Intervista al cantautore Marco Forti con il suo singolo “Dal Mio Punto Di Vista”

Dal Mio Punto Di Vista” è un singolo estratto dall’omonimo album del poliedrico cantautore Marco Forti, dal 6 dicembre nelle radio italiane in promozione nazionale e presto sui principali stores digitali. L’album contiene dieci canzoni, tutte di tematiche differenti ma unite da un solo filone, ovvero quello di vedere la vita da punti di vista differenti, per poter risolvere i problemi e vivere in maniera più “leggera”, un po’ come fanno i bambini!

Ciao Marco, presentati ai nostri lettori.

Per iniziare, grazie per l’opportunità. Sono un cantautore di Roma, per l’esattezza di Capena, un piccolo paese della periferia, al nord di Roma. Ho iniziato il mio percorso artistico quasi per gioco, quasi per caso e quasi per necessità, soprattutto col teatro. Ho avuto da sempre questo debole per l’arte: tutto ciò che si può creare con l’immaginazione mi affascina! Sintetizzando in poche righe, posso dirvi che mi sono accorto della mia passione nella scrittura, grazie al mio professore dell’epoca (di quando frequentavo le scuole medie) di italiano, che ci fece fare un compito in classe dove bisognava scrivere un pensiero o una poesia, qualsiasi cosa avremmo voluto scrivere, l’importante che fosse di senso compiuto, includendo delle parole precise che ci scrisse alla lavagna: lì nacque la mia prima canzone “amore mio”, che dovetti cantare quel giorno davanti a tutti i miei compagni e che, ad oggi, è ancora nel cassetto ma, in compenso, iniziai a scrivere canzoni (più di 100), poesie, sceneggiature e copioni per cortometraggi ed opere teatrali. Al di là delle mie tante esperienze teatrali, cinematografiche e musicali vissute, di recente, ho avuto l’onore di vivermi tutto il tour italiano di Jimmy Sax, solcando i migliori palcoscenici d’Italia, lavorando per un anno come suo vocalist, insieme alla Symphonic Dance Orchestra, diretta dal maestro Vincenzo Sorrentino. Sono laureato in vocal performance, canto moderno, al conservatorio londinese “London College of Music”, tramite la University of West London (UWL), grazie al lavoro della mia vocal coach Daniela Emilia Ciampitti e alla sua accademia “Artists Academy”. Da poco, ho avviato la mia associazione culturale “Fuori Onda”, cui rappresento e sto lavorando alla direzione artistica di un Festival musicale che ho ideato per il mio paese, per la rivalutazione del territorio e dell’arte.  Al momento ho un disco di dieci brani in attivo e in vendita su tutti gli store digitali (e qualcuno fisico), dal titolo “Dal Mio Punto Di Vista”

Perché il titolo “Dal mio punto di vista”? Cosa si nasconde dietro la canzone?

Saper vivere la vita “a colori”, come fanno i bambini e tornare, per certi versi, a quei tempi, penso sia il punto di vista migliore, per “osservare” il flusso degli eventi, i problemi, le delusioni e di tutte le emozioni (ovviamente non solo quelle negative). Questo brano parla un po’ di questo

Hanno un filo conduttore i brani che hai pubblicato negli anni?

Beh in parte sì. Il filo conduttore tra quello che ho sempre scritto negli anni, alla fine penso di essere io stesso: la mia penna, il mio modo di pensare. Il mio stile, che non ha nulla a che vedere con lo stile musicale, uno stile che va oltre la semplice etichetta. In questo album, ad esempio, il filo conduttore è proprio il titolo stesso, ovvero i punti di vista, le “angolazioni” di ciò che sono in fondo le mie esperienze vissute da quando sono piccolo fino ad oggi! La tematica centrale è l’amore, ma non sempre nell’ottica di cui conosciamo, ma nella percezione di tanti altri dettagli e di piccole sfumature, che a volte plasmano persino il messaggio, l’entità e le “dimensioni”, facendo sì che, da piccoli che sono, si trasformino poi in enormi concetti; come nei brani “Comunque Mia” (l’amore, nel modo più violento) e “Amore Clandestino” (l’amore che non “sfocia” sulle rive Italiane, ma muore nel mare, con tante altre speranze taciute)

Un sound che trasuda originalità e personalità, ma anche con molti riferimenti ai grandi del passato, quando la musica rappresentava ancora l’apice dell’espressione umana evolvendo e condizionando l’intera società. Quali i tuoi riferimenti artistici che hanno aiutato la tua ispirazione nella tua musica?

