Romeo è Giulietta: Shakespeare di nuovo in love

A consentire di festeggiare il San Valentino dinanzi al grande schermo attraverso amore  e buoni sentimenti in fotogrammi – ma senza mancare di ironia – provvede nel 2024 Giovanni Veronesi, il quale, dopo aver scritto insieme all’attrice Pilar Fogliati l’esordio registico di lei, Romantiche, la rende protagonista di Romeo è Giulietta affiancandole il navigato Sergio Castellitto per un faccia a faccia tra nuova e vecchia generazione nel comprendere il verbo recitare.

Infatti il film è una facile commedia ambientata sul palco di un teatro, dove il grande e rinomato regista Federico Landi Porrini (Castellitto) intende portare in scena per il Festival di Spoleto una nuova trasposizione teatrale dell’intramontabile capolavoro di William Shakespeare suggerito nel titolo (ma con un accento in più).

Le voci tra i giovani attori amanti della recitazione vecchia scuola girano velocemente; tra essi vi è la talentuosa Vittoria (Fogliati), la quale affronta un provino davanti al rude Landi Porrini per il ruolo di Giulietta. Umiliata e offesa dal comportamento scorbutico del regista, la ragazza decide di vendicarsi mascherandosi da maschio e cercando di affrontare quindi un’audizione per il ruolo di Romeo. Con grande sorpresa Vittoria viene assunta per la parte, ma, anziché dire subito la verità, ambisce ad andare a fondo per rendere la propria vendetta un piatto ancor più freddo da servire. Senza però fare i conti con le emozioni degli altri e dello stesso Landi Porrini, omosessuale dalla vita sentimentale in crisi per via della sua tormentata situazione di artista al tramonto.

E Veronesi, con il suo consueto fare di cineasta dal palato facile consegue risultati altalenanti, regalando da una parte un titolo gradevole per merito in particolar modo della brava Fogliati (sia nei panni femminili che in quelli maschili), dall’altro un lungometraggio stucchevole a causa di quei due o tre elementi tipici dell’autore de Il mio West (blandi rapporti tra giovani e anziani, musica melensa quando meno te lo aspetti, risvolti di sceneggiatura faciloni e ambiziosi allo steso tempo). Insomma, Romeo è Giulietta è un’opera che, pur non totalmente riuscita, ha del buono nello sfruttare un trito canovaccio di scambio di ruoli già utilizzato innumerevoli volte (e in fatto di teatro al cinema non possiamo dimenticare Shakespeare in love) e qui arricchito di interpretazioni nella media e gradevoli, almeno per quanto riguarda la Fogliati e il sempre buono Castellitto (quest’ultimo soprattutto quando si tratta di ruoli di uomini burberi).

Completa il tutto un cast di supporto dal sapore leggero: Maurizio Lombardi, Geppi Cucciari e Margherita Buy (questa nei panni della nonna di Vittoria, grande attrice del passato mondo teatrale). Senza contare Domenico Diele nella parte del fidanzato della protagonista, il cui amore etero in scena fa da contraltare al sottotesto oscillante tra l’omosessualità e la passione per il teatro. Con questi intenti, dunque, nonostante i suoi difetti e grazie ai propri piccoli pregi Romeo è Giulietta può essere tranquillamente accettato come film per San Valentino.

 

 

Mirko Lomuscio