Piero Riccardi presenta “l’enigma Cesanese” a Vinàmico: “il vino e la vite migratori per eccellenza”

L’enigma Cesanese – Storia di un vitigno italiano che non ha parentele con altri vitigni italiani

di Piero Riccardi

con una postfazione di Sandro Sangiorgi

Iacobelli editore

 

“In realtà, anche se tenuto nascosto, da qualche anno si è scoperto che il Cesanese non ha parentele genetiche con altri vitigni italiani. Volutamente nascosto, perché a detta di qualcuno, dirlo scombussolerebbe le carte di disciplinari doc, di viticoltori, di chi lo ha sempre bevuto, in una parola intaccherebbe concetti come autoctono e identità”.

Piero Riccardi, forte del suo passato di giornalista d’inchiesta per la trasmissione Report e attualmente viticoltore a Olevano Romano di Cesanese, alza il velo e racconta una storia affascinante.

 “L’enigma Cesanese”è la storia di un vitigno italiano, coltivato alle porte di Roma, che una certa agiografia scientifica e popolare vuole che fosse conosciuto dai Romani e apprezzato da Imperatori e Papi. Costruito come un’inchiesta indiziaria, “questo piccolo studio, su un piccolo vitigno laziale, potrebbe apparire una piccola storia, marginale forse”, ha spiegato Riccardi.

Eppure, il vino e la vite, migratori per eccellenza, con il loro rimando simbolico legato profondamente all’avventura umana nata attorno a quel crogiolo di rimescolamenti che risponde al nome di Mare Mediterraneo, hanno una grande capacità di insegnarci ben oltre e al di là del loro, solo apparentemente, ristretto mondo agricolo. Insegnarci a partire da concetti fortezza dietro i quali pensiamo di barricarci come quelli di autoctonia e di identità, per arrivare a coinvolgere in una ricerca multidisciplinare la responsabilità di un certo modo di concepire la funzione scientifica nella costruzione di ciò che diventa norma e simbolo.

“Allora – e in fondo è questo il senso del  libro che vuol far emergere Riccardi – non ha nessuna importanza che il nostro Cesarese/Cesanese lo abbia bevuto un imperatore romano. Non per questo diventerà meno importante o meno nostro. Non sarà neppure meno buono se dicessimo una volta per tutte che le Alveole di Plinio col nostro Cesarese/Cesanese non c’entrano proprio nulla,  e a noi che c’entrino o no importa davvero nulla – ha sottolineato – ma che forse, in questa storia di vino, dobbiamo tutto a un piccolo e testardo monachello basiliano che in cerca di una nuova terra dove pregare il suo Dio si portò dietro un piccolo tralcio di vite della sua terra di Cappadocia”.

Piero Riccardi sarà a Roma per presentare il suo ultimo libro durante la terza edizione di “Vinàmico”, il festival indipendente dedicato ai vini naturali e ai prodotti artigianali. La presentazione si terrà Sabato 2 Dicembre, alle ore 14:30 presso il Brancaleone, in via Levanna 11 a Roma.

Ne parleremo anche con Sandro Sangiorgi, scrittore, enogastronomo fondatore di Porthos e tra i più originali narratori del vino buono e naturale, che ha firmato la postfazione al libro di Riccardi.

 

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