Lo squartatore di New York di Lucio Fulci

Lo squartatore di New York

Lo squartatore di New York è un’opera del maestro dello splatter italiano Lucio Fulci. Forse  è la più cruda, più perversa e marcia del regista, il quale utilizzava massacrare i generi cinematografici. 

Lo squartatore di New York, che è un prodotto ricercato e unico nel suo genere, contiene elementi presenti nel genere slasher, nel thriller e nel giallo all’italiana. Perciò, una fusione di generi contrastanti e spesso unificati col tempo.

Questo mix è utilizzato per dare origine a quello che è considerato il thriller/giallo più violento, trasgressivo ed esplicito della storia del cinema in Italia.

Lo squartatore di New York
Una delle armi dell’assassino ne Lo squartatore di New York.

Il regista romano, da notare come Roma sia collegata alla nascita di Fulci, di Argento e al luogo di morte di Mario Bavaconsiderata la triade sacra dell’horror italiano-ha dato qui il meglio del suo ego perverso.

Si dice proprio che, spesso, i film siano la riproduzione delle paure, dei drammi e dei pensieri di chi li crea. 

Nonostante la follia psicotica di Fulci stesso si poté vedere ne Un gatto nel cervello, The New York Ripper rimane il più disubbidiente e provocatorio della filmografia fulciana. Lo squartatore di New York segnò il ritorno al genere thriller di Lucio Fulci. Proprio poco tempo prima, difatti, aveva portato sul grande schermo la trilogia dell’orrore. Tra Paura nella città dei morti viventi, Quella villa accanto al cimitero ed ...E tu vivrai nel terrore! L’aldilà, ci fu Black Cat. Il gatto nero è un ottimo horror dove però manca la componente gore.

Lo squartatore di New York, invece, fu una boccata d’aria per gli spettatori, che si sentirono probabilmente quasi oppressi da tutto quell’orrore visto in precedenza.

Lo squartatore di New York
Alexandra Delli Colli è Jane Lodge ne Lo squartatore di New York.

Fulci sarebbe poi tornato al thriller col pienamente ottimo, ma inferiore, Murderock uccide a passi di danza. Quest’ultimo è un film che avrebbe dovuto rientrare in una trilogia thriller musicale. Tramite la musica e la danza, il killer viene occultato e agisce, per una volta, evitando di sopprimere i propri impulsi e di opprimere la propria mentalità deviata.

Lì, infatti, la morbosità veniva dall’inconscio, qui, ne Lo squartatore di New York proviene da pulsioni e vendette carnali. 

Lo squartatore di New York è la storia di un killer vendicativo, in cerca di una propria rivalsa col mondo esterno. La vicenda narra del tenente Williams incaricato di indagare su alcuni casi di omicidio, logicamente collegati da un unico filo conduttore. L’omicida sembra assassinare soltanto donne, puntualmente di bell’aspetto.

La particolarità sta nel modo in cui si presenta allo spettatore: parlando con la terrificante voce di un papero, giocando col macabro e l’infantilismo.

Lo squartatore di New York
Daniela Doria è Kitty ne Lo squartatore di New York.

Fulci affronta qui tematiche pessimiste, fanciullesche, appartenenti al mondo puerile, mescolandolo con una follia derivata solo da una mente adulta e deviata. L’omicida è infermo, alterna tra una personalità degenerata e una, invece, sincera e genuina. Un caso in cui l’uomo si trova di fronte al suo alter ego, per poi mescolarsi in una danza macabra.

Un corpo mutilato da una lametta, da un punteruolo, da qualsiasi oggetto contundente, sono le dichiarazioni alienate di un invasato ossessionato dalla violenza e dalla realtà. La realtà in cui l’erotismo è utilizzato come un’arma seducente ma putrida, complice di essere uno dei peccati per cui, la pazzoide testa, uccide.

Ma non basta tutto il sangue versato, né la crudeltà degenerata, per porre rimedio a una mente paranoica.