Limited edition blu-ray per Inferno rosso. Joe D’Amato sulla via dell’eccesso

Nicolas Winding Refn, regista di Drive e Neon demon, presenta Inferno rosso. Joe D’Amato sulla via dell’eccesso, ora in limited edition blu-ray grazie alla collana Midnight Factory di Plaion pictures, disponibile nello store FanFactory.

Realizzato a quattro mani da Manlio Gomarasca e Massimiliano Zanin, si tratta di un documentario datato 2021 e mirato a rievocare la figura di quell’Aristide Massaccesi meglio noto nell’ambito della Settima arte come Joe D’Amato.

L’Aristide Massaccesi il cui padre era capotecnico nel cinema e che, dopo gli inizi nello stesso ambito in qualità di assistente e aiuto operatore, passò progressivamente alla direzione della fotografia, alla regia e alla produzione.

L’Aristide Massaccesi di cui viene anche intervistata la figlia Francesca nel corso di questo viaggio in fotogrammi a suo modo condotto dal critico cinematografico Jean-François Rauger e durante il quale prendono la parola non pochi colleghi e amici; dagli attori Luc Merenda, Barbara Cupisti, Lars Bloch, Cinzia Monreale, Gianni Macchia, Ivan Rassimov, Annamaria Clementi e Al Cliver (all’anagrafe Pierluigi Conti) al Luigi Montefiori che, spesso autore degli script dei suoi film, ne è stato anche interprete.

Un viaggio che, tra interventi di Monsieur Cannibal Ruggero Deodato e dell’Eli Roth cui dobbiamo i primi due Hostel e The green inferno, include, oltre a quelle che vedono protagonista lo stesso Massaccesi, conversazioni con il compositore Giacomo Dell’Orso e cineasti quali Lamberto Bava, Luigi Cozzi, Giuliana Gamba, Bruno Mattei, Tinto Brass, Jess Franco e Alberto De Martino, il quale considerava geniale il maestro dell’eccesso scomparso nel 1999.

Maestro ricordato anche dai Claudio Lattanzi, Fabrizio Laurenti e Michele Soavi cui produsse, rispettivamente, Killing birds – Uccelli assassini, La casa 4 e Deliria; senza contare il Claudio Fragasso che sotto la sua produzione concepì La casa 5 e Trolls 2.

Pellicole, queste ultime, nate sotto la mitica Filmirage che venne avviata nel 1980 con Antropophagus, subito dopo quel Buio omega rimasto nella storia soprattutto grazie alla sequenza dell’autopsia concretizzata sfruttando frattaglie comprate dal macellaio.

Perché, mentre non manca di essere ricordata anche l’attrice transgender Ajita Wilson, emerge il piacere che Joe D’Amato provava nello shockare o trasmettere forti emozioni allo spettatore, che fosse attraverso un film dell’orrore o una pellicola erotica o hardcore.

Un aspetto testimoniato anche dal famigerato momento del seno tagliato in Emanuelle in America, titolo finito in tribunale come ricordano, tra gli altri, il truccatore Maurizio Trani e l’effettista Giannetto De Rossi.

Ma, se da un lato abbiamo il commosso sceneggiatore Daniele Stroppa, dall’altro non sono assenti neppure esilaranti racconti, tra cui quelli riguardanti il primo periodo massaccesiano del porno e quello della nascita della serie sulla Emanuelle nera Laura Gemser sfoderato da un divertito Franco Gaudenzi, storico produttore.

Anche se, a detta del Luca Damiano non poco noto quale firma di lungometraggi a luci rosse, sebbene il caro vecchio Aristide avesse confezionato con Sesso nero il primo film hard girato da italiani per il mercato italiano, odiava il genere e lo cavalcava soltanto per guadagnare tanti soldi in breve tempo.

Man mano che apprendiamo che l’introduzione di immagini maggiormente spinte occorreva spesso per esigenze commerciali al fine di ottenere una distribuzione all’estero e che, con incluso nel mucchio il Mark Shannon alias Manlio Cersosimo guida turistica di mestiere e attore hard a tempo perso, viene rievocato anche il periodo degli stracult messi in piedi a Santo Domingo, da Le notti erotiche dei morti viventi a Porno holocaust.

E non è finita, in quanto si passa anche per il direttore della fotografia Gianlorenzo Battaglia e la Pam Grier che prese parte alla co-produzione con Roger Corman La rivolta delle gladiatrici in Inferno rosso. Joe D’Amato sulla via dell’eccesso, destinato in particolar modo a far notare come un autentico genio nostrano della celluloide venga ingiustamente ricordato solo come colui che diresse Rocco Siffredi e altre stelle di set analoghi.

Un genio capace di esordire proponendo un titolo di lavorazione pasolinianamente sbeffeggiante come Le mille e una notte di Boccaccio a Canterbury e di concepire perfino un Caligola – La storia mai raccontata, cavalcando anche l’onda di successi d’oltreoceano quali Mad Max, 1997: Fuga da New York e Conan il barbaro in un’epoca cinematografica tricolore impensabile oggi, nel 2023, nell’harem dei sopravvalutati imposti da prestigiosi premi e dei finanziamenti statali concessi solo per determinati prodotti (quasi sempre flop al botteghino) tutti uguali a se stessi.

Con un booklet incluso nella confezione, rappresenta dunque un oggetto da collezione in alta definizione a suo modo nostalgico e, di conseguenza, assolutamente da avere Inferno rosso. Joe D’Amato sulla via dell’eccesso, proposto in unico disco sia nella versione estesa di un’ora e quarantatré minuti che in quella televisiva, più breve di oltre mezz’ora perché epurata soprattutto delle immagini maggiormente esplicite.

Il trailer, una breve presentazione di Refn, una featurette in cui Gomarasca e il giornalista Giona Nazzaro parlano di Joe D’Amato e interviste a Francesca Massaccesi, Damiano, la Gamba e Soavi completano il tutto nella sezione extra.

 

Francesco Lomuscio