad alcuni canoni della società… per poi liberarmene brutalmente e abbandonarmi alla mia follia, al mio modo di percepire e vivere unico.

E nella vita di ogni giorno quanto Beta Libre somiglia a Benedetta Gaggioli?
Direi che Beta Libre è la mia parte più creativa, dalla quale sgorgano parole e suoni. La mia parte blu, profonda e misteriosa, ma anche quella rossa, energica e appassionata. E’ la mia parte introversa che si rifugia nel proprio mondo interiore ma anche quella estroversa che ama cantare libera sul palco.
Ma ormai ho perso il senso dei confini. All’inizio ho cercato di circoscriverle come fossero due identità diverse, adesso non lo so più, non le distinguo più. È una continua evoluzione e un gioco di compenetrazione, anche nella vita quotidiana, nelle piccole scelte.

In chiusura: parafrasando questo titolo, cosa sono i “cerchi invernali”?
È la stagionalità, è il tempo che fluisce. Credo che tutto sia ciclico: tutto passa e tutto torna, anche se in modo diverso. Per questo il mio album rappresenta molti miei inverni passati, presenti e futuri: quattordici brani che parlano di luci e oscurità, infanzia e morte, piacere e lutto, insicurezza e speranza, femminismo e antispecismo… una grande fetta del mio mondo interiore sotto forma di un ciclo invernale, quindi freddo, oscuro, malinconico, ricco di contrasti e visioni, ispirato anche al ciclo di lieder Winterreise, ovvero Viaggio d’inverno, di Franz Schubert.