Molti miei lavori devono la loro gratitudine a parecchi artisti del passato e anche a coloro che fanno tutt’ora parte del mercato e che fanno parte della storia musicale del nostro paese. Però non ho mai cercato di “copiare le idee”, piuttosto ho sempre trovato l’ispirazione, per poi “rendere cover” la mia idea, ossia metterci del mio, su una cosa che già avevo scritto ispirandomi alla loro musica, ma che per timore di essere troppo influenzato, ho sempre cercato di interpretare quanto più possibile l’essenza di quella bozza di brano che si sarebbe realizzata da lì a poco. Ho sempre avuto riferimenti nei testi di Lucio Dalla, Battisti-Mogol, Baglioni, Battiato, De André, De Gregori (seppure, degli ultimi due nomi, non ho mai seguito a fondo, veramente). Poi sono sempre andato a periodi, nella mia vita, per la scrittura dei miei brani. Periodi in cui ero più in linea con le sonorità di alcuni brani della Pausini, di Giorgia; periodi più in quelli di Zucchero, Bennato, Britti … Sono sempre stato attratto dal repertorio musicale del nostro paese, come nelle note di Mina, Modugno, Celentano, i Dik Dik, i Ricchi e Poveri – in molti di loro ho ricercato anche la leggerezza, la passione, il ritmo. Forse sarà anche per questo motivo che sono attratto dalla tradizione del Festival di Sanremo e il primo approccio lo ebbi grazie alla canzone vincitrice di Renga, nel 2005. Come artisti internazionali invece, ho avuto il piacere di apprezzare e conoscere, negli ultimi 3 – 4 anni, grazie allo studio e ai master. E gli artisti, tra loro, che mi hanno di recente ispirato, sono stati Michael Jackson, Freddy Mercury, Sam Smith, Mika, Simon and Garfunkel

 

Quali sono gli obiettivi da voler raggiungere? Cosa ti aspetti da questo percorso artistico e discografico?

I miei obiettivi sono senz’altro quelli di poter arrivare alle persone con le mie canzoni, con i miei progetti e con la mia arte. Uno dei tanti obiettivi sicuramente è quello di poter riuscire sempre a lavorarci con la mia passione e viverci bene per tutta la vita. Dal mio percorso artistico e discografico non mi aspetto nulla di straordinario se non quello di “essere al passo” con i miei ritmi e con le mie idee.

Artisticamente parlando, rifaresti tutto oppure hai dei rimpianti?

Artisticamente parlando, qualche rimpianto ce l’avrei ed è dettato dai tanti errori di percorso che ho intrapreso. Rifarei tutto comunque però, perché fanno sempre parte del mio cammino e senza di loro, non avrei avuto tutta questa consapevolezza e non avrei nemmeno fatto determinate esperienze (nonostante alcune poco belle, però fanno parte del gioco) D’altronde, un gioco senza rischi e senza penitenze … che gioco sarebbe?

L’ultima parola a te!

Questa è una bella responsabilità ed è ciò che, a parer mio purtroppo, oggi si sta perdendo o, per meglio dire, sottovalutando. La responsabilità di lasciare dei messaggi, degli esempi … sia per mezzo delle canzoni o, come in questo caso per iscritto, per mezzo di un’intervista. Quello che al momento mi verrebbe da dire è soltanto di non mollare, in qualsiasi circostanza, per qualsiasi ragione ed è rivolto soprattutto ai giovani, a chi, come me, vuole dire la propria e vuole “mettersi a nudo”. A chi vorrebbe “svoltare nella vita”. A chi crede al “successo facile”. A chi investe sui social, sul canto, sulla propria carriera, sul lavoro (qualsiasi esso sia). Mi rivolgo un po’ a tutti perché non solo il cantante o l’artista della situazione ha il privilegio di vivere su questo pianeta! L’ho sperimentato sulla mia pelle e continuo ancora a farlo: se credi in qualcosa, vai fino in fondo! Saranno più le volte che ti dirà male rispetto a quelle in cui ti dirà bene o ti diranno che sei forte … Però una cosa da questo album l’ho capita: la vita alla fine è solo il tuo punto di vista; quindi, vivi tutto nell’ottica in cui vuoi vivere e che ti fa stare bene con te stesso, per prima cosa. Ci stanno insegnando ad “accettare la tecnica del bianco e nero” quando in realtà da bambini vedevamo tutto colorato ed era molto bello, da quello che mi ricordo! Ai giovani, futuri musicisti, cantautori … abbiate sempre lo scrupolo di dover lasciare qualcosa di vostro, dopo un’esibizione, una performance, una gara, un brano inciso … Abbiate il dubbio, per poter fare sempre meglio e soprattutto siate sensibili, per chi ascolta: come se stesse parlando ad un vostro figlio o un nipote o un fratellino più piccolo. Siate responsabili, per fare in modo di “lasciare al mondo le vostre sonorità”, che nessuno mai potrà dimenticare!