Maleficent – Signora del male: Angelina Jolie vs Michelle Pfeiffer

Diretto dal Joachim Rønning occupatosi, tra l’altro, di Pirati dei Caraibi – La vendetta di Salazar, Maleficent – Signora del male è – come il titolo lascia tranquillamente intuire – la continuazione di quel Maleficent che, firmato nel 2014 da Robert Stromberg, si propose nel 2014 in qualità di prequel e adattamento alternativo della popolare fiaba riguardante la bella addormentata nel bosco, incassando in tutto il mondo oltre settecentocinquanta milioni di dollari.

Fiaba che in quella rilettura live action calò Elle Fanning nei panni di Aurora, vittima, appunto, di un sonno profondo a causa di un incantesimo lanciatogli dalla strega Malefica e che, figlia di re Stefano alias Sharlto Copley, apprendevamo cresciuta sotto la protezione di tre fate buone.

Rilettura che, però, fece l’atipica scelta di concentrarsi in particolar modo sulla malvagia antagonista interpretata da Angelina Jolie, portando lo spettatore a conoscenza dei retroscena legati alla sua negativa metamorfosi, a quanto pare dovuti ad angherie e tradimenti subiti da parte di spietati individui avidi di potere.

Scelta probabilmente azzeccata, considerando i risultati ottenuti al botteghino e questo ritorno della Jolie nel personaggio, stavolta impegnata a vivere un’esistenza pacifica nella Brughiera proprio insieme ad Aurora; almeno fino al giorno in cui il principe Filippo, dal volto di Harris Dickinson, non chiede a quest’ultima di convolare a nozze.

Perché a turbare la tranquilla situazione è la nuova arrivata Michelle Pfeiffer nel ruolo della regina Ingrid di Ulstead, la quale, intenta a sfruttare il matrimonio per poter separare per sempre gli esseri umani dalle fate, non può fare altro che gettare i primi semi di una guerra destinata a scatenarsi in breve tempo.

Quindi, tra atmosfere darkeggianti e accattivante, sfarzoso connubio di costumi e scenografie, si sguazza in mezzo a più o meno simpatiche creature magnificamente animate (del resto, parliamo di una produzione Disney) e abbondanza di effetti visivi, ma con annessi messaggi relativi alla famiglia, all’antirazzismo e all’ambientalismo.

Messaggi sicuramente necessari ma che appaiono, in realtà, inseriti in maniera forzata nel contesto alla base di Maleficent – Signora del male… man mano che, nonostante l’abbondanza di situazioni movimentate, una certa sensazione di noia non fatica ad essere avvertita più volte nel corso delle quasi due ore di visione.

 

   

Francesco Lomuscio