Intervista al cantautore NYO con il suo singolo E poi ci penso

E poi ci penso” è nato da una riflessione personale sulla parola incomunicabilità. Molto spesso, all’interno di una relazione, abbiamo difficoltà a comunicare tra di noi. Per la sola paura di lasciarsi andare creiamo blocchi mentali che non ci permettono di vivere a pieno le nostre emozioni. In realtà questa incapacità di stabilire un rapporto con gli altri nasce dalla mancanza di una conoscenza di se stessi che, inevitabilmente, porta ad isolarci.

Leggiamo l’intervista!

Potrebbe sembrare una domanda banale e magari lo è: “Dove sta andando la musica? E dove sta andando la tua di musica?

Non lo so se so risponderti a questa domanda. Ho sempre visto la scrittura e la produzione di un brano come un percorso in evoluzione. Cerco di non impormi troppi confini. La cosa importante per me è aver imparato ad ascoltarmi.

Ad avere la possibilità di aprire un concerto in uno stadio di un big della musica, affrontandone il pubblico con la tua musica, chi sceglieresti? E perché?

Bella domanda. Sai ce ne sono davvero tanti che stimo e seguo da anni. Mi vengono in mente Elisa, Mengoni

Quali sono i tuoi piani più immediati?

Al momento sono in tournée con “La Divina Commedia Opera Musical”. Ci saranno tappe in tutta Italia fino a metà marzo. Poi, finalmente, tornerò in studio di registrazione. Non vedo l’ora!

Come nasce un tuo brano di solito? Raccontaci qualche aneddoto!

Solitamente attingo alle esperienze personali. A dirtela tutta non c’è fonte ispiratrice più potente di una rottura o delusione d’amore. E di quelle potrei parlartene per ore…

Ultimamente mi sto concentrando nel lasciare dei messaggi attraverso i miei testi, promuovo la comunicazione, laddove viene spesso a mancare, la libertà nell’amare chi vogliamo, il rispetto per se stessi e gli altri. Poi poggio le mani su un pianoforte e mi lascio andare…

Quanto è importante per te internet nell’ambito musicale? Si rimpiange il passato in cui i social e selfie erano solo utopia o, meglio, proiettarsi verso il futuro abbracciando le nuove, seppur fredde, forme di comunicazione?

Ho sempre accolto i nuovi trend con grande entusiasmo. C’è da dire, però, che forse internet ha portato a trasformarci tutti in marketer di noi stessi. E’ folle oggi pensare di avere un percorso al di fuori dei social e questo lo trovo un po’ triste. Si è perso il gusto e la frenesia di un’attesa, facendo spazio a un’immediatezza passeggera. Dal punto di vista discografico lo possiamo vedere nella pubblicazione continua di singoli. Distanza di un mese scarso.

Sempre convinti che ogni forma d’arte sia la massima espressione della bellezza. Tu da artista che rapporto hai con la bellezza? Quale il tuo pensiero in merito, in una società ormai distrutta dall’agognata apparenza, in cui l’arte sembra passare in secondo piano?

Se ci rifletto bene la ricerca del bello c’è sempre stata sin dai tempi antichi. Il punto è che sono cambiati i canoni di bellezza, ed è cambiato ciò che viene ritenuto bello. Ed ecco che ci ritroviamo a passare dall’incanto della Venere di Botticelli all’identificazione con una “kardashian”, ma questo è un altro tema… non ti nascondo che mi piace strizzare l’occhio alle nuove mode come forma di comunicazione per restare al passo con i tempi, ma mi piace pensarla anche alla Platone maniera: la bellezza attraverso l’amore per il sapere.

C’è differenza tra ciò che ascolti e ciò che in realtà componi e canti?

Se penso al fatto che i miei ascolti variano dal cantautorato, al pop americano fino a toccare la R’n’b, hip pop, il flamenco, ti dico si c’è differenza. Nella scrittura il mio animo è pop. Ma sono super favorevole a sperimentare nuove cose e ad evolvermi.

Chi vorresti ringraziare per chiudere questa intervista?

Beh, è un po’ banale, ma forse me stesso perché nonostante le mille cadute e la voglia di smettere alla fine sono qui sempre con tanta speranza e voglia di fare. Poi, vorrei ringraziare Etrusko, amico, chitarrista e produttore, che è’ riuscito a liberarmi da alcuni blocchi che erano sorti in un periodo particolare della mia vita facendomi tornare la voglia e l’amore per la scrittura.