Gabriele Lavia e Federica Di Martino in “Un curioso accidente” al Teatro della Pergola di Firenze

Un soldato ferito, un ricco mercante e una figlia in età da marito: dal 16 al 21 gennaio Gabriele Lavia e Federica Di Martino tornano al Teatro della Pergola con Un curioso accidente, la divertente commedia degli equivoci scritta da Carlo Goldoni nel 1760 e diventata ben presto una delle più tradotte in lingua straniera, regia dello stesso Lavia. In scena con Simone Toni, Giorgia Salari, Andrea Nicolini, Lorenzo Terenzi, Beatrice Ceccherini, Lorenzo Volpe, Leonardo Nicolini. Produzione Effimera, Teatro di Roma, Teatro della Toscana.

È la storia crudele, drammatica, ma anche esilarante, di una famiglia sullo sfondo della Guerra dei sette anni che si combatté tra il 1756 e il 1763 e che coinvolse le principali potenze dell’epoca. Tutto nasce da un equivoco creato apposta da una giovane fanciulla che per allontanare da sé il sospetto di un amore non accettato dal padre, farà credere che egli sia innamorato di una sua amica, figlia di un finanziere e rivale in affari del padre.
Lo spettacolo non parla di amore. Quello che i personaggi chiamano “amore” non lo è. Nessuno di loro ha mai provato un vero amore ed è quello il motivo per cui continuano a esigere l’amore l’un dall’altro. Un testo che fornisce una finestra sul passato e insieme fa luce sul presente.

Mercoledì 17 gennaio, alle ore 18, Gabriele Lavia, Federica Di Martino e tutta la Compagnia incontrano il pubblico. Coordina Matteo Brighenti. Ingresso libero con prenotazione online al link http://tinyurl.com/incontrocuriosoaccidente. Fino a esaurimento dei posti disponibili.

Dopo il grande successo de Il berretto a sonagli della scorsa stagione, Gabriele Lavia e Federica Di Martino tornano al Teatro della Pergola dal 16 al 21 gennaio, questa volta con un testo di Carlo Goldoni, Un curioso accidente, commedia tra le più note. In scena con Simone Toni, Giorgia Salari, Andrea Nicolini, Lorenzo Terenzi, Beatrice Ceccherini, Lorenzo Volpe, Leonardo Nicolini. Produzione Effimera, Teatro di Roma, Teatro della Toscana.

Filiberto, ricco mercante olandese, ospita in casa propria Monsieur de la Cotterie, un giovane e squattrinato ufficiale ferito in guerra, che si innamora, ricambiato, di Giannina, la figlia di Filiberto. La ragazza, però, di fronte ai sospetti del padre e temendo che questi possa non essere favorevole alla loro unione, gli rivela che de la Cotterie è sì innamorato, ma di un’altra fanciulla. Il mercante, quindi, credendo di fare una buona azione, decide di spendersi in tutto e per tutto per aiutare il giovane a coronare il suo (fasullo) sogno d’amore… con il solo risultato di ottenere un’infinita e divertentissima catena di equivoci.

Tra le commedie più tradotte e rappresentate all’estero, la commedia – come scrive proprio Goldoni nella prefazione alla prima edizione – «…non è che un fatto vero, verissimo, accaduto, non ha molto tempo, in una città di Olanda. Mi fu raccontato da persone degne di fede in Venezia al Caffè della Sultana, nella Piazza di San Marco, e le persone medesime mi hanno eccitato a formarne una Comica rappresentazione. Il puro fatto, nella maniera colla quale mi venne esposto, era di tal maniera circonstanziato, che quantunque vero, parea inverisimile, e tutta la mia maggiore fatica fu di renderlo più credibile, e meno romanzesco. Tanto è vero, che si danno delle stravaganze in natura, che non sono trattabili sulla Scena, perché contrarie troppo ai caratteri conosciuti, o eccedenti nell’ordine della condotta ordinaria degli uomini!»

Gabriele Lavia, nelle sue note di regia, spiega: «Lo sfondo storico di questa singolare commedia di Goldoni è la Guerra dei Sette Anni che si combatté tra il 1756 e il 1763 e che coinvolse le principali Potenze Europee di quel tempo. La guerra fu combattuta in Europa e nell’America Settentrionale. Da una parte c’erano il Regno di Inghilterra, il Regno di Prussia, l’Elettorato di Hannover, gli Stati minori della Germania nord-occidentale e il Portogallo. Dall’altra parte c’era una coalizione formata dal Regno di Francia, Monarchia Asburgica, Sacro Romano Impero, Impero Russo, Svezia e Spagna. E, addirittura, le popolazioni native dell’India e dell’America Settentrionale.

La Guerra si concluse con il trionfo della Gran Bretagna, che ottenne i maggiori successi politici e territoriali. Gli sconfitti furono i Francesi (ed ecco perché i due soldati ospiti in casa di Monsieur Filiberto sono francesi) che perdettero il Canada, alcune colonie sulle rive del Mississippi, alcune colonie in India, nei Caraibi, in Senegal, ecc.

Insomma, un vero disastro. E dunque, i due soldati Francesi hanno buone ragioni per essere un po’ depressi. Sono soldati ridotti proprio male e non hanno più un quattrino perché quella “guerra” segnò il tramonto coloniale della Francia è l’inizio di un periodo difficilissimo. Se la Francia avesse vinto quella guerra, forse, in America si parlerebbe il Francese. L’Olanda era rimasta a guardare e a fare i suoi “affari” con la guerra. Così, aveva vissuto un periodo tranquillo e prospero.

Ed è proprio in quel mondo tranquillo e prospero, nella casa prospera e tranquilla di Monsieur Filiberto, che ha una figlia da maritare, la quale figlia ha una cameriera in età da marito anch’essa, che capitano “I Due Soldati Francesi Sconfitti”. C’è altro da dire? Goldoni scrive un autentico delicato capolavoro.

E tutto questo, l’autore ci avverte, è “un fatto vero, verissimo, accaduto… in una città di Olanda” e che gli è stato raccontato “… da persone degne di fede in Venezia al Caffè della Sultana…».