In dvd doppio appuntamento con il “genere” italiano grazie a Joko invoca Dio… e muori e Uccidete Rommel

CG Entertainment (www.cgentertainment.it) riscopre su supporto dvd due titoli appartenenti alla mitica cinematografia di genere italiana: Joko invoca Dio.. e muori di Anthony Dawson (alias Antonio Margheriti) e Uccidete Rommel di Al Bradley (alias Alfonso Brescia).

Il primo è uno spaghetti western spietato che fa delle lande desolate uno scenario adatto all’ambientazione crepuscolare che lo caratterizza, mentre il secondo un lungometraggio bellico che guarda chiaramente al prototipo statunitense Quella sporca dozzina.

 

Joko invoca Dio… e muori (1968)

Tradito dal gruppo di persone con cui stava effettuando un colpo ai danni di alcuni criminali, Joko (Richard Harrison), dopo essere stato derubato della sua parte e aver visto morire l’amico Ricky (Werner Pochath) sempre per mano dei secondi, decide di prendersi la propria vendetta. Per punire ognuno dei responsabili, lo spietato cowboy si getta in una rocambolesca rivincita, salvo poi scoprire che tra essi vi è anche qualche insospettabile personaggio coinvolto.

Quando si ha a che fare con il cinema di Margheriti è sicuro che si vada incontro ad un sano spettacolo di genere. Il mestiere di questo autore non si discute mai, infatti anche nell’ambito dello spaghetti western ci regala un prodotto attento a non perdere mai il senso del ritmo, trascinando lo spettatore in questa storia di vendette e sparatorie condita anche di gole squarciate tramite speroni.

Ne è protagonista un più che funzionale Harrison, volto legato a filoni quali il peplum, gli spy movie tricolori e lo stesso spaghetti western, su cui Margheriti – anche sceneggiatore insieme al Renato Savino regista de I ragazzi della Roma violenta – costruisce su misura un film che, a oltre cinquant’anni dalla sua realizzazione, riesce ad affascinare per messa in scena e dialoghi.

Trailer nella sezione extra.

 

Uccidete Rommel (1969)

Sotto la guida del capitano Richard Wool (Anton Diffring), un commando britannico compie una missione particolare finalizzata a soggiogare il nemico tedesco: far sì che quest’ultimo si impossessi di una falsa mappa su cui sono riportate le posizioni dei campi minati inglesi. Ma durante l’azione uno dei soldati alleati muore, e il tenente Morris (Carl Parker) attribuisce la colpa a Wool stesso. Nonostante gli attriti, i due vengono presto inviati a svolgere un’altra operazione, ovvero uccidere il generale tedesco Rommel, avventurandosi in una missione suicida che li vedrà l’uno accanto all’altro, cercando di trovare la salvezza.

Avvincente film di guerra, l’opera di Brescia sa regalare ancora oggi ciò che promise all’epoca, ovvero sano intrattenimento di grande mestiere riecheggiante pura estetica da entertainment statunitense, ma con un proprio spessore nello sviluppo della trama.

Anche perché, al di là dello spettacolo a base di ricche esplosioni e sparatorie, abbiamo lo scontro ideologico di diverse mentalità militari, su tutti quello tra i due protagonisti Wool e Morris, resi alla grande da Diffring e Parker. Un elemento in più che riesce a valorizzare lo script di Enzo Gicca (regista poi de Il corsaro nero con Terence Hill e Bud Spencer). Mai abbastanza datato.

 

Mirko Lomuscio