Lollo: il sogno, il rischio e il grande esotico

Mi piaceva salmodiare e rendere allegorico un titolo di gioventù per fotografare la bellezza di questo nuovo disco di Lollo, al secolo Lorenzo Benagli che con La Banda e un disco dal titolo “El lobo y la luna” conferma a pieno una maturità di forma e di intenzione. Il suono latino che non tradisce colori italiani… ma che tutto viva lontano da questo futuro digitale è una certezza. Parliamo di bellezza… non possiamo esimerci con un artista ricco di fantasia e potere visionario.

Noi iniziamo sempre parlando di bellezza. Per Lollo, la bellezza per davvero cos’è e come raggiungerla?
La bellezza è ciò che spinge ciascuno di noi a fare arte che sia pittura, musica, scultura o qualsiasi altra sua manifestazione. Il mio modo per provare a raggiungerla è quello di produrre canzoni, dalla scrittura all’arrangiamento, che descrivano un particolare momento della vita rivelando lo stato emotivo vissuto in quell’istante. Il grado di bellezza della canzone dipende sempre da quanto io sia riuscito o meno a descrivere correttamente quell’emozione e a veicolarla in musica e parole.

Un disco questo che ha molto quel fascino dell’incanto e del calore latino, romantico… la bellezza diventa anche estetica, diventa anche “modo”?
Tutto nasce dal riscoprirci come esseri viventi sulla terra. Il bello è dentro di noi, è il nostro stare immersi nella natura, ritornare alle cose semplici. Questo EP risveglia il nostro sentirci unici dimenticando i falsi stereotipi di felicità che ci vengono professati da un mondo dominato dalla logica del commercio.

Che legame hai con l’immaginario del lupo e la luna?
Ho voluto guardare al mondo animale nel tentativo di conoscermi meglio e scavare nelle profondità dell’animo. Quello che mi ha colpito è come la nostra vita sia spesso messa davanti a delle scelte e come siano presenti due forze, che potremmo chiamare istinto e ragione, bene e male o in altri modi ancora. Le nostre decisioni dipendono da quale voce ascoltiamo maggiormente e da quale decidiamo di farci condizionare. Quale dualismo migliore del lupo e della luna, una forza animale dominata dall’istinto e un’altra quasi eterna, ultraterrena, mistica. Nella mia storia il lupo viene ingannato dalla luce della luna che sembra volerlo guidare verso nuovi orizzonti quando invece non si accorge di avere la propria fortuna davanti a sé.

E secondo te oggi, tornando a parlare di bellezza, dobbiamo per forza ricorrere a stilemi costituiti e format per riconoscerla oppure esiste ancora l’avanguardia? Tu che rapporto hai, come ti poni con la sperimentazione?
Tutto ciò che è puro e sincero è avanguardia secondo me. Oggi come oggi bombardati costantemente di informazioni il motto ‘less is more’ è un valore. La nostra creatività non ha bisogno di troppi binari su cui viaggiare ma solo punti di riferimento artistici di spessore. Personalmente sono aperto alle novità ma non faccio mai a meno dei cantanti che mi hanno sempre ispirato come Bob Marley, Manu Chao, Fat Freddy’s Drop, Sticky Fingers, Peter Tosh, Skatalites..

Possiamo parlare di folk nel senso ampio del termine riferendoci a questo disco?
Lollo y la Banda (così come ci piace farci chiamare dal vivo) è un progetto nato da un gruppo di amici ancor prima che musicisti. Il desiderio è sempre stato quello di far cantare e ballare fondendo le nostre abitudini di romagnoli quali siamo con quelle esperienze che ci hanno formato nei nostri viaggi per il mondo e ci hanno fatto fare nuove amicizie. Quale miglior definizione di Folk quindi, anche se in senso ampio del termine, dalla gente per la gente.