Stasera in tv I mostri di Dino Risi, con Vittorio Gassman e Ugo Tognazzi

Stasera in tv su Cine34 alle 21 I mostri, un film ad episodi del 1963 diretto da Dino Risi. Il film, con protagonisti Vittorio Gassman e Ugo Tognazzi, è stato selezionato tra i 100 film italiani da salvare. Prodotto da Mario Cecchi Gori, scritto e sceneggiato da Agenore Incrocci, Ruggero Maccari, Elio Petri, Dino Risi, Furio Scarpelli ed Ettore Scola, con la fotografia di Alfio Contini, il montaggio di Maurizio Lucidi, le scenografie e i costumi di Ugo Pericoli e le musiche di Armando Trovajoli, I mostri è interpretato da Vittorio Gassman, Ugo Tognazzi, Michèle Mercier, Lando Buzzanca, Daniele Vargas, Ricky Tognazzi, Gabriella Ferri, Marisa Merlini, Isabella Biagini, Lucia Modugno.

Trama
Il film è articolato su una sequenza di venti episodi del tutto disgiunti tra loro per la durata complessiva di 116 minuti; ogni episodio è di durata e struttura assai diversa dagli altri ma tutti riferibili ad un contesto temporale e geografico uniformi: la Roma dei primi anni sSssanta. Tutti gli episodi ruotano intorno a delle figure centrali, in genere caricaturali, interpretate dai due attori principali (Ugo Tognazzi e Vittorio Gassman) che compaiono sia alternativamente che insieme. Alcuni episodi sono assai brevi e hanno la durata e la struttura di uno sketch, altri invece presentano le costruzioni più elaborate di un racconto.

“Che meraviglia!”: questo è ciò che si pensa non appena iniziano a scorrere sullo schermo le immagini della versione restaurata e in alta definizione de I mostri di Dino Risi (1963), che CG Entertainment ha reso finalmente disponibile in home video. Caposaldo della commedia all’italiana, il celebre film, interpretato dai due mattatori Vittorio Gassman e Ugo Tognazzi, torna al suo originale splendore e sembra quasi di vederlo per la prima volta. Due ore di durata per venti episodi nati dall’inesauribile creatività di un gruppo di maestri della stagione d’oro del cinema italiano: Agenore Incrocci, Ruggero Maccari, Elio Petri, Dino Risi, Furio Scarpelli e Ettore Scola. A nominarli tutti insieme si prova quasi un senso di vertigine; musiche del maestro Armando Trovajoli, montaggio di Maurizio Lucidi e fotografia di Alfio Contini; produce Mario Cecchi Gori (che è anche presente nel film, con un cameo nell’episodio L’agguato).

Qualche detrattore dell’ultima ora, animato dal puerile desiderio di distinguersi dall’unanimità di consensi da sempre espressi nei confronti del film di Risi, ha mosso alcune critiche, affermando che i problemi della società italiana dell’epoca sono stati strumentalizzati per creare delle gag macchiettistiche con cui sollazzare il pubblico. È esattamente il contrario: le tante storie, tutte diverse tra loro per respiro e struttura, forniscono, attraverso i toni della commedia, un quadro antropologico, sociale e politico del nostro paese, fotografando un momento storico decisivo, quello in cui stava prendendo corpo l’inizio di un miracolo economico che tanto avrebbe modificato l’anima di un popolo. Questa è sempre stata la vera, grande forza della Commedia all’italiana e se qualcuno ancora non l’ha compreso e, spocchiosamente, ne riduce il valore, farebbe bene a ritirarsi in un elegante silenzio.

Risi, Monicelli, Scola e tanti altri offrirono un prezioso contrappunto al cinema d’autore (Fellini, Visconti, Antonioni, Petri, Rosi, etc.), dialogando in maniera diretta con lo spettatore, ogni volta convocandolo a innescare una riflessione sulla rappresentazione dell’umanità e del mondo cui aveva assistito. In tal senso, particolarmente significativo appare proprio il primo episodio de I mostri, vale a dire L’educazione sentimentale, interpretato egregiamente da Tognazzi (scritto, in realtà, per Gassman, ma, come svela Ricky Tognazzi nell’intervista contenuta negli extra, Ugo volle fortemente recitarvi insieme all’allora figlioletto). Viene mostrato magnificamente un tipo di uomo gretto, meschino, approfittatore, scaltro, insomma il classico furbetto italiano, che crede che gli altri siano tutti sciocchi, solo perché rispettano le regole. Un inizio fulminante che restituisce immediatamente il contrasto tra la dimensione umoristica e quella del ritratto sociale, sintesi che Dino Risi utilizzò successivamente e felicemente anche in tanti altri film.

In Come un padre si parla di adulterio, con un impacciatissimo Lando Buzzanca e Tognazzi nei panni del suo miglior amico. Il cinismo e la brama di denaro, invece, sono gli elementi che informano Il povero soldato, episodio in cui si ride poco e si constata la mancanza di scrupoli di chi, invece di piangere la perdita dell’amata sorella, escogita un modo per lucrare sul doloroso evento. I due orfanelli è, ancora una volta, una storiella attraversata da una notevole dose di crudeltà, con Gassman che sfrutta fino in fondo l’effetto impietosente del compagno di elemosine non vedente. Ne L’oppio dei popoli, con tagliente umorismo (un marito in trance davanti allo schermo domestico viene tradito dalla moglie) si segnala, forse per la prima volta, il potere della televisione di annichilire delle masse. In Latin lovers (amanti latini) è messa in scena l’omosessualità nell’Italia assai bigotta e puritana degli anni Sessanta. Verrebbe voglia di raccontarli tutti, tanto sono gradevoli ed efficaci. I mostri è un capolavoro di comicità e satira sociale ancora ineguagliato, cui tantissimi altri registi si sono poi rifatti seguendone la struttura e lo spirito.

 

 

Luca Biscontini